14. La seconda rivoluzione industriale
14.1 Il capitalismo a una svolta
Negli ultimi trent'anni del secolo XIX il sistema dell'economia capitalistica subì una serie di trasformazioni di tale profondità e di tale portata da giustificare, in riferimento a questo periodo, l'uso del termine "seconda rivoluzione industriale". Si modificarono le tecniche produttive, con la nascita di nuove branche dell'industria. Cambiarono i rapporti fra i vari settori della produzione e quelli fra i poteri statali e l'economia nel suo insieme. Cambiarono anche i rapporti economici internazionali e le gerarchie mondiali della potenza industriale: negli anni '90 la Gran Bretagna perse il suo tradizionale primato in alcuni settori-chiave, dove fu superata per la prima volta da Germania e Stati Uniti.
La nuova fase dell'economia ebbe inizio con una improvvisa crisi di sovrapproduzione che, scoppiata nel 1873, continuò a far sentire i suoi effetti nei due decenni successivi, caratterizzati da una prolungata caduta dei prezzi (il cui indice medio scese di circa un terzo fra il 1873 e il 1896). Ciò ha fatto sì che questa fase fosse impropriamente definita, già dai contemporanei, come grande depressione. In realtà la caduta dei prezzi fu, più che un sintomo di crisi, un prodotto delle trasformazioni organizzative e delle innovazioni tecnologiche che permisero di ridurre progressivamente i costi di produzione. Non vi fu dunque una vera e propria recessione, ma piuttosto un rallentamento dei ritmi di crescita globale: questo rallentamento fu più breve negli Stati Uniti e in Germania, dove lo sviluppo riprese impetuoso già dall'inizio degli anni '80, più prolungato in Gran Bretagna, dove il relativo ristagno si protrasse fino agli ultimi anni del secolo. In nessun paese, comunque, si registrarono sostanziali cadute negli indici della produzione industriale. Il volume degli scambi commerciali continuò a crescere ovunque. Il tenore di vita della popolazione nelle aree urbane non subì abbassamenti: al contrario, i lavoratori salariati si giovarono della diminuzione dei prezzi e riuscirono, grazie anche all'azione delle organizzazioni di classe, a difendere meglio che in passato il livello reale delle loro retribuzioni.
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