18.2 La "belle époque" e le sue contraddizioni
Se è giusto cogliere nella gara dei nazionalismi, nella corsa al riarmo e nelle ricorrenti crisi internazionali le premesse dell'imminente conflitto mondiale, non è però corretto dipingere l'Europa del periodo a cavallo fra i due secoli come una specie di grande piazza d'armi, o immaginare una società tutta protesa verso l'inevitabile scontro finale fra i due blocchi contrapposti. La realtà era molto più complessa. La tendenza all'aumento delle spese militari, che costituì uno dei tratti distintivi di questo periodo, si accompagnava quasi ovunque a un parallelo aumento della spesa sociale. Alle correnti militariste si contrapponevano, in seno alle stesse classi dirigenti, correnti decisamente orientate al pacifismo. Alla diffusione dei movimenti nazionalisti a sfondo autoritario, faceva riscontro una tendenza generalizzata all'allargamento della partecipazione alla vita politica. I nuovi orientamenti dell'alta cultura e la critica dissolvente di molti intellettuali al progressismo ottocentesco non scalfirono, se non in parte, il sostanziale ottimismo della borghesia europea: un ottimismo giustificato dal rinnovato slancio dell'economia e da un progresso materiale che mai come allora era parso alla portata di tutti. Per questo, gli anni che precedettero la prima guerra mondiale sarebbero stati ricordati come la belle époque, l'epoca "bella" per eccellenza, paragonata non senza rimpianto alle tragedie del conflitto e agli anni agitati del dopoguerra.
Si trattava, anche in questo caso, di un'immagine eccessivamente semplificata. La belle époque fu in realtà un periodo di crescita complessiva della società europea, ma anche di forti contrasti politici e di grandi conflitti sociali. I miglioramenti - che indubbiamente vi furono - nella condizione di vita dei ceti popolari furono conquistati a prezzo di lotte aspre e prolungate. Anche le spinte alla democratizzazione incontrarono dappertutto la resistenza ostinata dei gruppi conservatori. Se in alcuni paesi le tendenze democratiche finirono col prevalere più o meno largamente, altrove furono duramente represse, come in Russia, o bloccate, come in Germania e nell'Impero asburgico, entro le vecchie strutture autoritarie.
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