25. La grande crisi: economia e società negli anni '30
25.1 Crisi e trasformazione
Alla fine degli anni '20 l'Europa e il mondo sembravano avviati a superare i traumi e le ferite del primo conflitto mondiale. I rapporti fra le maggiori potenze attraversavano una fase di distensione. Il problema tedesco - punto critico dell'assetto europeo - sembrava avviato a una soluzione equilibrata, che garantiva gli interessi delle potenze vincitrici e assicurava al tempo stesso il reinserimento pacifico della Germania fra i protagonisti della politica internazionale. L'economia dell'Occidente capitalistico, trainata dalla spettacolosa espansione produttiva degli Stati Uniti, aveva ripreso a svilupparsi con discreta regolarità dopo le convulsioni del primo quinquennio postbellico. In questo quadro di apparente stabilità e di diffusa prosperità si abbatté una crisi economica tanto imprevista quanto catastrofica.
Scoppiata negli Stati Uniti nell'autunno del 1929 e prolungatasi per buona parte degli anni '30, la "grande crisi" - come ancora oggi viene chiamata - fece sentire i suoi effetti anche sulla politica e sulla cultura, sulle strutture sociali e sulle istituzioni statali, segnando una netta cesura - che si sovrappose a quella creata dalla Grande Guerra - nello sviluppo storico delle società occidentali. Sconvolse i vecchi assetti e accelerò trasformazioni già in atto. Diede un'ulteriore, decisiva spinta alla decadenza dell'Europa liberale. Compromise seriamente gli equilibri internazionali, mettendo in moto una catena di eventi che avrebbe portato, nel giro di un decennio, a un nuovo conflitto mondiale.
Nel corso degli anni '30 vennero inoltre in primo piano problemi e tematiche destinati a improntare di sé la società del secondo dopoguerra: la compenetrazione fra apparati statali ed economia (già venuta in evidenza durante la Grande Guerra) e l'affermarsi di forme di capitalismo diretto (ossia programmato dall'alto); lo sviluppo dei mezzi di comunicazione di massa (radio e cinematografo); la crescita delle classi medie (in particolare dei ceti impiegatizi), in rapporto allo sviluppo continuo del settore terziario; la radicalizzazione dei conflitti ideologici e il loro trasferimento su scala internazionale.
Si tratta di processi molto diversi fra loro, né tutti possono essere collegati in senso stretto alla grande crisi: questa tuttavia, in quanto fenomeno dominante di un intero decennio e origine di profonde trasformazioni, ha assunto nella ricostruzione storica il rilievo di un evento periodizzante.
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