1. La Restaurazione e il Romanticismo
    1. La Restaurazione e i suoi limiti
    2. Il congresso di Vienna e il nuovo assetto europeo
    3. La Santa alleanza
    4. La Restaurazione in Europa
    5. La Restaurazione in Italia
    6. Gli aspetti sociali della Restaurazione
    7. La cultura del Romanticismo
    8. Romanticismo e politica
    9. Sommario
  2. Le rivoluzioni europee degli anni '20
    1. Liberalismo, democrazia, principio nazionale
    2. Le società segrete
    3. La rivoluzione in Spagna e in Italia meridionale
    4. I moti del '21 in Piemonte
    5. Interventi militari e repressioni
    6. Il moto decabrista in Russia
    7. L'indipendenza greca
    8. Sommario
  3. America Latina e Stati Uniti
    1. Le due rivoluzioni americane
    2. L'indipendenza dell'America Latina
    3. L'America Latina dopo l'indipendenza
    4. Lo sviluppo degli Stati Uniti: la frontiera e la democrazia
    5. L'espansione territoriale degli Stati Uniti
    6. Sommario
  4. Il 1830 e il nuovo assetto europeo
    1. La seconda ondata rivoluzionaria
    2. La rivoluzione di luglio in Francia
    3. La rivoluzione di luglio e l'Europa
    4. La monarchia borghese di Luigi Filippo
    5. L'Inghilterra nell'età delle riforme
    6. Le monarchie autoritarie
    7. Gli equilibri internazionali fra il 1830 e il 1848
    8. Sommario
  5. Industrializzazione, classe operaia, socialismo
    1. L'economia europea nel primo '800: la continuità col passato
    2. I fattori dinamici
    3. L'industrializzazione dell'Europa continentale
    4. La formazione della classe operaia
    5. I nuovi sviluppi del liberalismo
    6. Cattolicesimo liberale e cattolicesimo sociale
    7. Il pensiero socialista
    8. Marx, Engels e il "Manifesto dei comunisti"
    9. Sommario
  6. Il Risorgimento italiano
    1. Risorgimento e storia d'Italia
    2. I moti del 1831
    3. Mazzini e la Giovine Italia
    4. Le iniziative mazziniane
    5. L'evoluzione degli Stati italiani
    6. Le nuove correnti politiche: moderatismo, neoguelfismo, federalismo
    7. Il biennio delle riforme (1846-47)
    8. Sommario
  7. Le rivoluzioni del 1848
    1. Una rivoluzione europea
    2. La rivoluzione di febbraio in Francia
    3. La parabola della Seconda Repubblica
    4. La rivoluzione nell'Impero asburgico
    5. La rivoluzione in Germania e l'Assemblea di Francoforte
    6. La rivoluzione in Italia
    7. La prima guerra di indipendenza
    8. Lotte democratiche e restaurazione conservatrice
    9. La Francia dalla Seconda Repubblica al Secondo Impero
    10. Sommario
  8. Società borghese e movimento operaio
    1. La borghesia europea
    2. Ottimismo borghese e cultura positiva
    3. Lo sviluppo economico
    4. La rivoluzione dei trasporti e dei mezzi di comunicazione
    5. La città moderna
    6. Il mondo delle campagne
    7. Il proletariato urbano
    8. Il movimento operaio dopo il '48
    9. Marx e "Il Capitale"
    10. L'Internazionale dei lavoratori
    11. Bakunin, Marx e la crisi dell'Internazionale
    12. Il mondo cattolico di fronte alla società borghese
    13. Sommario
  9. La lotta per l'egemonia continentale e l'unità tedesca
    1. La crisi dell'equilibrio europeo
    2. L'Inghilterra liberale
    3. La Russia di Alessandro II
    4. L'Impero asburgico
    5. La Francia del Secondo Impero
    6. Le guerre di Napoleone III
    7. L'ascesa della Prussia
    8. Bismarck e la guerra austro-prussiana
    9. La guerra franco-prussiana e l'unificazione tedesca
    10. La Comune di Parigi
    11. Sommario
  10. L'unità d'Italia
    1. La seconda restaurazione
    2. L'esperienza liberale in Piemonte
    3. Cavour
    4. Il Piemonte di Cavour: l'evoluzione politica e lo sviluppo economico
    5. La ripresa dell'azione mazziniana
    6. Il fallimento dell'alternativa repubblicana
    7. La diplomazia di Cavour e l'alleanza con la Francia
    8. La seconda guerra di indipendenza
    9. Garibaldi e la spedizione dei Mille
    10. L'intervento piemontese e i plebisciti
    11. Unità italiana e unità tedesca
    12. Sommario
  11. L'Italia unita: Stato e società nell'età della Destra
    1. L'Italia nel 1861
    2. La classe dirigente: Destra e Sinistra
    3. Lo Stato accentrato, il Mezzogiorno, il brigantaggio
    4. La politica economica: i costi dell'unificazione
    5. La questione romana e la terza guerra di indipendenza
    6. Roma capitale
    7. Declino e caduta della Destra storica
    8. Sommario
  12. I nuovi mondi: Stati Uniti e Giappone
    1. L'Europa centro del mondo
    2. Sviluppo economico e fratture sociali negli Stati Uniti
    3. La guerra di secessione e le sue conseguenze
    4. Stati Uniti e America Latina. L'avventura messicana di Napoleone III
    5. L'espansione europea in Asia: l'India sotto la dominazione inglese
    6. La Cina e le "guerre dell'oppio"
    7. Il Giappone feudale
    8. La "restaurazione Meiji" e la nascita del Giappone moderno
    9. Sommario
  13. L'Europa nell'età di Bismarck
    1. La svolta del 1870
    2. La Germania bismarckiana
    3. Bismarck e l'equilibrio europeo
    4. La Terza Repubblica in Francia
    5. L'Inghilterra di Gladstone e Disraeli
    6. Sommario
  14. La seconda rivoluzione industriale
    1. Il capitalismo a una svolta
    2. Le concentrazioni e il capitalismo finanziario
    3. Protezionismo e imperialismo
    4. La crisi agraria e le sue conseguenze
    5. La seconda rivoluzione industriale: scienza e tecnologia
    6. Le nuove industrie
    7. Motori a scoppio ed elettricità
    8. Le nuove frontiere della medicina
    9. Il boom demografico
    10. Sommario
  15. Imperialismo e colonialismo
    1. Che cos'è l'imperialismo
    2. I caratteri del colonialismo
    3. Colonizzatori e colonizzati
    4. L'Africa prima della conquista
    5. L'espansione in Nord Africa
    6. La spartizione dell'Africa nera
    7. Il Sud Africa e la guerra anglo-boera
    8. L'espansione in Asia e in Oceania
    9. La crescita del Giappone e la crisi della Cina
    10. Gli Stati Uniti potenza mondiale
    11. Sommario
  16. L'Italia nell'età della Sinistra
    1. La Sinistra al potere
    2. Depretis e il trasformismo
    3. I primi passi del movimento operaio
    4. I cattolici intransigenti e l'Opera dei congressi
    5. La politica economica, l'agricoltura e l'Inchiesta Jacini
    6. Il problema dello sviluppo industriale e il protezionismo
    7. La politica estera: la Triplice alleanza e l'espansione coloniale
    8. La democrazia autoritaria di Francesco Crispi
    9. Giolitti, i Fasci siciliani e la Banca romana
    10. La nascita del Partito socialista
    11. Il ritorno di Crispi e la sconfitta di Adua
    12. Sommario
  17. Verso la società di massa
    1. Che cos'è la società di massa
    2. Sviluppo industriale e razionalizzazione produttiva
    3. Le nuove stratificazioni sociali
    4. Istruzione e informazione
    5. Gli eserciti di massa
    6. Suffragio universale, partiti di massa, sindacati
    7. La questione femminile
    8. Riforme e legislazione sociale
    9. I partiti socialisti e la Seconda Internazionale
    10. Ortodossia ed eresie del marxismo
    11. I cattolici e la "Rerum novarum"
    12. Il nuovo nazionalismo
    13. La crisi del positivismo
    14. Scienze della natura e scienze dell'uomo
    15. Sommario
  18. L'Europa tra due secoli
    1. Le nuove alleanze
    2. La "belle époque" e le sue contraddizioni
    3. La Francia tra democrazia e reazione
    4. Imperialismo e riforme in Gran Bretagna
    5. La Germania guglielmina
    6. I conflitti di nazionalità in Austria-Ungheria
    7. La Russia fra industrializzazione e autocrazia
    8. La rivoluzione russa del 1905
    9. Verso la prima guerra mondiale
    10. Sommario
  19. Imperialismo e rivoluzione nei continenti extraeuropei
    1. Il ridimensionamento dell'Europa
    2. La guerra russo-giapponese
    3. La Repubblica in Cina
    4. Imperialismo e riforme negli Stati Uniti
    5. L'America Latina e la rivoluzione messicana
    6. Sommario
  20. L'Italia giolittiana
    1. La crisi di fine secolo
    2. La svolta liberale
    3. Decollo industriale e progresso civile
    4. La questione meridionale
    5. I governi Giolitti e le riforme
    6. Il giolittismo e i suoi critici
    7. La politica estera, il nazionalismo, la guerra di Libia
    8. Riformisti e rivoluzionari
    9. Democratici cristiani e clerico-moderati
    10. La crisi del sistema giolittiano
    11. Sommario
  21. La prima guerra mondiale
    1. Dall'attentato di Sarajevo alla guerra europea
    2. Dalla guerra di movimento alla guerra di usura
    3. L'Italia dalla neutralità all'intervento
    4. La grande strage (1915-16)
    5. La guerra nelle trincee
    6. La nuova tecnologia militare
    7. La mobilitazione totale e il "fronte interno"
    8. L'opposizione socialista
    9. La svolta del 1917
    10. L'Italia e il disastro di Caporetto
    11. Rivoluzione o guerra democratica?
    12. L'ultimo anno di guerra
    13. I trattati di pace e la nuova carta d'Europa
    14. La Società delle nazioni
    15. Sommario
  22. La rivoluzione russa
    1. Da febbraio a ottobre
    2. La rivoluzione d'ottobre
    3. Dittatura e guerra civile
    4. La Terza Internazionale
    5. Il comunismo di guerra
    6. La nuova politica economica
    7. L'Unione Sovietica e la sua costituzione
    8. La nuova società
    9. Da Lenin a Stalin: il socialismo in un solo paese
    10. Sommario
  23. L'eredità della Grande Guerra
    1. Le trasformazioni sociali
    2. Le conseguenze economiche
    3. Il biennio rosso
    4. La rivoluzione in Germania
    5. La rivoluzione in Austria e in Ungheria
    6. Rivoluzione e modernizzazione in Turchia
    7. La stabilizzazione moderata in Francia e in Gran Bretagna
    8. La Repubblica di Weimar
    9. La crisi della Ruhr
    10. La ricerca della distensione in Europa
    11. Sommario
  24. Il dopoguerra in Italia e l'avvento del fascismo
    1. I problemi del dopoguerra
    2. Cattolici, socialisti e fascisti
    3. La "vittoria mutilata" e l'impresa fiumana
    4. Le agitazioni sociali e le elezioni del '19
    5. Giolitti, l'occupazione delle fabbriche e la nascita del Pci
    6. Il fascismo agrario e le elezioni del '21
    7. L'agonia dello Stato liberale
    8. La marcia su Roma
    9. Verso lo Stato autoritario
    10. Il delitto Matteotti e l'Aventino
    11. La dittatura a viso aperto
    12. I regimi autoritari nell'Europa degli anni '20
    13. Sommario
  25. La grande crisi: economia e società negli anni '30
    1. Crisi e trasformazione
    2. Gli anni dell'euforia: gli Stati Uniti prima della crisi
    3. Il "grande crollo" del 1929
    4. La crisi in Europa
    5. Roosevelt e il "New Deal"
    6. Il nuovo ruolo dello Stato
    7. I nuovi consumi
    8. Le comunicazioni di massa
    9. La scienza e la guerra
    10. La cultura della crisi
    11. Sommario
  26. L'Europa negli anni '30: totalitarismi e democrazie
    1. L'eclissi della democrazia
    2. La crisi della Repubblica di Weimar e l'avvento del nazismo
    3. Il consolidamento del potere di Hitler
    4. Il Terzo Reich
    5. Repressione e consenso nel regime nazista
    6. Il contagio autoritario
    7. L'Unione Sovietica e l'industrializzazione forzata
    8. Lo stalinismo
    9. La crisi della sicurezza collettiva e i fronti popolari
    10. La guerra di Spagna
    11. L'Europa verso la catastrofe
    12. Sommario
  27. L'Italia fascista
    1. Il totalitarismo imperfetto
    2. Il regime e il paese
    3. Cultura, scuola, comunicazioni di massa
    4. Il fascismo e l'economia. La "battaglia del grano" e "quota novanta"
    5. Il fascismo e la grande crisi: lo "Stato imprenditore"
    6. L'imperialismo fascista e l'impresa etiopica
    7. L'Italia antifascista
    8. Apogeo e declino del regime fascista
    9. Sommario
  28. Il tramonto del colonialismo. L'Asia e l'America Latina
    1. Il declino degli imperi coloniali
    2. Il nodo del Medio Oriente
    3. L'Impero britannico e l'India
    4. Nazionalisti e comunisti in Cina
    5. Imperialismo e autoritarismo in Giappone
    6. Dittature militari e regimi populisti in America Latina
    7. Sommario
  29. La seconda guerra mondiale
    1. Le origini e le responsabilità
    2. La distruzione della Polonia e l'offensiva al Nord
    3. L'attacco a occidente e la caduta della Francia
    4. L'intervento dell'Italia
    5. La battaglia d'Inghilterra
    6. Il fallimento della guerra italiana: i Balcani e il Nord Africa
    7. L'attacco all'Unione Sovietica
    8. L'aggressione giapponese e il coinvolgimento degli Stati Uniti
    9. Il "nuovo ordine". Resistenza e collaborazionismo
    10. 1942-43: la svolta della guerra
    11. La "grande alleanza" e la campagna d'Italia. La caduta del fascismo e l'8 settembre
    12. Resistenza e lotta politica in Italia
    13. Le vittorie sovietiche e lo sbarco in Normandia
    14. La fine del Terzo Reich
    15. La sconfitta del Giappone e la bomba atomica
    16. Sommario
  30. Il mondo diviso
    1. Le conseguenze della seconda guerra mondiale
    2. Le Nazioni Unite
    3. La fine della "grande alleanza"
    4. Il nuovo ordine economico
    5. La "guerra fredda"
    6. L'Unione Sovietica e le "democrazie popolari"
    7. Il dopoguerra negli Stati Uniti, in Europa occidentale e in Giappone
    8. La rivoluzione comunista in Cina
    9. La guerra di Corea
    10. Dalla guerra fredda alla coesistenza pacifica
    11. La destalinizzazione e la crisi ungherese
    12. L'Europa occidentale e il Mercato comune
    13. La Francia dalla Quarta Repubblica al regime gaullista
    14. Sommario
  31. La decolonizzazione e il Terzo Mondo
    1. I caratteri generali della decolonizzazione
    2. L'emancipazione dell'Asia
    3. Il Medio Oriente e la nascita di Israele
    4. La rivoluzione nasseriana in Egitto e la crisi di Suez
    5. L'indipendenza dei paesi del Maghreb
    6. L'emancipazione dell'Africa nera
    7. Dipendenza economica e instabilità politica in America Latina
    8. Il Terzo Mondo e il "non allineamento"
    9. Il sottosviluppo
    10. Sommario
  32. L'Italia dopo il fascismo
    1. Un paese sconfitto
    2. Le forze in campo
    3. Dalla liberazione alla Repubblica
    4. La crisi dell'unità antifascista
    5. La Costituzione repubblicana
    6. Le elezioni del '48 e la sconfitta delle sinistre
    7. La ricostruzione economica
    8. Le scelte internazionali
    9. Gli anni del centrismo
    10. Alla ricerca di nuovi equilibri
    11. Sommario
  33. Distensione e confronto
    1. Mito e realtà degli anni '60
    2. Kennedy e Kruscev: la crisi dei missili e la distensione
    3. La Cina di Mao: il contrasto con l'Urss e la "rivoluzione culturale"
    4. La guerra del Vietnam
    5. L'Urss e l'Europa orientale: la crisi cecoslovacca
    6. L'Europa occidentale negli anni del benessere
    7. Sommario
  34. La società del benessere
    1. Il boom dell'economia
    2. Le nuove frontiere della scienza
    3. Il trionfo dei "mass media"
    4. L'esplosione demografica
    5. La civiltà dei consumi
    6. La critica alla civiltà dei consumi
    7. Contestazione giovanile e rivolta studentesca
    8. Il nuovo femminismo
    9. La Chiesa cattolica e il Concilio Vaticano II
    10. La crisi petrolifera e i limiti dello sviluppo
    11. Rivoluzione elettronica e società postindustriale
    12. Sommario
  35. Problemi e conflitti del mondo contemporaneo
    1. Il tempo del "riflusso"
    2. Il rapporto Nord-Sud: la geografia della fame
    3. Le contraddizioni dell'America Latina
    4. La polveriera del Medio Oriente
    5. I conflitti nell'Asia comunista
    6. La Cina dopo Mao
    7. Il miracolo giapponese
    8. La difficile unità dell'Europa occidentale
    9. Gli Stati Uniti da Nixon a Bush
    10. L'Urss da Breznev a Gorbacëv
    11. La crisi dell'Europa comunista e la riunificazione tedesca
    12. La guerra del Golfo
    13. I problemi del postcomunismo: la fine dell'Urss e i nuovi equilibri mondiali
    14. Sommario
  36. L'Italia dal miracolo economico ai giorni nostri
    1. Il miracolo economico
    2. Le trasformazioni sociali
    3. Il centro-sinistra
    4. Il '68 e l'autunno caldo
    5. La crisi dei centrosinistra
    6. Il terrorismo e la solidarietà nazionale
    7. Politica, economia e società negli anni '80
    8. I problemi dell'Italia di oggi
    9. Sommario
  37. Cronologia

4.5 L'Inghilterra nell'età delle riforme
Fra la metà degli anni '20 e la fine degli anni '40 - dunque più o meno nel periodo in cui in Francia nasceva e si consumava l'esperienza della monarchia di luglio - la Gran Bretagna visse una stagione per molti aspetti decisiva nella sua storia di Stato liberale e di paese industriale. Furono questi gli anni in cui il sistema liberale si consolidò definitivamente e al tempo stesso si adattò, pur con molti limiti e fra vivaci contrasti, alla nuova realtà politica e sociale creata dalla rivoluzione industriale.
Un'evoluzione in senso liberale della politica britannica si era delineata già all'inizio degli anni '20, quando nelle file del partito conservatore si era affermata l'ala più aperta, che faceva capo a George Canning e a Robert Peel. Se Canning fu fino alla sua morte (avvenuta nel 1827) il principale artefice di una politica estera che tendeva a sciogliere la Gran Bretagna dai vincoli dell'equilibrio del congresso di Vienna e a farne il punto di riferimento per le forze liberali di tutto il mondo, Peel legò il suo nome ad alcune importanti riforme interne. Prima fra tutte quella del 1824, che poneva fine a una prassi di dura repressione antioperaia, riconoscendo ai lavoratori il diritto di unirsi in libere associazioni (pur sottoponendone l'attività a una serie di limitazioni e controlli): un'innovazione di grande portata, che rompeva col vecchio pregiudizio secondo cui le coalizioni fra i lavoratori costituivano una turbativa al funzionamento del libero mercato. Sorsero così numerose unioni di mestiere (Trade Unions), organizzate su base di classe: formate cioè dai soli operai per la tutela dei loro diritti e per il sostegno alle loro rivendicazioni economiche. La Gran Bretagna, patria della rivoluzione industriale, era così il primo paese a sperimentare la nascita del moderno sindacalismo. Un'altra riforma importante fu quella che, nel 1828-29, concesse la parità di diritti politici e civili a tutte le confessioni religiose (cattolici e protestanti dissidenti dalla Chiesa anglicana) attenuando, almeno sul piano formale, la discriminazione cui erano soggetti gli irlandesi.
Ma il nodo principale da sciogliere era quello dell'allargamento del diritto di voto, allora limitato a una ristretta minoranza della popolazione (poco più del 3%). La situazione, come si è visto, era comune a tutti gli Stati europei dove si tenevano elezioni. Anzi, nel Regno Unito la percentuale dei votanti era notevolmente più alta che in Francia (prima e dopo la rivoluzione del '30). Ma lo sviluppo economico e civile della Gran Bretagna faceva sì che questi limiti apparissero intollerabili a una parte cospicua dell'opinione pubblica. Un problema a sé era poi costituito dalle circoscrizioni elettorali, disegnate secondo i criteri di un secolo prima, quando il paese non era stato ancora investito dalla rivoluzione industriale e dai conseguenti fenomeni di urbanizzazione. Accadeva così che le circoscrizioni urbane (contee) fossero gravemente sacrificate nella distribuzione dei seggi a vantaggio di quelle rurali (borghi), mentre vi erano collegi rurali ormai abbandonati (i cosiddetti "borghi putridi") in cui bastavano poche decine di elettori per mandare in Parlamento un deputato: con evidente vantaggio per l'aristocrazia terriera, visto che l'eletto era quasi sempre il signore del luogo.
Il problema fu affrontato all'inizio degli anni '30 da un governo di coalizione fra whigs e tories liberali, presieduto da Lord Grey. Ad accelerare i tempi della riforma contribuirono sia l'ascesa al trono del nuovo re Guglielmo IV, meno incline al conservatorismo dei suoi predecessori, sia gli echi degli avvenimenti parigini di luglio, che valsero a far cadere le resistenze dei settori più chiusi dell'aristocrazia (ancora molto forti nella Camera dei Lords), timorosi di un possibile contagio rivoluzionario.
La legge approvata dal Parlamento nel giugno 1832 allargava il corpo elettorale di oltre il 50% (gli elettori passavano da meno di 500.000 a circa 800.000) e, cosa ancora più importante, ridisegnava le circoscrizioni, aumentando il numero di quelle urbane a scapito di quelle rurali. Il sistema restava censitario (il diritto di voto era riservato, nei borghi, ai proprietari e ai fittavoli, nelle contee a tutti coloro che pagavano tasse per almeno 10 sterline annue) e lasciava completamente fuori della vita politica i ceti popolari. Ma era pur sempre il più avanzato nell'Europa di allora e, aprendo l'accesso alle urne a strati abbastanza consistenti del ceto medio, consentiva alla borghesia di assumere nel Parlamento un peso più consono (pur se non ancora proporzionato) al suo ruolo sociale e alla sua forza economica.
Effetti analoghi ebbe, a livello del potere locale, la riforma municipale del 1835. La riforma, estendendo il voto amministrativo a tutti coloro che pagavano tasse di qualsiasi ammontare, assestava un ulteriore colpo ai privilegi dell'aristocrazia terriera (che fin allora aveva pressoché monopolizzato le cariche locali, soprattutto nelle zone rurali) e dava un contenuto concretamente democratico al sistema di autogoverno che tradizionalmente caratterizzava le strutture politico-amministrative del Regno Unito.
Alle riforme elettorali si accompagnarono, negli anni '30, misure legislative volte ad alleviare le condizioni delle classi più disagiate e ad allentare una tensione sociale che restava sempre molto acuta. Si trattò di leggi importanti non tanto per i loro effetti concreti, che spesso furono deludenti, quanto per il precedente che stabilivano: esse inauguravano infatti, sia pure in forme limitate, una pratica di intervento sociale dello Stato che si sarebbe affermata in tutta Europa solo alla fine dell'800. La legge sul lavoro nelle fabbriche, del 1833, fissava a dieci ore l'orario massimo di lavoro per i ragazzi sotto i diciotto anni e a otto per i bambini sotto i dodici. La legge sui poveri, del 1834, sostituiva la precedente legislazione varata alla fine del '700 - che affidava a istituzioni ed enti locali l'assistenza ai bisognosi - e centralizzava l'erogazione dei sussidi, condizionandola però al ricovero dei destinatari in apposite "case di lavoro" (qualcosa di mezzo fra ospizi e penitenziari).
Né l'allargamento del suffragio politico e amministrativo - concesso, come si è visto, con criteri di prudente gradualismo - né le contemporanee riforme sociali - ispirate ancora a una visione sostanzialmente paternalistica - valsero però a far tacere la protesta dell'opposizione democratica, che faceva capo agli intellettuali radicali e agli operai organizzati nelle Trade Unions. Proprio dai leader delle Trade Unions partì l'iniziativa di una grande agitazione popolare per imporre alla classe dirigente l'adozione del suffragio universale, visto come il mezzo più idoneo per far valere gli interessi dei lavoratori nella Camera e nel governo. Nel 1838 fu elaborato un documento in sei punti, la Carta del popolo, che chiedeva il suffragio universale maschile, la garanzia della segretezza del voto, una nuova riforma dei collegi elettorali, l'abolizione del requisito del censo per l'eleggibilità, la concessione di un'indennità ai deputati e il rinnovo annuale della Camera.
Il movimento cartista - così chiamato appunto dalla Carta del popolo del '38 - rimase attivo anche negli anni successivi, dando vita a una lunga serie di manifestazioni, comizi e scioperi che conobbero la fase più acuta nell'estate del '39 e provocarono non di rado incidenti con la forza pubblica. Ma non riuscì a ottenere nessuno dei suoi obiettivi e, dopo un decennio di lotte, finì con l'esaurirsi (l'ultima ondata di agitazioni si verificò nella primavera del '48, mentre buona parte dell'Europa era percorsa da moti rivoluzionari): questo avvenne anche perché i leader delle Trade Unions abbandonarono progressivamente il terreno delle agitazioni politiche per concentrarsi su quello delle rivendicazioni economiche.
Tra la fine degli anni '30 e l'inizio degli anni '40, un'altra agitazione mobilitò le energie degli intellettuali progressisti, appoggiati questa volta dal Partito liberale: quella per la riforma doganale, e in particolare per l'abolizione del dazio sul grano. Questa rivendicazione - viva sin dagli anni '20 e sostenuta, sul piano teorico, dall'analisi di David Ricardo - da un lato chiamava in causa i bisogni delle classi popolari, poiché il dazio protettivo manteneva elevato il prezzo dei cereali a esclusivo vantaggio dei produttori e a scapito dei consumatori; dall'altro esprimeva gli interessi della borghesia industriale, desiderosa di veder rimossi tutti gli ostacoli che si opponevano all'affermazione dei suoi prodotti sui mercati stranieri. Il dazio sul grano era certamente uno di questi ostacoli, in quanto provocava per ritorsione l'imposizione, da parte dei paesi esportatori di cereali, di analoghe tariffe sui prodotti industriali inglesi. Non a caso il movimento per la riforma doganale ebbe il suo centro a Manchester, capitale dell'industria tessile, e il suo principale portavoce in Richard Cobden, industriale cotoniero e deputato liberale, leader dal 1838 della Lega contro il dazio sul grano, divenuto in questi anni il più autorevole e popolare assertore delle teorie liberiste. D'altro canto il liberismo economico, coniugato col liberalismo politico, esprimeva anche l'ideologia della borghesia industriale britannica, convinta - secondo gli insegnamenti di Adam Smith - della sostanziale coincidenza fra i suoi interessi e quelli della collettività, fra la libertà del mercato e il benessere del popolo.
La battaglia antiprotezionista fu vinta nel 1846, quando l'allora primo ministro, il conservatore Robert Peel, sotto la spinta della grave carestia che stava imperversando in Irlanda, prese la storica decisione di abolire il dazio di importazione sui cereali, provocando con ciò la spaccatura del suo partito (per la ribellione dell'ala destra, legata all'aristocrazia terriera) e la caduta del suo stesso governo. Cominciava per l'Inghilterra una lunga stagione di egemonia dei liberali, che avrebbe coinciso con un ulteriore rafforzamento della potenza economica britannica e con il trionfo del liberismo doganale in tutta Europa.
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