29.13 Le vittorie sovietiche e lo sbarco in Normandia
Fra il 1943 e il 1944, mentre gli anglo-americani erano impegnati nella lunga campagna d'Italia, i sovietici riprendevano l'iniziativa su tutto il fronte orientale. Dopo aver respinto, nel luglio '43, l'ultimo attacco in forze tedesco, l'Armata rossa iniziò una lenta ma inarrestabile avanzata che si sarebbe conclusa solo nell'aprile-maggio '45 con la conquista di Berlino.
Le vittorie sovietiche, ottenute a prezzo di un eccezionale sforzo organizzativo e di un enorme sacrificio di vite umane, consentirono all'Unione Sovietica di accrescere notevolmente il suo peso contrattuale in seno alla "grande alleanza". Il nuovo ruolo dell'Urss emerse chiaramente nella conferenza interalleata di Teheran (novembre-dicembre 1943), la prima in cui i "tre grandi" - Roosevelt, Stalin e Churchill - si incontrarono personalmente. Questa volta Stalin ottenne dagli anglo-americani l'impegno, da tempo sollecitato, per uno sbarco in forze sulle coste francesi, da attuarsi nella primavera del '44.
Si trattava di un'operazione rischiosa, anche perché i tedeschi avevano munito tutta la zona costiera con imponenti fortificazioni difensive (il cosiddetto vallo atlantico). Per attuare il piano, che prevedeva lo sbarco sulle coste settentrionali della Normandia, furono necessari un lungo lavoro di preparazione e un eccezionale spiegamento di mezzi, tale da assicurare agli alleati - che agivano sotto il comando unificato del generale americano Eisenhower - una schiacciante superiorità aeronavale.
L'operazione Overlord - questo il nome in codice dello sbarco in Normandia - scattò all'alba del 6 giugno 1944, preparata da un'impressionante serie di bombardamenti e da un nutrito lancio di paracadutisti. Nonostante l'accanita resistenza tedesca, gli attaccanti riuscirono a far sbarcare in territorio francese, nelle successive quattro settimane, oltre un milione e mezzo di uomini. Alla fine di luglio, dopo due mesi di combattimenti, gli alleati riuscirono a sfondare le difese tedesche e a dilagare nel Nord della Francia. Il 25 agosto, gli anglo-americani e i reparti di De Gaulle entravano a Parigi, già liberata dai partigiani. In settembre la Francia era quasi completamente liberata. L'esercito tedesco, logorato dalla tattica suicida imposta da Hitler, che pretendeva ovunque la resistenza a oltranza, era in piena crisi. Ma a questo punto, per una serie di errori dei comandi alleati, l'offensiva si arrestò e i tedeschi poterono riorganizzare le loro forze su una linea molto vicina al confine del '39. Il crollo del Terzo Reich era però soltanto rinviato.
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