21.2 Dalla guerra di movimento alla guerra di usura
La pratica ormai generalizzata della coscrizione obbligatoria e le accresciute possibilità dei mezzi di trasporto consentirono ai belligeranti di mettere in campo rapidamente eserciti di proporzioni mai conosciute prima. Nell'agosto '14 la Germania schierò sul solo fronte occidentale un milione e mezzo di uomini e la Francia gliene contrappose più di un milione, senza contare i contingenti inglesi e belgi (per avere un termine di paragone, si pensi che il più grande esercito mai messo in campo fin allora, quello allestito da Napoleone per la campagna di Russia, non raggiungeva le 600.000 unità). La Gran Bretagna era la sola a non disporre di un esercito di leva; ma, ancor prima di introdurre (nel 1916) la coscrizione obbligatoria, riuscì a mobilitare oltre due milioni di volontari. Questi eserciti così imponenti erano inoltre assai meglio armati di qualsiasi esercito ottocentesco: tutti disponevano di fucili a ripetizione (capaci cioè di ricaricarsi col semplice movimento di una leva) e di cannoni potentissimi. Ma la novità più importante era costituita dalle mitragliatrici automatiche, armi potenti e maneggevoli capaci di sparare centinaia di colpi al minuto. Eppure, nonostante queste novità, nessuna fra le potenze belligeranti aveva elaborato concezioni strategiche diverse da quelle che avevano ispirato le ultime guerre ottocentesche e che si fondavano sull'idea della guerra di movimento: cioè sulla manovra offensiva, sullo spostamento rapido di ingenti masse di uomini in vista di pochi e risolutivi scontri campali. Tutti i piani di guerra erano basati sulla previsione di un conflitto di pochi mesi o addirittura di poche settimane.
Come abbiamo appena visto, furono soprattutto i militari tedeschi a puntare le loro carte sull'ipotesi della guerra di movimento, già sperimentata con successo nella campagna del 1870 contro la Francia. Anche questa volta, nonostante molti ostacoli imprevisti (l'accanita resistenza belga, l'intervento inglese, l'inattesa rapidità della mobilitazione russa), i tedeschi ottennero una serie di clamorosi successi iniziali. Nelle ultime due settimane di agosto, le armate del Reich dilagarono nel Nord-est della Francia costringendo gli avversari a una precipitosa ritirata. Ai primi di settembre si attestarono lungo il corso della Marna, a poche decine di chilometri da Parigi. Il governo francese, assieme a mezzo milione di civili, si affrettò a lasciare la capitale, dove ormai si udivano distintamente i colpi delle artiglierie. Nel frattempo, sul fronte orientale, le truppe tedesche, comandate dal generale Hindenburg, fermavano i russi che tentavano di penetrare in Prussia orientale, sconfiggendoli fra agosto e settembre nelle grandi battaglie di Tannenberg e dei Laghi Masuri.
L'offensiva russa mise però in serie difficoltà gli austriaci e preoccupò gli stessi comandi tedeschi, inducendoli a trasferire oltre centomila uomini dal fronte occidentale a quello orientale, mentre l'esercito francese, comandato dal generale Joffre, si stava frettolosamente riorganizzando al di qua della Marna. Il 6 settembre i francesi lanciarono un improvviso contrattacco che colse i tedeschi di sorpresa. Dopo una settimana di furiosi combattimenti, gli invasori furono costretti a ripiegare su una linea più arretrata, in corrispondenza dei fiumi Aisne e Somme. Con l'arresto dell'offensiva sulla Marna, il progetto di guerra tedesco poteva dirsi sostanzialmente fallito. Alla fine di novembre gli eserciti si erano ormai attestati in trincee improvvisate, su un fronte lungo 750 chilometri che andava dal Mare del Nord al confine svizzero.
In quattro mesi di guerra, sul solo fronte occidentale, si erano avuti 400.000 morti e quasi un milione di feriti: in tutto quasi la metà degli effettivi impegnati in quel periodo su quel teatro di operazioni. E tutto questo senza che nessuno dei due schieramenti fosse riuscito a conseguire risultati decisivi sul piano strategico. La guerra di movimento progettata dai generali si era così risolta in una situazione di stallo. Cominciava una guerra di tipo nuovo, non prevista né preparata da nessuno dei contendenti: la guerra di logoramento, o di usura, che vedeva due schieramenti praticamente immobili (dal novembre del '15 al marzo del '18 le linee di combattimento sul fronte francese non subirono spostamenti superiori ai 15 chilometri) affrontarsi in una serie di sterili quanto sanguinosi attacchi, inframmezzati da lunghi periodi di stasi. In una guerra di questo genere, l'iniziale superiorità militare degli imperi centrali passava in secondo piano. Diventava invece essenziale il ruolo della Gran Bretagna, che poteva gettare sul piatto della bilancia le risorse del suo impero coloniale e la sua superiorità navale. Altrettanto importante si dimostrava l'apporto della Russia col suo enorme potenziale umano.
Un problema vitale per entrambi gli schieramenti era poi costituito dall'atteggiamento dei paesi che in un primo momento erano rimasti estranei al conflitto e che sembravano poter modificare, col loro intervento, l'equilibrio delle forze in campo. Molte potenze minori temevano di restar sacrificate da una nuova sistemazione dell'assetto internazionale decisa sopra le loro teste; altre cercarono di profittare della guerra per soddisfare le loro ambizioni territoriali. Di qui la tendenza del conflitto ad allargarsi, fino ad assumere dimensioni planetarie.
Nell'agosto del 1914, il Giappone, richiamandosi al trattato che lo legava alla Gran Bretagna dal 1902, dichiarava guerra alla Germania, profittando dell'occasione per impadronirsi dei possedimenti tedeschi in Estremo Oriente. Nel novembre dello stesso anno, la Turchia, legata alla Germania da un trattato segreto, interveniva a favore degli imperi centrali. Sei mesi dopo, nel maggio 1915, l'Italia entrava in guerra contro l'Austria-Ungheria. A fianco degli imperi centrali sarebbe poi intervenuta la Bulgaria (settembre 1915), mentre nel campo opposto si sarebbero schierati il Portogallo (marzo 1916), la Romania (agosto 1916) e la Grecia (giugno 1917). Decisivo sarebbe risultato, infine, l'intervento a favore dell'Intesa degli Stati Uniti (aprile 1917), che si trascinarono dietro numerosi paesi extraeuropei (Cina, Brasile e altre repubbliche latino-americane), il cui contributo alla guerra fu però poco rilevante. Se a tutto questo si aggiunge l'estensione del conflitto agli imperi coloniali (battaglie anche importanti furono combattute in Medio Oriente, in Africa, in Oceania), si capirà come la guerra, pur avendo sempre in Europa il suo teatro principale, assumesse sempre più un carattere mondiale, coinvolgendo per la prima volta tutti e cinque i continenti.
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