29.10 1942-43: la svolta della guerra
Fra il 1942 e il 1943, l'andamento della guerra subì una svolta decisiva su tutti i fronti. I primi segni di inversione di tendenza si ebbero nel Pacifico, dove la spinta offensiva dei giapponesi fu fermata dagli americani - nel maggio-giugno '42 - nelle due battaglie del Mar dei Coralli, di fronte alle coste della Nuova Guinea, e delle isole Midway, a ovest delle Hawaii: le prime battaglie navali in cui le flotte si affrontarono senza vedersi, a decine di chilometri l'una dall'altra, bombardandosi a vicenda con gli apparecchi che decollavano dalle grandi portaerei. Dopo che, nel febbraio '43, le truppe da sbarco americane (i marines) ebbero conquistato l'isola di Guadalcanal, i giapponesi rinunciarono alle azioni offensive di ampio respiro, limitandosi a difendere le posizioni raggiunte all'inizio della guerra.
Tra la fine del '42 e l'inizio del '43, un mutamento nei rapporti di forza si verificò anche nell'Atlantico, dove i tedeschi avevano condotto fin allora un'efficace guerra sottomarina contro i convogli che trasportavano armi e approvvigionamenti dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna. Gli alleati riuscirono a limitare notevolmente le perdite, grazie a una serie di innovazioni tecniche (radar più perfezionati, bombe di profondità, razzi antisommergibile) e grazie a una migliore organizzazione tattica, che consisteva nel concentrare le forze nella difesa dei convogli, anziché disperderle in una ricerca casuale, e spesso inutile, dei sommergibili nemici.
Ma l'episodio decisivo di questa fase della guerra si verificò in Russia. In agosto i tedeschi iniziarono l'assedio di
Stalingrado, sul Volga, punto nodale della difesa russa nel settore sud-est e città simbolo che portava il nome di Stalin. Nel novembre '42, dopo mesi di durissimi combattimenti, strada per strada, casa per casa, i sovietici contrattaccarono efficacemente sui fianchi dello schieramento nemico, e chiusero i tedeschi in una morsa. Anziché autorizzare la ritirata, Hitler ordinò la resistenza a oltranza, sacrificando così un'intera armata che, all'inizio di febbraio, fu costretta ad arrendersi. Per i tedeschi quello di Stalingrado rappresentò il più grave rovescio subito dall'inizio della guerra. Per i sovietici e per gli antifascisti di tutto il mondo, Stalingrado divenne immediatamente un simbolo di riscossa, il segno più evidente della svolta intervenuta nel corso della guerra.
Negli stessi mesi in cui tedeschi e sovietici combattevano attorno a Stalingrado, un'altra decisiva battaglia vedeva l'esercito britannico impegnato nel deserto del Nord Africa contro il contingente italo-tedesco del generale Rommel, che era giunto ad El Alamein, a soli 80 chilometri da Alessandria. A fine ottobre il generale Montgomery, comandante delle forze britanniche, poteva lanciare la controffensiva disponendo di una notevole superiorità in uomini e mezzi. Ai primi di novembre gli italo-tedeschi avevano perso la battaglia e cominciavano una lunga ritirata che li avrebbe portati, in tre mesi, a ripercorrere a ritroso tutto il litorale libico fino alla Tunisia. Frattanto, nel novembre '42, un contingente alleato era sbarcato in Algeria e in Marocco. Le truppe dell'Asse, prese fra due fuochi, dovettero arrendersi, nel maggio '43, alle preponderanti forze alleate. Una volta chiuso il fronte nordafricano, con la definitiva cacciata di italiani e tedeschi, gli anglo-americani potevano prepararsi ad attaccare la "fortezza Europa".
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