34.7 Contestazione giovanile e rivolta studentesca
La contestazione nei confronti della società del benessere trovò la più larga eco proprio fra coloro che di quella società potevano considerarsi i figli: i giovani nati nei primi anni del dopoguerra. L'opposizione alla civiltà consumistica si espresse dapprima in forma di rifiuto delle convenzioni, di vera e propria fuga dalla società industrializzata (fu il caso delle comunità hippies, che si diffusero soprattutto negli Stati Uniti a partire dalla metà degli anni '60) e quindi nella creazione di una cultura alternativa, in cui confluivano pratica della non-violenza e religiosità orientale (buddismo, induismo), consumo di droghe leggere e messaggi della nuova musica.
In seguito la rivolta giovanile assunse forme più politicizzate e trovò i suoi centri propulsori nelle università, dove la scolarizzazione di massa aveva concentrato un ceto studentesco più numeroso e socialmente più articolato (anche se di estrazione in prevalenza borghese) di quanto non fosse mai stato in passato. Anche in questo caso il fenomeno prese l'avvio dagli Stati Uniti, dove la mobilitazione - iniziata con l'occupazione dell'università di Berkeley, in California, nel 1964 - si intrecciò con la protesta contro la guerra del Vietnam e col movimento contro la segregazione razziale. Mentre la protesta studentesca ebbe un carattere prevalentemente pacifico e si espresse soprattutto in marce, dimostrazioni, sit-in, la mobilitazione dei neri - in un primo tempo egemonizzata da leader non violenti come Martin Luther King - esplose fra il '65 e il '67 in una serie di aspre rivolte dei "ghetti" metropolitani, ispirate all'ideologia rivoluzionaria e separatista del Black power (potere nero).
A partire dal '66-'67 - e con un apice nel '68, "l'anno degli studenti" - la rivolta giovanile si estese ai maggiori paesi dell'Europa occidentale (e anche al Giappone), dove prese forme più radicali e ideologizzate. Principali elementi unificatori del movimento furono la lotta contro l'autoritarismo, considerato un tratto distintivo delle società industriali avanzate, e la mobilitazione contro l'"imperialismo" americano (in particolare contro l'intervento Usa in Vietnam). In Germania la rivolta studentesca si concentrò soprattutto contro le misure repressive del governo di "grande coalizione" (
33.6) e contro la grande stampa controllata dalla destra, dando vita a organizzazioni politiche che si definirono extraparlamentari.
In Francia il coagulo fra i diversi movimenti di estrema sinistra - che cercavano di coniugare il tradizionale impegno rivoluzionario con nuove e più fantasiose forme di lotta antiautoritaria ("l'immaginazione al potere") - diede luogo all'episodio più clamoroso di tutta la stagione delle rivolte studentesche: all'inizio di maggio del 1968, il quartiere latino di Parigi fu teatro di una prolungata e violenta guerriglia urbana che vide contrapposti studenti e forze di polizia e parve richiamare l'immagine delle insurrezioni cittadine ottocentesche. Il movimento riuscì a coinvolgere sindacati e partiti di sinistra, uniti nell'opposizione al regime di De Gaulle, che per un momento sembrò vacillare sotto l'urto di un'imponente ondata di scioperi. Ma il generale, mobilitando l'opinione pubblica moderata, ottenne un vistoso successo nelle elezioni del mese successivo e, con una riforma universitaria di segno efficientista, riuscì a indebolire le basi della rivolta studentesca, che infatti si esaurì rapidamente. In Italia invece il movimento, che era nato fra il '67 e il '68, ebbe - come vedremo nel capitolo successivo - maggior durata e particolari caratteristiche.
Al di là dei loro risultati politici, che furono nel complesso modesti, le rivolte del '68 lasciarono un segno profondo nella società occidentale: rinnovarono, seppure in modo effimero, il mito di una trasformazione rivoluzionaria della società; influenzarono i comportamenti individuali; crearono nuove forme di mobilitazione; diedero vita a un patrimonio di memorie e di tradizioni in cui molti giovani avrebbero continuato a riconoscersi anche negli anni successivi.
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