8.13 Sommario
Al conservatorismo politico che, dopo il fallimento delle rivoluzioni del '48-'49, caratterizzava la situazione europea, faceva riscontro sul piano sociale un processo di profondo mutamento, protagonisti del quale erano i ceti borghesi ma anche, seppure più lentamente, le classi proletarie.
Il ventennio successivo al '48 vide la crescita della borghesia: un ceto sociale attraversato da notevoli differenziazioni interne e tuttavia portatore di uno stile di vita e di un insieme di valori sostanzialmente unitari.
Centrale, tra questi valori, era la fede nel progresso generale dell'umanità, che poggiava sull'imponente sviluppo economico e scientifico della seconda metà dell'800. Sul piano culturale, il progresso scientifico diede origine a una nuova corrente filosofica, il positivismo, che diventò l'ideologia della borghesia in ascesa e influenzò tutta la mentalità dell'epoca. Il rappresentante più noto del nuovo spirito "positivo" fu Darwin, cui si deve la teoria dell'evoluzione e della selezione naturale.
Dalla fine degli anni '40, l'economia europea conobbe una fase di forte sviluppo durata quasi un quarto di secolo. Lo sviluppo interessò anzitutto l'industria, principalmente nei settori siderurgico e meccanico. Si generalizzò in quest'epoca l'impiego delle macchine a vapore e del combustibile minerale.
I fattori principali del boom industriale degli anni '50 e '60 furono: la rimozione dei vincoli giuridici che ostacolavano le attività economiche; l'affermarsi del libero scambio; la disponibilità di materie prime; la diminuzione dei tassi di interesse e l'espansione del credito a favore degli impieghi industriali; lo sviluppo di nuovi mezzi di trasporto (navi a vapore e, soprattutto, ferrovie) e di comunicazione (telegrafo).
Quest'ultimo fattore mutava per alcuni aspetti essenziali la vita dell'epoca e l'immagine stessa che la gente aveva del mondo: esso appariva, ed era effettivamente, sempre più unito. Cambiava anche, in relazione alla rivoluzione dei trasporti e alle nuove opportunità di lavoro, il volto delle città, che diventavano sempre più grandi e più complesse, anche se la loro trasformazione non apportava a tutti i ceti sociali i medesimi vantaggi (nascevano allora le grandi periferie operaie).
Lo sviluppo economico successivo alla metà del secolo toccò in misura minore l'agricoltura europea, dove era impiegato - se si esclude la Gran Bretagna - il grosso della popolazione attiva, e dove le condizioni economiche e le forme di proprietà variavano sensibilmente da una zona all'altra del continente. In generale, però, restavano disagiate le condizioni di vita dei contadini, che in numero sempre crescente erano spinti a scegliere la via dell'emigrazione.
Si diffondeva, nello stesso periodo, la figura dell'operaio di fabbrica, le cui dure condizioni di vita e di lavoro favorivano il formarsi di una coscienza di classe e delle prime associazioni operaie (soprattutto in Gran Bretagna, Germania e Francia).
La teoria socialista assunse, con l'opera di Marx, il carattere di teoria "scientifica" contenente un'indicazione di superamento del capitalismo. Progressivamente il marxismo si sarebbe affermato quale dottrina ufficiale del movimento operaio.
Nel 1864 venne fondata la Prima Internazionale, la cui storia fu caratterizzata dai contrasti fra le varie correnti - principalmente tra marxisti e anarchici - che avrebbero presto condotto alla sua dissoluzione.
Il maggior teorico dell'anarchismo fu Bakunin, le cui teorie si distinguevano per alcuni aspetti sostanziali da quelle di Marx. Bakunin, tra l'altro, riteneva che, una volta abbattuto il potere statale, il comunismo si sarebbe instaurato spontaneamente, senza dunque la fase di "dittatura del proletariato" prevista da Marx. Egli considerava, inoltre, le masse diseredate (e non il proletariato industriale) il soggetto della rivoluzione. Per quest'ultimo motivo il bakuninismo si diffuse soprattutto nei paesi più arretrati.
Di fronte alla società borghese, il mondo cattolico da un lato assunse un atteggiamento di dura condanna (Sillabo, 1864), dall'altro, si fece promotore, con i movimenti cristiano-sociali, di un intervento dello Stato a favore dei lavoratori e di un associazionismo cattolico.
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