1. La Restaurazione e il Romanticismo
    1. La Restaurazione e i suoi limiti
    2. Il congresso di Vienna e il nuovo assetto europeo
    3. La Santa alleanza
    4. La Restaurazione in Europa
    5. La Restaurazione in Italia
    6. Gli aspetti sociali della Restaurazione
    7. La cultura del Romanticismo
    8. Romanticismo e politica
    9. Sommario
  2. Le rivoluzioni europee degli anni '20
    1. Liberalismo, democrazia, principio nazionale
    2. Le società segrete
    3. La rivoluzione in Spagna e in Italia meridionale
    4. I moti del '21 in Piemonte
    5. Interventi militari e repressioni
    6. Il moto decabrista in Russia
    7. L'indipendenza greca
    8. Sommario
  3. America Latina e Stati Uniti
    1. Le due rivoluzioni americane
    2. L'indipendenza dell'America Latina
    3. L'America Latina dopo l'indipendenza
    4. Lo sviluppo degli Stati Uniti: la frontiera e la democrazia
    5. L'espansione territoriale degli Stati Uniti
    6. Sommario
  4. Il 1830 e il nuovo assetto europeo
    1. La seconda ondata rivoluzionaria
    2. La rivoluzione di luglio in Francia
    3. La rivoluzione di luglio e l'Europa
    4. La monarchia borghese di Luigi Filippo
    5. L'Inghilterra nell'età delle riforme
    6. Le monarchie autoritarie
    7. Gli equilibri internazionali fra il 1830 e il 1848
    8. Sommario
  5. Industrializzazione, classe operaia, socialismo
    1. L'economia europea nel primo '800: la continuità col passato
    2. I fattori dinamici
    3. L'industrializzazione dell'Europa continentale
    4. La formazione della classe operaia
    5. I nuovi sviluppi del liberalismo
    6. Cattolicesimo liberale e cattolicesimo sociale
    7. Il pensiero socialista
    8. Marx, Engels e il "Manifesto dei comunisti"
    9. Sommario
  6. Il Risorgimento italiano
    1. Risorgimento e storia d'Italia
    2. I moti del 1831
    3. Mazzini e la Giovine Italia
    4. Le iniziative mazziniane
    5. L'evoluzione degli Stati italiani
    6. Le nuove correnti politiche: moderatismo, neoguelfismo, federalismo
    7. Il biennio delle riforme (1846-47)
    8. Sommario
  7. Le rivoluzioni del 1848
    1. Una rivoluzione europea
    2. La rivoluzione di febbraio in Francia
    3. La parabola della Seconda Repubblica
    4. La rivoluzione nell'Impero asburgico
    5. La rivoluzione in Germania e l'Assemblea di Francoforte
    6. La rivoluzione in Italia
    7. La prima guerra di indipendenza
    8. Lotte democratiche e restaurazione conservatrice
    9. La Francia dalla Seconda Repubblica al Secondo Impero
    10. Sommario
  8. Società borghese e movimento operaio
    1. La borghesia europea
    2. Ottimismo borghese e cultura positiva
    3. Lo sviluppo economico
    4. La rivoluzione dei trasporti e dei mezzi di comunicazione
    5. La città moderna
    6. Il mondo delle campagne
    7. Il proletariato urbano
    8. Il movimento operaio dopo il '48
    9. Marx e "Il Capitale"
    10. L'Internazionale dei lavoratori
    11. Bakunin, Marx e la crisi dell'Internazionale
    12. Il mondo cattolico di fronte alla società borghese
    13. Sommario
  9. La lotta per l'egemonia continentale e l'unità tedesca
    1. La crisi dell'equilibrio europeo
    2. L'Inghilterra liberale
    3. La Russia di Alessandro II
    4. L'Impero asburgico
    5. La Francia del Secondo Impero
    6. Le guerre di Napoleone III
    7. L'ascesa della Prussia
    8. Bismarck e la guerra austro-prussiana
    9. La guerra franco-prussiana e l'unificazione tedesca
    10. La Comune di Parigi
    11. Sommario
  10. L'unità d'Italia
    1. La seconda restaurazione
    2. L'esperienza liberale in Piemonte
    3. Cavour
    4. Il Piemonte di Cavour: l'evoluzione politica e lo sviluppo economico
    5. La ripresa dell'azione mazziniana
    6. Il fallimento dell'alternativa repubblicana
    7. La diplomazia di Cavour e l'alleanza con la Francia
    8. La seconda guerra di indipendenza
    9. Garibaldi e la spedizione dei Mille
    10. L'intervento piemontese e i plebisciti
    11. Unità italiana e unità tedesca
    12. Sommario
  11. L'Italia unita: Stato e società nell'età della Destra
    1. L'Italia nel 1861
    2. La classe dirigente: Destra e Sinistra
    3. Lo Stato accentrato, il Mezzogiorno, il brigantaggio
    4. La politica economica: i costi dell'unificazione
    5. La questione romana e la terza guerra di indipendenza
    6. Roma capitale
    7. Declino e caduta della Destra storica
    8. Sommario
  12. I nuovi mondi: Stati Uniti e Giappone
    1. L'Europa centro del mondo
    2. Sviluppo economico e fratture sociali negli Stati Uniti
    3. La guerra di secessione e le sue conseguenze
    4. Stati Uniti e America Latina. L'avventura messicana di Napoleone III
    5. L'espansione europea in Asia: l'India sotto la dominazione inglese
    6. La Cina e le "guerre dell'oppio"
    7. Il Giappone feudale
    8. La "restaurazione Meiji" e la nascita del Giappone moderno
    9. Sommario
  13. L'Europa nell'età di Bismarck
    1. La svolta del 1870
    2. La Germania bismarckiana
    3. Bismarck e l'equilibrio europeo
    4. La Terza Repubblica in Francia
    5. L'Inghilterra di Gladstone e Disraeli
    6. Sommario
  14. La seconda rivoluzione industriale
    1. Il capitalismo a una svolta
    2. Le concentrazioni e il capitalismo finanziario
    3. Protezionismo e imperialismo
    4. La crisi agraria e le sue conseguenze
    5. La seconda rivoluzione industriale: scienza e tecnologia
    6. Le nuove industrie
    7. Motori a scoppio ed elettricità
    8. Le nuove frontiere della medicina
    9. Il boom demografico
    10. Sommario
  15. Imperialismo e colonialismo
    1. Che cos'è l'imperialismo
    2. I caratteri del colonialismo
    3. Colonizzatori e colonizzati
    4. L'Africa prima della conquista
    5. L'espansione in Nord Africa
    6. La spartizione dell'Africa nera
    7. Il Sud Africa e la guerra anglo-boera
    8. L'espansione in Asia e in Oceania
    9. La crescita del Giappone e la crisi della Cina
    10. Gli Stati Uniti potenza mondiale
    11. Sommario
  16. L'Italia nell'età della Sinistra
    1. La Sinistra al potere
    2. Depretis e il trasformismo
    3. I primi passi del movimento operaio
    4. I cattolici intransigenti e l'Opera dei congressi
    5. La politica economica, l'agricoltura e l'Inchiesta Jacini
    6. Il problema dello sviluppo industriale e il protezionismo
    7. La politica estera: la Triplice alleanza e l'espansione coloniale
    8. La democrazia autoritaria di Francesco Crispi
    9. Giolitti, i Fasci siciliani e la Banca romana
    10. La nascita del Partito socialista
    11. Il ritorno di Crispi e la sconfitta di Adua
    12. Sommario
  17. Verso la società di massa
    1. Che cos'è la società di massa
    2. Sviluppo industriale e razionalizzazione produttiva
    3. Le nuove stratificazioni sociali
    4. Istruzione e informazione
    5. Gli eserciti di massa
    6. Suffragio universale, partiti di massa, sindacati
    7. La questione femminile
    8. Riforme e legislazione sociale
    9. I partiti socialisti e la Seconda Internazionale
    10. Ortodossia ed eresie del marxismo
    11. I cattolici e la "Rerum novarum"
    12. Il nuovo nazionalismo
    13. La crisi del positivismo
    14. Scienze della natura e scienze dell'uomo
    15. Sommario
  18. L'Europa tra due secoli
    1. Le nuove alleanze
    2. La "belle époque" e le sue contraddizioni
    3. La Francia tra democrazia e reazione
    4. Imperialismo e riforme in Gran Bretagna
    5. La Germania guglielmina
    6. I conflitti di nazionalità in Austria-Ungheria
    7. La Russia fra industrializzazione e autocrazia
    8. La rivoluzione russa del 1905
    9. Verso la prima guerra mondiale
    10. Sommario
  19. Imperialismo e rivoluzione nei continenti extraeuropei
    1. Il ridimensionamento dell'Europa
    2. La guerra russo-giapponese
    3. La Repubblica in Cina
    4. Imperialismo e riforme negli Stati Uniti
    5. L'America Latina e la rivoluzione messicana
    6. Sommario
  20. L'Italia giolittiana
    1. La crisi di fine secolo
    2. La svolta liberale
    3. Decollo industriale e progresso civile
    4. La questione meridionale
    5. I governi Giolitti e le riforme
    6. Il giolittismo e i suoi critici
    7. La politica estera, il nazionalismo, la guerra di Libia
    8. Riformisti e rivoluzionari
    9. Democratici cristiani e clerico-moderati
    10. La crisi del sistema giolittiano
    11. Sommario
  21. La prima guerra mondiale
    1. Dall'attentato di Sarajevo alla guerra europea
    2. Dalla guerra di movimento alla guerra di usura
    3. L'Italia dalla neutralità all'intervento
    4. La grande strage (1915-16)
    5. La guerra nelle trincee
    6. La nuova tecnologia militare
    7. La mobilitazione totale e il "fronte interno"
    8. L'opposizione socialista
    9. La svolta del 1917
    10. L'Italia e il disastro di Caporetto
    11. Rivoluzione o guerra democratica?
    12. L'ultimo anno di guerra
    13. I trattati di pace e la nuova carta d'Europa
    14. La Società delle nazioni
    15. Sommario
  22. La rivoluzione russa
    1. Da febbraio a ottobre
    2. La rivoluzione d'ottobre
    3. Dittatura e guerra civile
    4. La Terza Internazionale
    5. Il comunismo di guerra
    6. La nuova politica economica
    7. L'Unione Sovietica e la sua costituzione
    8. La nuova società
    9. Da Lenin a Stalin: il socialismo in un solo paese
    10. Sommario
  23. L'eredità della Grande Guerra
    1. Le trasformazioni sociali
    2. Le conseguenze economiche
    3. Il biennio rosso
    4. La rivoluzione in Germania
    5. La rivoluzione in Austria e in Ungheria
    6. Rivoluzione e modernizzazione in Turchia
    7. La stabilizzazione moderata in Francia e in Gran Bretagna
    8. La Repubblica di Weimar
    9. La crisi della Ruhr
    10. La ricerca della distensione in Europa
    11. Sommario
  24. Il dopoguerra in Italia e l'avvento del fascismo
    1. I problemi del dopoguerra
    2. Cattolici, socialisti e fascisti
    3. La "vittoria mutilata" e l'impresa fiumana
    4. Le agitazioni sociali e le elezioni del '19
    5. Giolitti, l'occupazione delle fabbriche e la nascita del Pci
    6. Il fascismo agrario e le elezioni del '21
    7. L'agonia dello Stato liberale
    8. La marcia su Roma
    9. Verso lo Stato autoritario
    10. Il delitto Matteotti e l'Aventino
    11. La dittatura a viso aperto
    12. I regimi autoritari nell'Europa degli anni '20
    13. Sommario
  25. La grande crisi: economia e società negli anni '30
    1. Crisi e trasformazione
    2. Gli anni dell'euforia: gli Stati Uniti prima della crisi
    3. Il "grande crollo" del 1929
    4. La crisi in Europa
    5. Roosevelt e il "New Deal"
    6. Il nuovo ruolo dello Stato
    7. I nuovi consumi
    8. Le comunicazioni di massa
    9. La scienza e la guerra
    10. La cultura della crisi
    11. Sommario
  26. L'Europa negli anni '30: totalitarismi e democrazie
    1. L'eclissi della democrazia
    2. La crisi della Repubblica di Weimar e l'avvento del nazismo
    3. Il consolidamento del potere di Hitler
    4. Il Terzo Reich
    5. Repressione e consenso nel regime nazista
    6. Il contagio autoritario
    7. L'Unione Sovietica e l'industrializzazione forzata
    8. Lo stalinismo
    9. La crisi della sicurezza collettiva e i fronti popolari
    10. La guerra di Spagna
    11. L'Europa verso la catastrofe
    12. Sommario
  27. L'Italia fascista
    1. Il totalitarismo imperfetto
    2. Il regime e il paese
    3. Cultura, scuola, comunicazioni di massa
    4. Il fascismo e l'economia. La "battaglia del grano" e "quota novanta"
    5. Il fascismo e la grande crisi: lo "Stato imprenditore"
    6. L'imperialismo fascista e l'impresa etiopica
    7. L'Italia antifascista
    8. Apogeo e declino del regime fascista
    9. Sommario
  28. Il tramonto del colonialismo. L'Asia e l'America Latina
    1. Il declino degli imperi coloniali
    2. Il nodo del Medio Oriente
    3. L'Impero britannico e l'India
    4. Nazionalisti e comunisti in Cina
    5. Imperialismo e autoritarismo in Giappone
    6. Dittature militari e regimi populisti in America Latina
    7. Sommario
  29. La seconda guerra mondiale
    1. Le origini e le responsabilità
    2. La distruzione della Polonia e l'offensiva al Nord
    3. L'attacco a occidente e la caduta della Francia
    4. L'intervento dell'Italia
    5. La battaglia d'Inghilterra
    6. Il fallimento della guerra italiana: i Balcani e il Nord Africa
    7. L'attacco all'Unione Sovietica
    8. L'aggressione giapponese e il coinvolgimento degli Stati Uniti
    9. Il "nuovo ordine". Resistenza e collaborazionismo
    10. 1942-43: la svolta della guerra
    11. La "grande alleanza" e la campagna d'Italia. La caduta del fascismo e l'8 settembre
    12. Resistenza e lotta politica in Italia
    13. Le vittorie sovietiche e lo sbarco in Normandia
    14. La fine del Terzo Reich
    15. La sconfitta del Giappone e la bomba atomica
    16. Sommario
  30. Il mondo diviso
    1. Le conseguenze della seconda guerra mondiale
    2. Le Nazioni Unite
    3. La fine della "grande alleanza"
    4. Il nuovo ordine economico
    5. La "guerra fredda"
    6. L'Unione Sovietica e le "democrazie popolari"
    7. Il dopoguerra negli Stati Uniti, in Europa occidentale e in Giappone
    8. La rivoluzione comunista in Cina
    9. La guerra di Corea
    10. Dalla guerra fredda alla coesistenza pacifica
    11. La destalinizzazione e la crisi ungherese
    12. L'Europa occidentale e il Mercato comune
    13. La Francia dalla Quarta Repubblica al regime gaullista
    14. Sommario
  31. La decolonizzazione e il Terzo Mondo
    1. I caratteri generali della decolonizzazione
    2. L'emancipazione dell'Asia
    3. Il Medio Oriente e la nascita di Israele
    4. La rivoluzione nasseriana in Egitto e la crisi di Suez
    5. L'indipendenza dei paesi del Maghreb
    6. L'emancipazione dell'Africa nera
    7. Dipendenza economica e instabilità politica in America Latina
    8. Il Terzo Mondo e il "non allineamento"
    9. Il sottosviluppo
    10. Sommario
  32. L'Italia dopo il fascismo
    1. Un paese sconfitto
    2. Le forze in campo
    3. Dalla liberazione alla Repubblica
    4. La crisi dell'unità antifascista
    5. La Costituzione repubblicana
    6. Le elezioni del '48 e la sconfitta delle sinistre
    7. La ricostruzione economica
    8. Le scelte internazionali
    9. Gli anni del centrismo
    10. Alla ricerca di nuovi equilibri
    11. Sommario
  33. Distensione e confronto
    1. Mito e realtà degli anni '60
    2. Kennedy e Kruscev: la crisi dei missili e la distensione
    3. La Cina di Mao: il contrasto con l'Urss e la "rivoluzione culturale"
    4. La guerra del Vietnam
    5. L'Urss e l'Europa orientale: la crisi cecoslovacca
    6. L'Europa occidentale negli anni del benessere
    7. Sommario
  34. La società del benessere
    1. Il boom dell'economia
    2. Le nuove frontiere della scienza
    3. Il trionfo dei "mass media"
    4. L'esplosione demografica
    5. La civiltà dei consumi
    6. La critica alla civiltà dei consumi
    7. Contestazione giovanile e rivolta studentesca
    8. Il nuovo femminismo
    9. La Chiesa cattolica e il Concilio Vaticano II
    10. La crisi petrolifera e i limiti dello sviluppo
    11. Rivoluzione elettronica e società postindustriale
    12. Sommario
  35. Problemi e conflitti del mondo contemporaneo
    1. Il tempo del "riflusso"
    2. Il rapporto Nord-Sud: la geografia della fame
    3. Le contraddizioni dell'America Latina
    4. La polveriera del Medio Oriente
    5. I conflitti nell'Asia comunista
    6. La Cina dopo Mao
    7. Il miracolo giapponese
    8. La difficile unità dell'Europa occidentale
    9. Gli Stati Uniti da Nixon a Bush
    10. L'Urss da Breznev a Gorbacëv
    11. La crisi dell'Europa comunista e la riunificazione tedesca
    12. La guerra del Golfo
    13. I problemi del postcomunismo: la fine dell'Urss e i nuovi equilibri mondiali
    14. Sommario
  36. L'Italia dal miracolo economico ai giorni nostri
    1. Il miracolo economico
    2. Le trasformazioni sociali
    3. Il centro-sinistra
    4. Il '68 e l'autunno caldo
    5. La crisi dei centrosinistra
    6. Il terrorismo e la solidarietà nazionale
    7. Politica, economia e società negli anni '80
    8. I problemi dell'Italia di oggi
    9. Sommario
  37. Cronologia

11.4 La politica economica: i costi dell'unificazione
Parallelamente all'unificazione amministrativa e legislativa, i governi della Destra storica dovettero affrontare il problema, non meno complesso, dell'unificazione economica del paese. Si trattava, da un lato, di uniformare sistemi monetari e fiscali diversi, di rimuovere le barriere doganali fra i vecchi Stati preunitari; dall'altro, di costruire un'efficiente rete di comunicazioni stradali e ferroviarie, strumento per avvicinare le varie parti d'Italia, premessa indispensabile per la formazione di un mercato nazionale, ma anche simbolo visibile di modernità e di progresso civile.
Nell'affrontare questi problemi, la classe dirigente moderata si mosse con grande decisione sulla strada già indicata e percorsa da Cavour in Piemonte. La legislazione doganale vigente nel Regno sardo - ispirata a princìpi liberisti e quindi basata su dazi di entrata molto bassi - fu subito estesa al territorio dei vecchi Stati: anche di quelli che, come il Regno delle due Sicilie, avevano vissuto fin allora in regime marcatamente protezionistico. Molto rapido fu lo sviluppo delle vie di comunicazione: in particolare della rete ferroviaria che, nel primo decennio unitario, passò da poco più di duemila a circa seimila chilometri, collegando fra loro le principali città italiane, comprese quelle del Mezzogiorno. I risultati di questo sforzo furono notevoli da molti punti di vista. Paesi prima isolati e popolazioni abituate a produrre per il proprio consumo conobbero rapporti di scambio con altre zone più progredite; e ciò fu tramite, a sua volta, di nuovi bisogni e di nuove aspirazioni. Dall'intensificazione degli scambi trassero giovamento le produzioni agricole più specificamente rivolte all'esportazione, in particolare le colture specializzate che abbiamo visto praticate in alcune zone del Mezzogiorno. Più in generale, tutto il settore agricolo conobbe, nei primi decenni dopo l'unità, progressi abbastanza significativi in termini di incremento produttivo.
Nessun vantaggio immediato venne invece al settore industriale, che fu anzi nel complesso penalizzato dall'accresciuta concorrenza internazionale. Continuò a svilupparsi l'industria della seta, tradizionalmente esportatrice seppur poco avanzata tecnologicamente. Declinarono invece le altre produzioni tessili, in particolare quella laniera, e, cosa ancora più grave, i settori siderurgico e meccanico, ancora troppo deboli per potersi giovare dell'occasione che in altri paesi era stata offerta dallo sviluppo delle ferrovie (la cui costruzione fu invece affidata, in buona parte, a imprese straniere). Gli effetti negativi della scelta liberista furono sentiti soprattutto dai pochi nuclei industriali del Mezzogiorno, inesorabilmente cancellati dalla brusca caduta dei dazi protettivi all'ombra dei quali si erano sviluppati. La penetrazione dei rapporti di mercato nelle campagne meridionali segnò inoltre la fine di molte lavorazioni artigiane che spesso servivano a integrare i bilanci delle famiglie contadine.
Questi processi - a prescindere dai loro costi sociali - rappresentavano comunque un fattore di modernizzazione dell'apparato produttivo. Ma essi non furono accompagnati da un'azione dei poteri statali capace di dare impulso ai settori più avanzati e più importanti ai fini dello sviluppo. Ad un'azione del genere si opponevano non solo le condizioni oggettive (la ristrettezza del mercato interno, le difficoltà finanziarie), ma anche le convinzioni e la cultura dell'intera classe dirigente. Salvo poche eccezioni, gli uomini politici italiani, di destra come di sinistra, erano stati educati al culto del liberismo e non concepivano altro modello di sviluppo economico all'infuori di quello basato sulle potenzialità naturali del paese. Secondo loro l'Italia, povera di materia prime e priva di una tradizione industriale, doveva puntare innanzitutto sull'agricoltura come base della crescita economica. Lo sviluppo industriale sarebbe venuto semmai più tardi, come conseguenza spontanea di questa crescita.
La scommessa liberista e "agricolturista" dei governi postunitari ebbe alcuni effetti positivi: non ultimo quello di consentire una rapida integrazione del nuovo Stato nel contesto economico europeo. Inoltre, lo sviluppo agricolo degli anni '60 e '70, legato all'abbattimento delle barriere doganali, rese possibile una sia pur limitata accumulazione di capitali. Questi capitali, in parte prelevati dallo Stato sotto forma di entrate fiscali, consentirono a loro volta la realizzazione delle cosiddette infrastrutture (strade, ferrovie) indispensabili per il successivo sviluppo industriale. Dopo un ventennio di vita unitaria, l'Italia era senza dubbio una nazione più unita, più avanzata politicamente e civilmente rispetto a quella del 1861. Ma non era un paese molto più ricco di quanto non fosse al momento dell'unificazione e, sotto il profilo dello sviluppo industriale, aveva addirittura perso terreno nei confronti dei paesi più progrediti. Se in alcuni settori sviluppo vi era stato, esso comunque non era andato a beneficio della stragrande maggioranza degli italiani, il cui tenore di vita non aveva registrato mutamenti di rilievo e, in alcuni casi, era addirittura peggiorato.
Responsabile principale di questa situazione fu la durissima politica fiscale, dettata dalla necessità di coprire i costi dell'unificazione. La costruzione del nuovo Stato aveva infatti comportato spese ingentissime, sia nel campo delle comunicazioni sia in quelli dell'amministrazione pubblica, dell'istruzione e dell'esercito. Per far fronte a queste spese, i governi della Destra dovettero ricorrere a una serie di inasprimenti fiscali. La pressione tributaria all'inizio fu distribuita abbastanza equilibratamente. Essa si esercitò sia attraverso le imposte dirette, come quella sulla ricchezza mobile (ossia sui redditi) e quella fondiaria; sia attraverso la tassazione indiretta, che colpiva in primo luogo i consumi (tasse sui sali e i tabacchi, dazi locali sui generi alimentari), ma anche gli affari e i movimenti di capitale (tasse sulle ipoteche, tasse di successione, di bollo e di registro).
La situazione si aggravò dopo il '66, in conseguenza di una crisi internazionale e delle spese sostenute per la guerra contro l'Austria. Per rinsanguare le casse dello Stato, i governi succedutisi fra il '66 e il '69 ricorsero a mezzi diversi: furono accelerate le operazioni di incameramento e liquidazione dell'asse ecclesiastico; fu introdotto, nel '67, il corso forzoso, ossia la circolazione obbligatoria della carta-moneta emessa dalle banche autorizzate (ciò significava che lo Stato non era più tenuto a convertire in oro i biglietti di banca e poteva autorizzarne la stampa in maggior quantità). Infine, poiché tutto questo non era sufficiente, furono inasprite le imposte indirette già esistenti e, nell'estate del 1868, ne fu varata una nuova: quella sulla macinazione dei cereali, meglio nota come tassa sul macinato. Si trattava in pratica di una tassa sul pane, cioè sul consumo popolare per eccellenza, che colpiva duramente le classi più povere (si è calcolato che essa sottraeva a un operaio il frutto di dieci giornate lavorative all'anno). Inoltre, dovendo essere pagata ai mugnai all'atto del ritiro della farina, non risparmiava nemmeno quei lavoratori agricoli che producevano da soli i cereali o li ricevevano come parte del salario. L'introduzione di questa tassa accrebbe l'impopolarità della classe dirigente e provocò, all'inizio del 1869, le prime agitazioni sociali su scala nazionale della storia dell'Italia unita. Scoppiati senza alcun coordinamento un po' in tutto il paese, i moti contro la tassa sul macinato assunsero dimensioni preoccupanti soprattutto nelle campagne padane. La repressione fu anche in questo caso durissima, con largo impiego dell'esercito e con un bilancio di duecentocinquanta morti.
La politica di duro fiscalismo e di inflessibile rigore finanziario - politica legata soprattutto al nome di Quintino Sella, ministro delle Finanze nel gabinetto Lanza dal 1869 al 1873 - ottenne alla fine gli effetti sperati. Le condizioni del bilancio statale migliorarono rapidamente fino a raggiungere, nel 1875, l'obiettivo del pareggio. Ma intanto il fronte degli scontenti si allargava. Alla protesta dei ceti popolari, al cronico malcontento del Mezzogiorno, alla reazione dei gruppi di interesse locali colpiti in egual misura dal fiscalismo e dal centralismo amministrativo, si aggiunsero le pressioni degli industriali e dei gruppi bancari e speculativi in favore di una politica economica meno rigida e restrittiva, che lasciasse più ampi margini alla formazione della ricchezza privata. Il peso di questi interessi sarebbe stato decisivo nel provocare la caduta della Destra.
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