4.7 Gli equilibri internazionali fra il 1830 e il 1848
Nel decennio 1830-40, l'equilibrio europeo fu condizionato soprattutto dall'intesa fra le due potenze liberali, Gran Bretagna e Francia: intesa che era dovuta in parte all'affinità ideologica fra il regime orleanista e i governi inglesi (in cui la direzione della politica estera fu tenuta per l'intero decennio dal liberale Henry Palmerston), in parte a un'effettiva coincidenza di interessi: entrambe le potenze avversavano un'eccessiva egemonia austriaca sul continente e le mire espansionistiche russe verso la Turchia e i Balcani.
Anche negli anni '30, la questione d'Oriente costituì uno dei punti critici dell'equilibrio internazionale. Il principale focolaio di crisi era il contrasto fra l'Impero ottomano e l'Egitto di Mohammed Alì, che, già alleato dei turchi contro l'insurrezione greca (
2.7), mirava ora a espandersi territorialmente e a rendersi del tutto indipendente. Nel contrasto si inseriva la Russia che, appoggiando la Turchia, sua tradizionale avversaria, cercava di ottenere vantaggi per la navigazione della sua flotta da guerra attraverso gli stretti (Dardanelli e Bosforo) che mettevano in comunicazione il Mediterraneo col Mar Nero.
Il contrasto turco-egiziano provocò due conflitti e due conseguenti crisi internazionali. La prima, nel 1832-33, vide Gran Bretagna e Francia unite nel tentativo di imporre la propria mediazione ai contendenti, ma si concluse con un vistoso successo diplomatico della Russia che strappò alla Turchia l'impegno a chiudere, in caso di guerra, l'accesso agli stretti alle flotte delle altre potenze. La seconda, nel 1839-40, segnò invece la fine dell'intesa fra la Gran Bretagna, impegnata a tutelare l'integrità dell'Impero ottomano in funzione antirussa, e la Francia, che appoggiava le mire egiziane per rafforzare, dopo la conquista dell'Algeria, la sua posizione di potenza mediterranea. Questa seconda crisi, che per un momento sembrò portare l'Europa sull'orlo della guerra, si risolse con un netto successo della Gran Bretagna. Una conferenza tenutasi a Londra nel luglio 1841 stabilì che l'Egitto restituisse alla Turchia i territori che in precedenza le aveva strappato (in compenso Mohammed Alì ottenne la corona e il diritto di trasmetterla ai suoi discendenti) e costrinse la Russia a rinunciare al trattamento privilegiato nella questione degli stretti, che furono chiusi alle navi da guerra di tutte le potenze. La soluzione fu resa possibile dal sostanziale cedimento della Francia: nell'ottobre 1840, Luigi Filippo aveva infatti congedato il primo ministro Thiers, principale responsabile della politica filoegiziana e della tensione con la Gran Bretagna, e aveva chiamato al ministero degli Esteri il più moderato Guizot.
Ma fu proprio la politica di Guizot a impedire, negli anni successivi, il ritorno all'intesa franco-inglese. Dominato dalla paura della rivoluzione, il regime orleanista finì infatti con l'avvicinarsi al fronte delle monarchie autoritarie e con l'assumere quel ruolo di custode dell'equilibrio conservatore che la monarchia borbonica aveva svolto negli anni della Restaurazione. Questo ruolo si manifestò soprattutto in occasione della guerra civile scoppiata nel 1845 nella Confederazione elvetica, dove da anni era in atto un duro scontro fra i cantoni cattolici, che intendevano mantenere i vecchi ordinamenti e conservare intatte le loro autonomie, e i cantoni protestanti, decisi a rafforzare il potere federale e a imporre una liberalizzazione delle istituzioni.
Nel dicembre '45, i cantoni cattolici si staccarono dalla Confederazione e costituirono una Lega separata (Sonderbund). La Gran Bretagna si schierò a favore dei protestanti, che erano in netta maggioranza. Le altre potenze europee, compresa la Francia, appoggiarono la causa dei secessionisti, che furono comunque seccamente sconfitti nel 1847, prima che si concretasse l'ipotesi di un intervento militare austro-francese. Fu così varata una nuova costituzione, che istituiva un Consiglio esecutivo (ossia un governo) centrale e un Parlamento al posto della vecchia Dieta federale. La Svizzera si aggiungeva al ristretto novero dei paesi retti da regimi costituzionali e rappresentativi. La Francia di Luigi Filippo usciva dalla crisi indebolita sul piano internazionale e ulteriormente screditata all'interno.
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