12.4 Stati Uniti e America Latina. L'avventura messicana di Napoleone III
Già nel 1823, con l'enunciazione della dottrina Monroe, gli Stati Uniti avevano affermato il loro ruolo di custodi dell'equilibrio dell'intero continente americano contro eventuali mire espansionistiche delle potenze europee. Fino alla fine dell'800, questo ruolo fu inteso soprattutto in senso difensivo. Gli Stati Uniti non intervennero attivamente nell'emisfero meridionale. Anche i loro scambi commerciali col Sud America restarono limitati, in confronto alla massiccia penetrazione messa in atto dalla Gran Bretagna nell'Impero del Brasile e nelle inquiete repubbliche latino-americane. La spinta insita nella vitalità dell'economia e della società statunitensi si indirizzò verso la colonizzazione dei territori dell'Ovest e il consolidamento dell'espansione in precedenza realizzata verso il Sud, nell'area delle ex colonie francesi e spagnole (Louisiana, Florida, Texas, California).
In una sola occasione gli Stati Uniti dovettero fronteggiare la minaccia del reinserimento di una potenza europea vicino ai propri confini. Fu quando Napoleone III cercò di profittare della guerra di secessione per imporre l'influenza francese sul Messico. L'occasione era stata offerta da un'altra guerra civile: quella che nella Repubblica messicana opponeva le forze democratiche, guidate dal presidente Benito Juárez, alle correnti conservatrici e clericali. Nel 1861, per far fronte a una drammatica situazione finanziaria, Juárez aveva sospeso il pagamento dei debiti con l'estero. I maggiori Stati creditori - Francia, Gran Bretagna e Spagna - avevano allora reagito con un intervento militare. Ma mentre Gran Bretagna e Spagna, raggiunto un accordo col governo messicano, ritirarono le loro truppe dopo pochi mesi, Napoleone III volle profittare dell'occasione per impiantare nel continente americano una sorta di Stato satellite.
Fu così creato, sotto la protezione delle truppe francesi, un Impero del Messico, la cui corona fu offerta a un principe di casa d'Austria, Massimiliano d'Asburgo, fratello minore di Francesco Giuseppe. Alla proclamazione dell'Impero, avvenuta nel '64, le forze patriottiche risposero con una violenta guerriglia. Gli Stati Uniti, dal canto loro, una volta terminata la guerra di secessione, fornirono ai repubblicani un solido retroterra, oltre a consistenti aiuti in armi e denaro. Nel 1867, vista l'impossibilità di domare la guerriglia, Napoleone III richiamò le sue truppe, rinunciando al sogno dell'"Impero latino" e abbandonando a se stesso lo sfortunato Massimiliano che, sconfitto e catturato dai repubblicani, fu fucilato in giugno. Fu uno scacco gravissimo per il prestigio del Secondo Impero, ma anche una eloquente e definitiva conferma della dottrina Monroe.
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