30.14 Sommario
La seconda guerra mondiale sancì la crisi definitiva della supremazia europea e l'emergere di due superpotenze, Usa e Urss. Nasceva così un nuovo equilibrio internazionale di tipo bipolare. Gli orrori della guerra, le rivelazioni sullo sterminio degli ebrei, lo spaventoso potere distruttivo della bomba atomica colpirono profondamente l'opinione pubblica e spinsero le potenze vincitrici a cercare basi più stabili e regole nuove per i rapporti internazionali. Il maggior tentativo in tal senso consistette nella creazione dell'Onu (1945).
La "grande alleanza" fra le potenze vincitrici aveva cominciato ad incrinarsi già prima della fine della guerra, in relazione al problema del futuro della Germania e al controllo dell'Urss sui paesi dell'Europa orientale. Nel '46-'47 i contrasti fra le due superpotenze si accentuarono dando inizio a quella contrapposizione tra due blocchi che fu definita "guerra fredda". La maggior tensione si ebbe nel 1948-49, quando i sovietici chiusero gli accessi a Berlino; questa crisi si risolse nella nascita della Repubblica federale tedesca (che inglobava le zone sotto il controllo di americani, inglesi e francesi), cui l'Urss rispose con la creazione della Repubblica democratica tedesca. Il Patto atlantico (1949) e il Patto di Varsavia (1955) completarono la divisione dell'Europa in due blocchi.
Sul piano economico l'Europa occidentale - la cui ricostruzione avvenne grazie agli aiuti americani (piano Marshall) - superò in pochi anni i livelli produttivi dell'anteguerra, nel quadro di una stretta interdipendenza con gli Stati Uniti. La creazione del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale (1944), gli accordi commerciali Gatt (1947), il primato del dollaro come valuta internazionale furono gli strumenti della ripresa economica occidentale.
In Urss si ebbe nel dopoguerra un'accentuazione dei caratteri autoritari del regime. La ricostruzione economica avvenne rapidamente, privilegiando l'industria pesante e comprimendo i consumi della popolazione. L'Urss diventò una grande potenza militare, dotandosi anch'essa della bomba atomica. La ricostruzione del paese avvenne anche grazie a massicce riparazioni imposte ai paesi dell'Est ex nemici. Tutti questi paesi furono trasformati, nella seconda metà degli anni '40, in "satelliti" dell'Urss, politicamente ed economicamente dipendenti dalle decisioni della potenza egemone e modellati secondo il sistema sovietico. Un'eccezione fu la Jugoslavia di Tito, la cui autonomia dai sovietici portò nel '48 a una vera e propria rottura.
Negli Stati Uniti si esaurì, durante la presidenza Truman, la spinta progressista del New Deal e si diffuse, nei primi anni '50, una campagna anticomunista il cui protagonista fu il senatore McCarthy. L'Europa occidentale, invece, fu attraversata da una forte spinta riformista. Il caso più emblematico fu quello dell'Inghilterra, dove nel '45-'51 i laburisti attuarono un vasto programma di riforme sociali che segnava la nascita del Welfare State. In Francia - dove nel '46 fu varata una nuova costituzione democratico-parlamentare (Quarta Repubblica) - la coalizione fra i partiti di massa resse fino al 1947, quando i comunisti furono esclusi dal governo. Grazie anche agli aiuti americani, la Germania federale si risollevò rapidamente dalle disastrose condizioni della fine della guerra e fu protagonista di un vero "miracolo economico". Un altro miracolo economico fu quello del Giappone, dove gli Stati Uniti imposero una trasformazione in senso democratico-parlamentare senza tuttavia intaccare il potere delle grandi concentrazioni industriali. Negli anni successivi il Giappone si affermò come una delle maggiori potenze economiche mondiali.
La vittoria dei comunisti sui nazionalisti e la fondazione della Repubblica popolare cinese (1949) segnarono la rinascita della Cina come Stato indipendente e, insieme, un allargamento del "campo socialista". L'anno successivo la dimensione mondiale del confronto tra i due blocchi si manifestò con la guerra di Corea, originata dall'invasione del Sud del paese da parte di truppe del Nord comunista appoggiate dai sovietici. All'intervento americano contro l'invasione rispose quello cinese, finché la crisi coreana si concluse nel '53 col ritorno alla situazione precedente la guerra.
Negli anni successivi alla fine della presidenza Truman (1952) e alla morte di Stalin (1953) si affermò progressivamente un nuovo rapporto meno conflittuale tra le due superpotenze. L'equilibrio fra i due blocchi si basava essenzialmente sul reciproco riconoscimento delle rispettive sfere di influenza.
Nel febbraio '56, nel corso del XX congresso del Pcus, il leader sovietico Kruscёv fece una clamorosa denuncia dei crimini di Stalin. Il processo di "destalinizzazione" avviato in Urss alimentò nei paesi dell'Europa dell'Est la speranza di un allentamento del controllo sovietico. Diffusi movimenti di protesta si verificarono in Polonia (giugno-ottobre '56) e in Ungheria (ottobre-novembre). Mentre le agitazioni polacche portarono a una cauta liberalizzazione, l'insurrezione ungherese fu stroncata dall'intervento dell'Armata rossa.
Negli anni '50 e '60, mentre l'economia britannica visse un prolungato ristagno, in tutti i paesi dell'Europa occidentale si verificò una crescita economica sostenuta. Rapida fu soprattutto la ripresa della Germania favorita anche da una notevole stabilità politica. Il definitivo ridimensionamento politico dell'Europa, conseguenza del conflitto mondiale, favorì l'integrazione economica dei vari Stati, dapprima con la Comunità europea del carbone e dell'acciaio (Ceca) e poi con l'istituzione, nel 1957, della Comunità economica europea (Cee).
La Francia attraversò negli anni '50 una grave crisi istituzionale, legata al problema algerino. Nel '58 De Gaulle assunse la guida del governo, varando una nuova costituzione (con cui nasceva la Quinta Repubblica) e concedendo l'indipendenza all'Algeria. In politica estera De Gaulle seguì una politica finalizzata alla creazione di un'Europa indipendente dai due blocchi ed egemonizzata dalla Francia.
Torna all'indice