26.6 Il contagio autoritario
L'avvento del nazismo fu l'episodio centrale e decisivo della crisi della democrazia nell'Europa fra le due guerre: crisi che era iniziata, come si è visto, già negli anni '20 e che dagli avvenimenti tedeschi ricevette un ulteriore impulso. In tutta l'Europa centro-orientale si assisté, a partire dal '33, alla crescita di movimenti estremisti ispirati all'esempio del nazismo (come le Croci frecciate in Ungheria o le Guardie di ferro in Romania), al rafforzamento delle tendenze dittatoriali e militariste nei paesi già soggetti a regimi autoritari (fu il caso dell'Ungheria, della Polonia, della Jugoslavia, della Bulgaria), alla nascita di nuove dittature di stampo monarchico-fascista (in Grecia nel '36, in Romania nel '38).
Anche in Austria, dove la democrazia sembrava aver radici più solide, cristiano-sociali e conservatori, al potere dal 1920, cercarono di modificare le istituzioni in senso autoritario, scontrandosi con l'opposizione di una socialdemocrazia ancora molto forte a livello organizzativo ed elettorale. Nel febbraio 1934, dopo aver represso sanguinosamente una rivolta operaia scoppiata a Vienna, il cancelliere cristiano-sociale Engelbert Dollfuss mise fuori legge il Partito socialdemocratico e varò una nuova costituzione di ispirazione clericale e corporativa, molto vicina al modello fascista.
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