17.9 I partiti socialisti e la Seconda Internazionale
Fino agli anni '70-'80 del secolo scorso, i movimenti socialisti costituivano dappertutto delle piccole minoranze emarginate (e spesso perseguitate) e per lo più puntavano le loro carte sulla prospettiva di un radicale sconvolgimento rivoluzionario. La situazione cambiò completamente alla fine dell'800. In tutti i più importanti paesi europei, e anche fuori d'Europa, sorsero partiti socialisti che cercavano di organizzarsi sul piano nazionale, che affiancavano - e gradualmente sostituivano - al proselitismo rivoluzionario un'azione legale all'interno delle istituzioni, che partecipavano alle elezioni inviando, dove possibile, i loro rappresentanti nei parlamenti, e che, all'inizio del '900, cominciarono addirittura a discutere circa la possibilità di una loro partecipazione a governi "borghesi". Furono proprio i partiti socialisti a proporre per primi il modello di quel "partito di massa" che si sarebbe affermato come la forma di organizzazione politica più diffusa nelle democrazie europee.
Il primo e il più importante di questi partiti fu quello socialdemocratico tedesco, nato - come già si è visto - nel 1875. L'efficienza organizzativa, i successi elettorali, la compattezza ideologica fornita dal marxismo, assunto definitivamente come dottrina ufficiale del partito, ne fecero un esempio e un modello per gli altri partiti nazionali che vennero sorgendo nell'ultimo ventennio del secolo.
L'affermazione della dottrina marxista e del modello organizzativo socialdemocratico si rivelò più difficile nei paesi in cui il movimento operaio aveva una più antica e autonoma tradizione. In Francia un partito di ispirazione marxista (il Parti ouvrier français) si formò nel 1882, all'indomani dell'amnistia ai comunardi, sotto la guida di Jules Guesde; ma subito si scisse in diversi tronconi, che si fecero accanita concorrenza fino alla riunificazione in un nuovo partito (la Sfio, ossia Sezione francese dell'Internazionale operaia), avvenuta nel 1905.
In Gran Bretagna, l'unico paese in cui da tempo era attivo un forte movimento sindacale, i gruppi marxisti non riuscirono a imporre la loro egemonia sul grosso dei lavoratori organizzati nelle Trade Unions. Maggiore influenza sulle vicende del movimento operaio britannico ebbe la Società fabiana, un'associazione formata soprattutto da intellettuali (fra gli altri, i coniugi Sidney e Beatrice Webb e gli scrittori George Bernard Shaw e Herbert G. Wells), fautori di una strategia gradualista e "temporeggiatrice". Furono comunque gli stessi dirigenti delle Trade Unions, all'inizio del '900, a prendere l'iniziativa di creare una formazione politica che fosse espressione dell'intero movimento operaio. Nacque così, nel 1906, il Partito laburista (Labour Party), che si fondava, dal punto di vista organizzativo, sull'adesione collettiva delle organizzazioni sindacali ed era privo di una caratterizzazione ideologica ben definita.
Al di là delle diversità organizzative, delle divergenze ideologiche e delle inevitabili peculiarità nazionali, i partiti operai europei, compresi i laburisti inglesi, si muovevano, all'inizio del secolo XX, su una piattaforma in larga parte comune: tutti si proponevano il superamento del sistema capitalistico e la gestione sociale dell'economia; tutti si ispiravano a ideali internazionalisti e pacifisti; tutti tendevano a crearsi una base di massa tra i lavoratori e a partecipare attivamente alla lotta politica nel proprio paese; tutti infine facevano capo a un'organizzazione socialista internazionale, erede di quella che si era dissolta all'inizio degli anni '70.
La nascita della
Seconda Internazionale (o Internazionale socialista) si fa risalire al 1889, quando i rappresentanti di numerosi partiti europei, per lo più di ispirazione marxista, si riunirono a Parigi e approvarono alcune importanti deliberazioni, fra cui quella che fissava come obiettivo primario del movimento operaio la giornata lavorativa di otto ore e proclamava a tale scopo una giornata mondiale di lotta per il primo maggio di ogni anno. La ricostituzione dell'Internazionale fu sancita ufficialmente in un secondo congresso che si tenne a Bruxelles nel 1891 e che vide una nuova affermazione della tendenza marxista: affermazione confermata nei congressi successivi, che stabilirono fra l'altro l'esclusione degli anarchici e di quanti rifiutavano pregiudizialmente la partecipazione all'attività politico-parlamentare.
Diversamente dalla prima, che aveva avuto l'ambizione di costituire una specie di centro dirigente della classe lavoratrice di tutto il mondo, la Seconda Internazionale fu più che altro una federazione di partiti nazionali autonomi e sovrani. Essa svolse tuttavia un'importante funzione di coordinamento e i suoi congressi costituirono un fondamentale luogo di incontro e di discussione sui grandi problemi di interesse comune a tutti i partiti (lo sciopero generale, la lotta contro la guerra, la questione coloniale), la sede naturale dei grandi dibattiti ideologici che animarono il movimento operaio europeo all'inizio del '900.
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