15.8 L'espansione in Asia e in Oceania
A differenza di quanto accadeva in Africa, agli inizi dell'età dell'imperialismo, gli europei avevano già messo radici profonde nel continente asiatico. Gli inglesi, oltre all'India, la "perla" del loro impero, possedevano Ceylon, Hong Kong, Singapore e numerose basi nell'Oceano Indiano e nel Sud-est asiatico. Gli olandesi dominavano l'arcipelago indonesiano. I portoghesi controllavano Macao in Cina, Goa in India e parte dell'isola di Timor. La Spagna possedeva le Filippine. La Russia aveva avviato da oltre un secolo la sua espansione verso la Siberia e l'Asia centrale. La Francia, ultima a giungere sul continente, aveva gettato, negli anni del Secondo Impero, le basi di un vasto dominio nella penisola indocinese.
L'Indocina, abitata da popolazioni di religione buddista, era divisa in una serie di regni, tutti gravitanti nell'orbita dell'Impero cinese. I più importanti erano quelli dell'Annam (corrispondente all'attuale Vietnam), quello del Siam (oggi Thailandia) e quello della Cambogia. La penetrazione francese, avviata negli anni '50 sull'onda delle guerre dell'oppio, si limitò all'inizio a qualche stazione commerciale, oltre che alle numerose missioni cattoliche già da tempo operanti nella regione. Furono le persecuzioni contro i missionari a fornire alla Francia il pretesto per un intervento militare: nel 1862 i francesi occuparono la Cocincina, ossia la parte meridionale del Regno dell'Annam, e, l'anno dopo, imposero il protettorato alla Cambogia. La seconda fase dell'espansione francese in Indocina si aprì all'inizio degli anni '80. Dopo una guerra con la Cina durata due anni (1883-85), la Francia riuscì a estendere il suo protettorato a tutto l'Annam. Dal canto suo, la Gran Bretagna, per evitare che i possedimenti francesi giungessero a ridosso dell'India, procedette, fra il 1885 e il 1887, all'occupazione del Regno di Birmania. La Francia rispose, nel 1893, assicurandosi il controllo del Laos. Quanto al Siam, l'unico fra i regni indocinesi che avesse conservato la propria sovranità, Gran Bretagna e Francia si accordarono per mantenerlo indipendente, come "Stato-cuscinetto" fra l'Indocina francese e l'India britannica.
Se, sul fianco orientale dell'India, la Gran Bretagna doveva guardarsi dalla Francia, su quello nord-occidentale doveva preoccuparsi della Russia. L'Impero zarista seguiva da tempo in Asia due direttrici di espansione: la prima verso la Siberia e l'Estremo Oriente, la seconda verso l'Asia centrale. La colonizzazione della Siberia, che ebbe un decisivo impulso già a partire dagli anni '30, fu realizzata soprattutto sotto la spinta e il controllo dell'autorità statale (contrariamente a quanto avveniva negli Stati Uniti, dove l'espansione verso Ovest era dovuta alla libera iniziativa individuale). I risultati furono comunque notevoli: nei primi cinquant'anni dell'800 la Siberia vide più che raddoppiata la sua popolazione e notevolmente incrementate le attività produttive e commerciali. Ai programmi di valorizzazione economica si accompagnò, da parte del governo russo, un'ulteriore spinta per consolidare le posizioni strategiche e per migliorare gli accessi al mercato cinese e al Pacifico. Nel 1860 fu imposta alla Cina la cessione dei distretti dell'Ussuri e dell'Amur. Nello stesso anno fu avviata la costruzione del porto di Vladivostok, sul Mar del Giappone. Il governo zarista ritenne invece opportuno rinunciare all'Alaska, dove fin dal 1799 operava una compagnia privata russa: il territorio, il cui controllo fu giudicato troppo costoso dal punto di vista economico e militare, fu così venduto nel 1867 agli Stati Uniti per sette milioni di dollari. Nel 1891, quasi a sancire il completamento di uno sterminato impero che si estendeva senza soluzione di continuità dall'Europa al Pacifico, fu avviata la costruzione della ferrovia Transiberiana, la più lunga del mondo che, una volta completata nel 1904, collegò Mosca a Vladivostok con un percorso di oltre novemila chilometri.
In Asia centrale, dopo una lunga serie di guerre contro i principati musulmani (khanati), l'Impero zarista riuscì a incamerare, fra il 1876 e il 1885, l'intera regione del Turchestan: una zona importante dal punto di vista economico, in quanto forte produttrice di cotone, ma pericolosamente vicina alle frontiere dell'Impero indiano. Nella zona compresa fra il Turchestan, il Regno dell'Afghanistan e il Pakistan settentrionale - zona abitata da popolazioni montanare e attraversata da confini incerti - Russia e Gran Bretagna si fronteggiarono a lungo, in una sorta di guerra per procura combattuta attraverso le tribù locali. Nel 1885 le due potenze giunsero a un accordo, con cui si definivano le frontiere fra il Turchestan e il Regno dell'Afghanistan, che veniva mantenuto indipendente, ma assegnato alla sfera di influenza inglese.
Mentre si compiva la spartizione dell'Asia, anche gli arcipelaghi del Pacifico vennero inglobati negli imperi coloniali, soprattutto in quelli inglese e tedesco. La Gran Bretagna - che già dominava sull'Australia e la Nuova Zelanda - occupò le isole Fiji, le Salomone e le Marianne, mentre la Nuova Guinea fu divisa fra tedeschi e inglesi. Ma intanto nell'area del Pacifico si andavano affacciando due nuove potenze con ambizioni egemoniche: gli Stati Uniti e il Giappone.
Torna all'indice