21.6 La nuova tecnologia militare
Scoppiato al termine di un periodo di grandi progressi scientifici e di grande sviluppo economico, il primo conflitto mondiale si caratterizzò per l'applicazione intensiva e sistematica dei nuovi ritrovati della tecnologia alle esigenze della guerra. Artiglierie pesanti, fucili a ripetizione e mitragliatrici giocarono un ruolo decisivo nei combattimenti, ma non costituirono delle novità assolute. Del tutto nuova e sconvolgente fu invece l'introduzione di nuovi mezzi d'offesa subdoli e micidiali come le armi chimiche, gas che venivano indirizzati verso le trincee nemiche provocando la morte per soffocamento di chi li respirava.
Oltre a stimolare la produzione in grande serie di armi vecchie e nuove, la guerra sollecitò notevolmente lo sviluppo di settori relativamente giovani, come quello automobilistico, o che stavano muovendo i primi passi, come l'aeronautica e la radiofonia. Il perfezionamento delle telecomunicazioni, via radio o via filo, permise di coordinare i movimenti delle truppe su fronti vastissimi. L'impiego sempre più massiccio dei mezzi motorizzati consentì di far affluire rapidamente enormi masse di soldati dalle retrovie al fronte.
Non sempre, però, l'uso di nuovi mezzi o di nuove armi riuscì a influire sul corso della guerra. Il caso più tipico fu quello dell'aviazione. Dal 1903, quando due ingegneri americani, i fratelli Orville e Wilbur Wright, erano riusciti per la prima volta a far sollevare dal suolo un apparecchio a motore più pesante dell'aria, la tecnica del volo aveva fatto limitati progressi. Nel corso della guerra la produzione di aerei conobbe un enorme incremento (ne furono costruiti circa 200.000). Si realizzarono mezzi sempre più veloci, ma non abbastanza affidabili da poter essere usati sistematicamente nelle battaglie. Nei primi anni del conflitto gli aerei furono usati soprattutto per la ricognizione, oltre che per la "caccia" (cioè l'azione contro altri aerei e, in genere, contro obiettivi mobili nemici).
Altrettanto stentati furono gli esordi di un altro futuro protagonista delle guerre del '900: il carro armato. I primi mezzi corazzati, le autoblindo (ossia autocarri ricoperti da piastre d'acciaio e muniti di mitragliatrici), erano limitati nel loro impiego dal fatto di potersi muovere solo su strada. Il passo successivo consistette nel sostituire le ruote con i cingoli, che già venivano impiegati sulle macchine agricole e che permettevano ai veicoli di attraversare qualsiasi terreno e di essere usati per attaccare e scavalcare le trincee nemiche. Sperimentati per la prima volta nel 1916 dagli inglesi, i carri armati furono impiegati in modo massiccio e con discreto successo, sempre dagli inglesi, solo nel novembre del '17. Ma i primi risultati non bastarono a convincere i comandi alleati circa l'utilità dei mezzi corazzati, che avrebbero invece potuto rappresentare un'arma vincente, capace di superare con azioni in profondità lo stallo della guerra di trincea. Fra le nuove macchine belliche sperimentate in questi anni, una sola influì in modo significativo sul corso della guerra: il sottomarino. Furono soprattutto i tedeschi a intuire le possibilità del nuovo mezzo e a servirsene sia per attaccare le navi da guerra nemiche, sia per affondare senza preavviso le navi mercantili, anche di paesi neutrali, che portavano rifornimenti verso i porti dell'Intesa. Nonostante il numero limitato dei mezzi disponibili, la guerra sottomarina si rivelò subito un'arma molto efficace. Essa però sollevava gravi problemi politici e morali e urtava in particolare gli interessi commerciali degli Stati Uniti. Infatti, quando nel maggio 1915 un sottomarino tedesco affondò il transatlantico inglese Lusitania, che trasportava più di mille passeggeri fra cui 140 cittadini americani (ma aveva a bordo anche armi destinate all'Inghilterra), le proteste degli Stati Uniti furono così energiche da convincere i tedeschi a sospendere la guerra sottomarina indiscriminata.
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