13.6 Sommario
Dopo la guerra franco-prussiana del 1870 si affermò in Europa un nuovo clima politico: sull'esempio tedesco, i princìpi della tradizione liberal-democratica erano sostituiti dall'ideologia della forza, la politica del libero scambio cedeva il passo a un accentuarsi delle misure protezionistiche. Eppure l'Europa gode di un lungo periodo di pace che si protrasse fino al 1914.
La Germania unita era ormai, dal punto di vista economico e militare, il più potente Stato dell'Europa continentale. La supremazia del potere esecutivo sul legislativo, un blocco sociale dominante formato dal mondo dell'industria e della finanza e dall'aristocrazia degli Junker non impedirono una vivace dialettica politica. Nacquero negli anni '70 due nuovi partiti: il Centro cattolico e il Partito socialdemocratico tedesco. La lotta di Bismarck contro i cattolici (Kulturkampf) si risolse in un insuccesso e fu abbandonata anche per la necessità di fronteggiare il nuovo pericolo rappresentato dalla socialdemocrazia. Ma le leggi eccezionali a tal fine promulgate si risolsero anch'esse in un fallimento, che sarebbe stato tra le cause della fine politica del cancelliere. La politica bismarckiana affiancava alle tendenze autoritarie una legislazione sociale molto avanzata, secondo un modello di stampo paternalistico.
Scopo centrale della politica estera di Bismarck - che dopo l'unificazione tedesca si fece geloso custode dell'equilibrio europeo - era l'isolamento internazionale della Francia. Il sistema di alleanze a tal fine messo in piedi dal cancelliere, fondato sul "patto dei tre imperatori" del 1873, si scontrava però contro le rivalità che opponevano nei Balcani gli altri due contraenti (Austria e Russia), rivalità che risultarono evidenti con la guerra russo-turca (1877) e il successivo congresso di Berlino (1878). Nel 1882 la Germania stipulava il trattato della Triplice alleanza con Austria e Italia. Nel 1890 Bismarck lasciava il governo.
La Francia si riprese rapidamente dalla sconfitta del '70. Permaneva però, nella Terza Repubblica, una forte opposizione conservatrice e monarchica. La scena politica era dominata dai repubblicani ("opportunisti" e radicali), che riuscirono gradualmente a consolidare il nuovo regime, spesso messo però a repentaglio dalla notevole instabilità dei governi e dalla grande corruzione che dominava il mondo politico e finanziario. La minaccia più grave fu quella rappresentata dalla nascita, alla fine degli anni '80, di un movimento nazionalista e autoritario guidato dal generale Boulanger.
In Gran Bretagna, gli anni '70 e '80 del secolo furono dominati dalle figure del conservatore Disraeli e del liberale Gladstone. Il primo unì una politica di riforme sociali al deciso impulso dato alla politica imperialistica. Il secondo, oltre a realizzare un allargamento del suffragio, tentò di risolvere la questione irlandese attraverso il varo d'una riforma agraria e la concessione di un'autonomia politica all'isola. Questo secondo progetto (Home Rule) provocò però una forte opposizione nel suo stesso partito e la secessione degli esponenti "unionisti". Il governo tornava così in mano ai tories (1886).
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