34.3 Il trionfo dei "mass media"
Fra i prodotti dello sviluppo tecnologico degli ultimi decenni, quelli che forse più di tutti hanno condizionato e trasformato la vita quotidiana nelle società industrializzate - e in parte anche in quelle meno sviluppate - sono i mezzi di comunicazione di massa (o mass media, come spesso vengono chiamati con termine inglese). La rivoluzione in questo campo era cominciata già nel periodo fra le due guerre (
25.8), con l'affermazione della radio e del cinema sonoro. Anche nel secondo dopoguerra, radio e cinema hanno continuato a svolgere un ruolo importantissimo. La radio, in particolare, ha conosciuto un nuovo boom alla fine degli anni '50, con l'apparizione degli apparecchi a transistor (caratterizzati dall'ingombro minimo, dai bassi costi di fabbricazione e dall'indipendenza dalle fonti di alimentazione elettrica) ed è a tutt'oggi il più diffuso fra i mezzi di comunicazione: all'inizio degli anni '80 ne esistevano in tutto il mondo circa un miliardo.
Ma la vera protagonista di questa fase della storia delle comunicazioni di massa è certamente la televisione. Le prime trasmissioni sperimentali di immagini furono effettuate in Gran Bretagna già negli anni '30. Ma le trasmissioni regolari per il grande pubblico cominciarono subito dopo la guerra negli Usa, per opera di alcune grandi compagnie private. E fu negli Stati Uniti che il nuovo mezzo si affermò in pochi anni fino a diventare un consumo di massa (un televisore ogni 4 abitanti nel 1960). Nel corso degli anni '50, la televisione si impose anche in Europa occidentale e, nei decenni successivi, si diffuse nelle aree meno industrializzate: nel 1980 c'erano in tutto il mondo circa 400 milioni di apparecchi (uno ogni 10 abitanti) e anche i paesi più poveri disponevano di una propria rete televisiva. Frattanto il mezzo si andava perfezionando dal punto di vista tecnico. All'inizio degli anni '60, l'uso dei satelliti per telecomunicazioni consentì la trasmissione dei segnali televisivi da un capo all'altro del mondo. Nello stesso periodo furono realizzati i primi apparecchi a colori, che sarebbero stati commercializzati su vasta scala nel decennio successivo.
L'avvento della televisione ha avuto effetti rivoluzionari in molti campi. Ha trasformato il mondo dell'informazione, offrendo la possibilità di mostrare - e di diffondere in tutto il mondo - le immagini di un evento (da una competizione sportiva allo sbarco del primo uomo sulla Luna, da un attentato all'eruzione di un vulcano) nel momento stesso in cui si svolge. Ha portato lo spettacolo dentro le case, creando nuove abitudini familiari, nuove forme di intrattenimento collettivo e un diverso uso del tempo libero, soprattutto da parte dei ragazzi. Ma ha anche creato una nuova cultura di massa: una cultura in cui l'immagine tende a prevalere sulla parola scritta (quello di libri e giornali è l'unico fra i consumi culturali a non aver conosciuto incrementi di rilievo nell'ultimo quarantennio); una cultura i cui prodotti e i cui modelli - prevalentemente di origine americana - tendono a diffondersi in tutto il mondo, imponendo ovunque nuovi linguaggi e nuovi valori, a scapito delle culture tradizionali.
Un'altra componente fondamentale di questo universo culturale, un'altra fabbrica inesauribile di miti e di idoli popolari - e in particolare giovanili - è stata costituita, soprattutto a partire dalla fine degli anni '50, dalla musica "leggera". La canzone - intesa come componimento musicale breve e orecchiabile - era da secoli una forma tipica della cultura popolare; e ancor più lo era diventata con l'avvento della radio. L'ulteriore boom commerciale degli anni postbellici si spiega, da un lato, con la diffusione della canzone americana durante e dopo il conflitto mondiale; dall'altro, col perfezionamento degli strumenti per la riproduzione del suono (grammofoni e registratori, dischi microsolco, cassette magnetiche e compact disc). In questo campo si è assistito a un continuo affinamento delle tecnologie (alta fedeltà, stereofonia, registrazione digitale) e a un contemporaneo rapido allargamento del mercato (circa due miliardi di dischi e cassette venduti annualmente in tutto il mondo alla fine degli anni '70).
Anche in questo caso, come in quello della televisione, i progressi della tecnologia elettronica e l'egemonia commerciale e culturale dei paesi anglosassoni (l'inglese è oggi la lingua della musica pop - ossia popolare - come nel '700 l'italiano era stato la lingua della musica colta) hanno contribuito insieme a creare un linguaggio comune ai giovani di buona parte del mondo, a diffondere valori alternativi alle convenzioni "borghesi" (maggior indipendenza, più liberi rapporti fra i sessi, pacifismo, ecc.), a imporre un po' ovunque nuove mode e nuovi modelli di comportamento, con una forza di penetrazione sconosciuta a tutti i fenomeni analoghi del passato.
Torna all'indice