21.8 L'opposizione socialista
La scelta patriottica operata dai maggiori partiti socialisti nell'estate del '14 non fece tacere del tutto le voci di opposizione alla guerra all'interno del movimento operaio europeo. Nel settembre 1915 e nell'aprile 1916, a Zimmerwald e a Kienthal in Svizzera, si tennero due conferenze socialiste internazionali che si conclusero con l'approvazione di documenti in cui si rinnovava la condanna della guerra e si chiedeva una pace "senza annessioni e senza indennità". Parteciparono alle conferenze delegazioni dei partiti socialisti dei paesi neutrali (svizzeri, olandesi e scandinavi) e di quelli che avevano fin dall'inizio rifiutato l'adesione alla guerra, nonché rappresentanti delle minoranze pacifiste che si erano formate in seno ai partiti maggiori.
Col protrarsi del conflitto e con l'inasprirsi del regime repressivo all'interno dei singoli Stati, vennero rafforzandosi i gruppi socialisti contrari alla guerra. Al loro interno esisteva però una spaccatura molto netta fra il pacifismo delle sinistre riformiste - per le quali l'obiettivo era una pace negoziata e un conseguente ritorno alla piena vita democratica - e il "disfattismo rivoluzionario" dei gruppi più radicali: fra questi spiccavano gli "spartachisti" tedeschi (chiamati così dalla Lega di Spartaco, un'organizzazione semiclandestina fondata nel '16 da Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg) e soprattutto i bolscevichi russi, staccatisi definitivamente dalla socialdemocrazia e costituitisi, fin dal 1912, in partito autonomo. Già nel convegno di Zimmerwald, Lenin, leader riconosciuto dei bolscevichi, aveva sostenuto la tesi secondo cui il movimento operaio doveva profittare della guerra e delle sofferenze che essa provocava nelle masse per affrettare il crollo dei regimi capitalistici. Le tesi leniniane - riproposte all'inizio del '17 nel celebre saggio L'imperialismo fase suprema del capitalismo - trovarono adesioni nelle minoranze di estrema sinistra che agivano all'interno dei partiti socialisti europei. Si riproponeva così, in forma drammatica, la spaccatura fra riformisti e rivoluzionari. Le vicende della rivoluzione russa del '17, intrecciandosi con quelle della guerra, avrebbero allargato questa frattura fino a farle assumere un carattere irreversibile.
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