22.7 L'Unione Sovietica e la sua costituzione
La prima costituzione della Russia rivoluzionaria era stata varata nel luglio del '18, in piena guerra civile, e rispecchiava l'originaria impostazione operaista e "consiliare" del gruppo dirigente bolscevico. Essa si apriva con una "Dichiarazione dei diritti del popolo lavoratore e sfruttato" (quasi una replica alle dichiarazioni dei diritti dell'uomo delle grandi rivoluzioni borghesi), dove si proclamava fra l'altro che il potere doveva "appartenere unicamente e interamente alle masse lavoratrici e ai loro autentici organismi rappresentativi: i soviet degli operai, dei contadini e dei soldati".
La costituzione prevedeva inoltre che il nuovo Stato avesse carattere federale, rispettasse l'autonomia delle minoranze etniche e si aprisse all'unione, su basi di parità, con altre future repubbliche "sovietiche". La prospettiva a lungo termine era quella di un'unica repubblica socialista mondiale. In realtà, quella che si attuò fra il '20 e il '22 fu semplicemente l'unione alla Repubblica russa (che comprendeva anche l'intera Siberia) delle altre province dell'ex Impero zarista (l'Ucraina, la Bielorussia, l'Azerbaigian, l'Armenia e la Georgia), nelle quali i bolscevichi erano riusciti a prendere il potere dopo aver di fatto eliminato, col decisivo aiuto dell'Armata rossa, le altre forze politiche. Nel dicembre 1922 i congressi dei soviet delle singole repubbliche decisero di dar vita all'Unione delle repubbliche socialiste sovietiche (Urss).
La nuova costituzione dell'Urss, approvata nel 1924, dava vita a una complessa struttura istituzionale, in cui il potere supremo era affidato al Congresso dei soviet dell'Unione. Il potere reale era però nelle mani del Partito comunista, l'unico la cui esistenza fosse prevista dalla costituzione. Era il partito a fornire le direttive ideologiche e politiche cui si ispirava l'azione del governo. Era il partito a controllare la potentissima polizia politica. Era il partito a proporre i candidati alle elezioni dei soviet che avvenivano su lista unica e con voto palese. Questo partito, il cui apparato centrale e periferico si sovrapponeva a quello dello Stato, era inoltre organizzato secondo criteri di rigido centralismo. Lo Stato, che si proclamava fondato sulla democrazia "sovietica" (ossia consiliare) e sulla libera federazione fra diverse nazioni, finiva così con l'essere governato, attraverso un apparato fortemente centralizzato, dal ristretto gruppo dirigente del Partito bolscevico.
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