34.12 Sommario
Negli anni '50 e '60 l'economia dei paesi industrializzati attraversò una fase di intenso sviluppo, che ebbe tra le sue cause: crescita della popolazione (da cui un aumento della domanda); innovazione tecnologica e razionalizzazione produttiva; espansione del commercio mondiale; politiche statali in sostegno della crescita.
L'applicazione delle scoperte scientifiche alla produzione divenne velocissima. Nel campo della chimica si svilupparono le materie plastiche e le fibre sintetiche. In medicina c'è da segnalare la produzione di nuovi farmaci (antibiotici, ormoni, psicofarmaci, anticoncezionali, ecc.) e i grandi progressi della chirurgia. Le conseguenze dello sviluppo tecnologico si fecero sentire in modo decisivo nel campo dei trasporti (motorizzazione privata, sviluppo dell'aviazione civile), contribuendo a modificare radicalmente le abitudini di vita. Nel 1957, col lancio del primo satellite artificiale sovietico, iniziava la conquista dello spazio (del '69 è il primo sbarco dell'uomo sulla Luna), che avrebbe determinato una "ricaduta" di tecnologia in tutti i settori produttivi.
Una caratteristica dei decenni del dopoguerra è il forte aumento della popolazione, concentrato però soprattutto nel Terzo Mondo, dove al calo della mortalità si è accompagnato un tasso di natalità notevolmente elevato. Nei paesi industrializzati l'aumento demografico è stato invece molto contenuto e in alcuni di essi si è giunti ormai alla "crescita zero" della popolazione.
Lo sviluppo dei mezzi di comunicazione di massa (anzitutto della televisione) ha rappresentato, tra i prodotti dello sviluppo tecnologico, quello che più di ogni altro ha condizionato la vita quotidiana e i modelli di comportamento delle società industrializzate (e in parte anche di quelle meno sviluppate). La notevole espansione dei consumi "superflui" è ormai caratteristica fondamentale delle società avanzate, ove ha suscitato fenomeni estesi di rifiuto ideologico, nonché di critica da parte di alcune correnti intellettuali (anzitutto quella che si richiama alla "scuola di Francoforte").
Alla fine degli anni '60 si verificò un'esplosione della protesta giovanile contro la "società del benessere": protesta iniziata negli Stati Uniti e poi diffusasi nell'Europa occidentale e in Giappone. L'episodio più clamoroso della contestazione studentesca fu la rivolta parigina del maggio '68. La fase della ribellione giovanile lasciò un segno profondo nelle società occidentali, soprattutto nel campo dei valori e dei modelli di comportamento.
Negli stessi anni si sviluppava un nuovo femminismo che - raggiunta ormai la parità tra i sessi sul piano dei diritti politici - criticava la divisione dei ruoli tra uomo e donna nella famiglia e nel lavoro, e più in generale rifiutava i valori "maschilisti" dominanti nelle società industrializzate.
Di fronte alla nuova realtà della società del benessere, la Chiesa cattolica - pur ribadendo la sua critica al diffondersi di valori materialistici e di comportamenti contrari alle sue dottrine - tentò un proprio rinnovamento interno e un'apertura ai problemi del mondo contemporaneo. Tale nuovo corso iniziò col pontificato di Giovanni XXIII (1958-63) e proseguì con il Concilio Vaticano II.
L'aumento del prezzo del petrolio nel '73 (che si inseriva in una fase di instabilità monetaria internazionale inaugurata nel '71 dalla sospensione della convertibilità del dollaro) generò una crisi economica internazionale di vaste proporzioni. A differenza delle crisi del passato, la crescita della disoccupazione si sommava a un elevato tasso di inflazione. La gravità della crisi indusse ad interrogarsi sui fondamenti dello sviluppo industriale e sulla distruzione delle risorse naturali da esso provocate: grande diffusione ebbero di conseguenza le tematiche ecologiche e la ricerca di fonti energetiche alternative. Il calo del prezzo del petrolio dell'85-'86 ha però indotto a ridimensionare la portata della crisi degli anni '70, anche perché il capitalismo ha mostrato con la rivoluzione elettronica (cui si è accompagnato lo sviluppo di informatica, telematica, cibernetica e robotica) insospettate capacità di trasformazione. Si è parlato a questo proposito di società "postindustriale".
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