29.2 La distruzione della Polonia e l'offensiva al Nord
Le prime settimane di guerra furono sufficienti alla Germania per sbarazzarsi della Polonia e per offrire al mondo un'impressionante dimostrazione di efficienza bellica. L'offensiva tedesca, accompagnata da una serie di micidiali bombardamenti aerei, ebbe facilmente ragione di un esercito antiquato e mal guidato. Fu questa la prima applicazione della guerra-lampo, un nuovo metodo di guerra che si basava sull'uso congiunto dell'aviazione e delle forze corazzate, affidando a queste ultime il peso principale dell'attacco. L'impiego su vasta scala dei carri armati e delle autoblindo e il loro raggruppamento in speciali reparti "meccanizzati" rendevano di nuovo possibile la guerra di movimento, e consentivano, in caso di successo, di impadronirsi in pochi giorni di territori molto vasti, tagliando fuori gli eserciti nemici dalle loro fonti di rifornimento.
Fu esattamente quanto accadde nella campagna di Polonia. A metà settembre le armate del Reich già assediavano Varsavia che, semidistrutta dai bombardamenti, capitolò alla fine del mese. All'inizio di ottobre cessava ogni resistenza da parte dell'esercito polacco e i tedeschi imponevano nelle zone sotto il loro controllo un durissimo regime di occupazione. Frattanto i russi, in base alle clausole segrete del patto Molotov-Ribbentrop, si impadronivano delle regioni orientali del paese. La Repubblica polacca cessava così di esistere, dopo appena vent'anni di vita, senza aver ricevuto alcun aiuto concreto dai suoi alleati occidentali. Per i successivi sette mesi, la guerra a occidente restò come congelata. L'Europa visse una fase di trepida attesa che i francesi chiamarono drôle de guerre (strana guerra o guerra per finta) e che certo non giovò al morale delle truppe alleate, mentre consentì ai tedeschi di riorganizzare le forze in vista dello scontro decisivo.
Mentre le armi tacevano sul fronte occidentale, il teatro di guerra si spostava inaspettatamente nell'Europa del Nord. Questa volta fu l'Urss a prendere l'iniziativa, attaccando il 30 novembre la Finlandia, colpevole di aver rifiutato alcune rettifiche di confine. La campagna si rivelò però più difficile del previsto: i finlandesi resistettero per più di tre mesi infliggendo notevoli perdite agli aggressori. Nel marzo '40 la Finlandia dovette cedere alle richieste sovietiche, conservando tuttavia la sua indipendenza.
A questo punto fu di nuovo la Germania a cogliere tutti di sorpresa e a prevenire ogni eventuale mossa anglo-francese nel Nord-Europa lanciando, il 9 aprile 1940, un improvviso attacco alla Danimarca e alla Norvegia. La Danimarca si arrese senza combattere. La Norvegia oppose una certa resistenza, aiutata anche da un tardivo sbarco alleato nel Nord. Ma ancora una volta l'azione tedesca si rivelò incontenibile, nonostante la relativa esiguità delle forze impiegate. Nella primavera del '40, Hitler controllava buona parte dell'Europa centro-settentrionale. I tempi erano maturi per scatenare l'attacco a occidente.
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