8.10 L'Internazionale dei lavoratori
Nonostante la varietà delle ideologie e delle forme organizzative in cui si articolava nei vari paesi, il movimento operaio avvertì presto l'esigenza di un collegamento internazionale. La prima occasione per soddisfare questa esigenza fu offerta nel 1862 dalla visita di una delegazione di lavoratori francesi all'esposizione universale di Londra. In tale occasione, i delegati presero contatto con i dirigenti delle Trade Unions britanniche e stabilirono di dar vita a un'organizzazione permanente di coordinamento aperta ai rappresentanti di altri paesi. La riunione inaugurale della nuova organizzazione, che prese il nome di Associazione internazionale dei lavoratori, si tenne a Londra due anni dopo, nel settembre 1864. Le uniche delegazioni che potessero vantare una certa rappresentatività erano quella inglese, composta da dirigenti delle Trade Unions, e quella francese, dove erano in maggioranza i proudhoniani. Un emissario di Mazzini rappresentava le società operaie italiane. Gli altri partecipanti alla riunione erano esuli di vari paesi invitati a titolo personale: fra essi, Karl Marx.
Assuntosi il compito di redigere lo statuto provvisorio, Marx riuscì a inserire nel documento alcuni punti che qualificavano l'Associazione in senso classista, nonostante l'opposizione del rappresentante italiano (da allora i mazziniani non ebbero più parte alcuna nell'Internazionale). Ciò che risultava più evidente era l'affermazione dell'autonomia del proletariato e la priorità data alla lotta contro lo sfruttamento.
L'emancipazione della classe lavoratrice - così esordiva lo statuto - deve essere opera della classe lavoratrice stessa. [...] La soggezione economica del lavoratore [...] forma la base della servitù in tutte le sue forme, la base di ogni miseria sociale, di ogni degradazione spirituale e dipendenza politica. Di conseguenza l'emancipazione economica della classe operaia è il grande fine cui deve essere subordinato, come mezzo, ogni movimento politico.
La fondazione dell'Associazione internazionale dei lavoratori (o
Prima Internazionale come venne successivamente chiamata) fu senza dubbio un evento capitale nella storia del movimento operaio, ma lo fu più per il suo significato simbolico che per i suoi effetti pratici. L'Internazionale costituì subito un punto di riferimento ideale per i lavoratori di tutta Europa, oltre che uno spauracchio per i governi conservatori, sempre pronti ad attribuirle la responsabilità di agitazioni e complotti. Ma la sua capacità di rappresentare realmente le organizzazioni operaie dei singoli paesi e di guidare la loro attività fu, tutto sommato, assai scarsa; e il suo funzionamento fu gravemente compromesso dall'eterogeneità delle sue componenti e dalle aspre rivalità che dividevano i suoi capi.
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