29.16 Sommario
La distruzione della Cecoslovacchia (marzo '39) determinò una svolta nella politica anglo-francese verso la Germania. In risposta alle mire tedesche sulla Polonia, Francia e Inghilterra conclusero un'alleanza con questo paese. Decisivo divenne a quel punto l'atteggiamento dell'Urss: ma, per reciproche diffidenze, le trattative fra sovietici e anglo-francesi si arenarono. Garantitosi a est con il patto di non aggressione con l'Urss (agosto), Hitler poté attaccare subito dopo la Polonia (1° settembre 1939). Francia e Inghilterra dichiararono guerra alla Germania mentre l'Italia - che da poco aveva concluso il "patto d'acciaio" con i tedeschi - annunciò la "non belligeranza".
La conquista tedesca della Polonia fu rapidissima, grazie al nuovo tipo di "guerra-lampo" praticato dai tedeschi (uso congiunto di aviazione e mezzi corazzati). Nei primi mesi la guerra si svolse in pratica solo a nord: la Russia attaccò la Finlandia, la Germania occupò Danimarca e Norvegia. Nel maggio-giugno 1940 l'offensiva tedesca sul fronte occidentale si risolse in un travolgente successo: la parte centro-settentrionale della Francia fu occupata dai tedeschi, mentre la sovranità francese si esercitava su quella meridionale (la Repubblica di Vichy), di fatto subordinata alla Germania.
Il 10 giugno '40, convinto che la guerra stesse ormai per finire, Mussolini annunciò l'intervento dell'Italia a fianco dell'alleato nazista. Ma l'esercito italiano fornì una pessima prova sia contro i francesi, sia - in Africa e nel Mediterraneo - contro gli inglesi. I successivi insuccessi in Grecia e nel Nord Africa obbligarono gli italiani a chiedere l'aiuto dei tedeschi: finiva così l'illusione di una "guerra parallela".
Rimasta sola a combattere contro le potenze fasciste, l'Inghilterra, sotto la guida energica del primo ministro Churchill, riuscì a respingere il tentativo tedesco di invadere le isole britanniche. La battaglia d'Inghilterra dell'estate '40 - combattuta soprattutto nell'aria - segnò così per la Germania la prima battuta d'arresto.
Nel 1941 il conflitto entrò in una nuova fase, divenendo effettivamente mondiale. Nell'estate la Germania invase l'Urss, riportando notevoli successi ma finendo con l'immobilizzare su quel fronte, in una guerra di usura, gran parte del proprio esercito. In dicembre gli Stati Uniti - che già sostenevano economicamente lo sforzo bellico inglese - entrarono anch'essi in guerra dopo l'attacco che la loro flotta subì a Pearl Harbor ad opera del Giappone (unito alle potenze dell'Asse dal "patto tripartito").
Nella primavera-estate del 1942 le potenze del Tripartito raggiunsero la loro massima espansione. Nelle zone occupate, il Giappone e la Germania cercarono di costruire un "nuovo ordine" fondato sulla supremazia della nazione "eletta". I tedeschi, in particolare, miravano a ridurre i popoli slavi in condizioni di semischiavitù. La persecuzione si concentrò, però, soprattutto contro gli ebrei: dai 5 ai 6 milioni ne furono sterminati nei lager. Soprattutto dopo l'attacco tedesco all'Urss, si svilupparono in Europa movimenti di resistenza (pur attraversati da divisioni fra comunisti e non comunisti). In molti dei paesi controllati dai nazisti una parte della popolazione e della classe dirigente accettò di collaborare con gli occupanti.
Nel 1942-43 si ebbe una svolta nella guerra. I giapponesi subirono alcune sconfitte nel Pacifico. Sul fronte russo la lunga e sanguinosa battaglia di Stalingrado si risolse in una sconfitta dei tedeschi. Sul fronte nordafricano gli alleati fermarono le forze dell'Asse a El Alamein e le costrinsero a ritirarsi. Nel luglio '43 gli anglo-americani sbarcarono in Sicilia.
Gli insuccessi militari ormai drammatici furono all'origine della caduta di Mussolini (25 luglio '43). L'8 settembre veniva annunciato l'armistizio fra l'Italia e gli anglo-americani. Mentre il re e Badoglio fuggivano a Brindisi, i tedeschi occupavano l'Italia centro-settentrionale; prive di chiare direttive, le forze armate italiane si sbandarono. A quel punto il paese era diviso in due: lo Stato monarchico sopravviveva nel Sud occupato dagli alleati. Al Nord Mussolini costituiva la Repubblica sociale italiana, del tutto soggetta al controllo dei tedeschi.
Alla fine del '43 si formarono le prime bande partigiane. Tra la fine del '42 e l'estate del '43 si erano ricostituiti i partiti antifascisti, che nel settembre '43 diedero vita al Comitato di liberazione nazionale. La contrapposizione tra Cln e governo Badoglio si sbloccò per l'intervento di Togliatti, che propose di accantonare ogni pregiudiziale contro il re o Badoglio. Nell'aprile '44 si formò il primo governo di unità nazionale, con i partiti del Cln. Dopo la liberazione di Roma il re trasmise i propri poteri al figlio Umberto e si costituì un nuovo governo (con alla testa Bonomi), più direttamente legato al movimento partigiano che si andava sviluppando in tutta l'Italia settentrionale.
Mentre gli anglo-americani erano impegnati in Italia, fra il '43 e il '44 l'Urss iniziava una lenta ma inarrestabile avanzata. Nel giugno '44 gli alleati sbarcavano in Normandia e, di lì a poco, liberavano la Francia. Frattanto, nelle conferenze di Mosca (ottobre '44) e di Yalta (febbraio '45), russi, americani e inglesi si accordavano sulla futura sistemazione dell'Europa. Nel 1945 i tedeschi dovettero arretrare su entrambi i fronti, sotto la pressione di anglo-americani e russi. Il 25 aprile, mentre la Resistenza proclamava l'insurrezione generale, l'Italia era liberata dalle forze alleate (Mussolini fu allora giustiziato dai partigiani). Pochi giorni dopo, entrati i russi a Berlino, la Germania capitolava. La guerra proseguiva, a quel punto, solo nel Pacifico contro il Giappone; terminò il 2 settembre, dopo l'esplosione di due bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki.
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