18. L'Europa tra due secoli
18.1 Le nuove alleanze
A partire dal 1890 - l'anno delle dimissioni di Bismarck - i rapporti fra le grandi potenze che dominavano la politica europea e mondiale subirono radicali mutamenti. Gli equilibri internazionali, che nei vent'anni precedenti erano rimasti come bloccati in una trama di alleanze che faceva perno sulla Germania di Bismarck, si ruppero dando luogo a un assetto bipolare fondato sulla contrapposizione fra due blocchi di potenze.
A mettere in crisi il vecchio sistema di alleanze furono soprattutto due fattori: la scelta del nuovo imperatore tedesco Guglielmo II in favore di una politica di respiro mondiale, più dinamica e aggressiva di quella praticata da Bismarck dopo il '70; la crescente, obiettiva difficoltà per la Germania di tenere uniti i suoi due maggiori alleati, gli imperi austro-ungarico e russo, in perenne tensione nel settore balcanico. Mentre Bismarck era riuscito in qualche modo a legare a sé entrambe le potenze, i suoi successori optarono decisamente per l'alleanza con l'Austria, non rinnovando, nel 1890, il trattato di controassicurazione stipulato tre anni prima con la Russia (
13.3): ciò nella convinzione che l'Impero zarista non avrebbe mai stretto alleanza con la Francia repubblicana. Ma queste due potenze, diversissime e distanti sotto tutti i punti di vista, avevano almeno una cosa in comune: la necessità di trovare un alleato. Si giunse così, nell'estate del 1891, a un primo accordo franco-russo, trasformatosi poi, nel 1894, in vera e propria alleanza militare. Contemporaneamente la Francia si impegnò in una serie di ingenti prestiti alla Russia, che stava cercando di avviare un processo di industrializzazione.
Con la stipulazione della Duplice franco-russa veniva meno il principale pilastro su cui si era fondato il sistema bismarckiano, l'isolamento della Francia, e la Germania era costretta a premunirsi contro l'eventualità, sempre temuta, di una guerra su due fronti. Pochi anni dopo, la decisione presa dal governo tedesco di dare il via alla costruzione di una potente flotta da guerra capace di contrastare la superiorità britannica nel Mare del Nord, provocava un inasprimento dei rapporti - fin allora abbastanza cordiali - fra Germania e Inghilterra. Nelle intenzioni dei suoi fautori, il riarmo navale doveva servire a incutere rispetto alla Gran Bretagna e a renderla più malleabile in vista di un'intesa generale. Ma l'effetto fu quello di indurre gli inglesi, decisi a mantenere la propria superiorità, a impegnarsi a loro volta in una vera e propria corsa agli armamenti navali, che avrebbe toccato il suo culmine fra il 1907 e il 1914. Frattanto aveva inizio fra Inghilterra e Francia quel processo di graduale riavvicinamento che portò le due potenze a sistemare le vecchie vertenze coloniali in Africa (
15.6) e a stipulare, nel 1904, un accordo che prese il nome di Intesa cordiale. L'Intesa non era una vera e propria alleanza militare, ma costituiva ugualmente una sconfitta diplomatica per la Germania e un notevole successo per la Francia, che diventava il perno di un nuovo sistema di alleanze.
Quando, nel 1907, anche Inghilterra e Russia regolarono i loro contrasti in Asia con un accordo che limitava le rispettive sfere di influenza, il capovolgimento della situazione pre-1890 poté dirsi completo. Del sistema di alleanze bismarckiano restava in piedi soltanto il blocco fra i due imperi centrali, con l'appendice dell'Italia (che peraltro tendeva a riservarsi una sempre maggiore autonomia all'interno della Triplice alleanza). A questo blocco se ne contrapponeva un altro, quello che poi fu chiamato Triplice intesa, politicamente meno omogeneo e meno compatto dal punto di vista diplomatico, ma potenzialmente più forte per risorse e per popolazione e unito, se non altro, dalla preoccupazione per la crescente potenza tedesca.
In Germania, d'altro canto, questa situazione - che pure era dovuta in massima parte agli errori della classe dirigente tedesca - determinò una sorta di complesso di accerchiamento. E ciò fu causa a sua volta di una maggiore aggressività in politica estera, di una più accentuata spinta al riarmo, di una pericolosa inclinazione - diffusa soprattutto nelle alte sfere militari - verso la guerra "preventiva". Tendenze aggressive e spinte nazionalistiche si manifestavano, del resto, anche negli altri Stati; e convergevano nel creare un clima di sempre maggiore tensione internazionale.
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