1. La Restaurazione e il Romanticismo
    1. La Restaurazione e i suoi limiti
    2. Il congresso di Vienna e il nuovo assetto europeo
    3. La Santa alleanza
    4. La Restaurazione in Europa
    5. La Restaurazione in Italia
    6. Gli aspetti sociali della Restaurazione
    7. La cultura del Romanticismo
    8. Romanticismo e politica
    9. Sommario
  2. Le rivoluzioni europee degli anni '20
    1. Liberalismo, democrazia, principio nazionale
    2. Le società segrete
    3. La rivoluzione in Spagna e in Italia meridionale
    4. I moti del '21 in Piemonte
    5. Interventi militari e repressioni
    6. Il moto decabrista in Russia
    7. L'indipendenza greca
    8. Sommario
  3. America Latina e Stati Uniti
    1. Le due rivoluzioni americane
    2. L'indipendenza dell'America Latina
    3. L'America Latina dopo l'indipendenza
    4. Lo sviluppo degli Stati Uniti: la frontiera e la democrazia
    5. L'espansione territoriale degli Stati Uniti
    6. Sommario
  4. Il 1830 e il nuovo assetto europeo
    1. La seconda ondata rivoluzionaria
    2. La rivoluzione di luglio in Francia
    3. La rivoluzione di luglio e l'Europa
    4. La monarchia borghese di Luigi Filippo
    5. L'Inghilterra nell'età delle riforme
    6. Le monarchie autoritarie
    7. Gli equilibri internazionali fra il 1830 e il 1848
    8. Sommario
  5. Industrializzazione, classe operaia, socialismo
    1. L'economia europea nel primo '800: la continuità col passato
    2. I fattori dinamici
    3. L'industrializzazione dell'Europa continentale
    4. La formazione della classe operaia
    5. I nuovi sviluppi del liberalismo
    6. Cattolicesimo liberale e cattolicesimo sociale
    7. Il pensiero socialista
    8. Marx, Engels e il "Manifesto dei comunisti"
    9. Sommario
  6. Il Risorgimento italiano
    1. Risorgimento e storia d'Italia
    2. I moti del 1831
    3. Mazzini e la Giovine Italia
    4. Le iniziative mazziniane
    5. L'evoluzione degli Stati italiani
    6. Le nuove correnti politiche: moderatismo, neoguelfismo, federalismo
    7. Il biennio delle riforme (1846-47)
    8. Sommario
  7. Le rivoluzioni del 1848
    1. Una rivoluzione europea
    2. La rivoluzione di febbraio in Francia
    3. La parabola della Seconda Repubblica
    4. La rivoluzione nell'Impero asburgico
    5. La rivoluzione in Germania e l'Assemblea di Francoforte
    6. La rivoluzione in Italia
    7. La prima guerra di indipendenza
    8. Lotte democratiche e restaurazione conservatrice
    9. La Francia dalla Seconda Repubblica al Secondo Impero
    10. Sommario
  8. Società borghese e movimento operaio
    1. La borghesia europea
    2. Ottimismo borghese e cultura positiva
    3. Lo sviluppo economico
    4. La rivoluzione dei trasporti e dei mezzi di comunicazione
    5. La città moderna
    6. Il mondo delle campagne
    7. Il proletariato urbano
    8. Il movimento operaio dopo il '48
    9. Marx e "Il Capitale"
    10. L'Internazionale dei lavoratori
    11. Bakunin, Marx e la crisi dell'Internazionale
    12. Il mondo cattolico di fronte alla società borghese
    13. Sommario
  9. La lotta per l'egemonia continentale e l'unità tedesca
    1. La crisi dell'equilibrio europeo
    2. L'Inghilterra liberale
    3. La Russia di Alessandro II
    4. L'Impero asburgico
    5. La Francia del Secondo Impero
    6. Le guerre di Napoleone III
    7. L'ascesa della Prussia
    8. Bismarck e la guerra austro-prussiana
    9. La guerra franco-prussiana e l'unificazione tedesca
    10. La Comune di Parigi
    11. Sommario
  10. L'unità d'Italia
    1. La seconda restaurazione
    2. L'esperienza liberale in Piemonte
    3. Cavour
    4. Il Piemonte di Cavour: l'evoluzione politica e lo sviluppo economico
    5. La ripresa dell'azione mazziniana
    6. Il fallimento dell'alternativa repubblicana
    7. La diplomazia di Cavour e l'alleanza con la Francia
    8. La seconda guerra di indipendenza
    9. Garibaldi e la spedizione dei Mille
    10. L'intervento piemontese e i plebisciti
    11. Unità italiana e unità tedesca
    12. Sommario
  11. L'Italia unita: Stato e società nell'età della Destra
    1. L'Italia nel 1861
    2. La classe dirigente: Destra e Sinistra
    3. Lo Stato accentrato, il Mezzogiorno, il brigantaggio
    4. La politica economica: i costi dell'unificazione
    5. La questione romana e la terza guerra di indipendenza
    6. Roma capitale
    7. Declino e caduta della Destra storica
    8. Sommario
  12. I nuovi mondi: Stati Uniti e Giappone
    1. L'Europa centro del mondo
    2. Sviluppo economico e fratture sociali negli Stati Uniti
    3. La guerra di secessione e le sue conseguenze
    4. Stati Uniti e America Latina. L'avventura messicana di Napoleone III
    5. L'espansione europea in Asia: l'India sotto la dominazione inglese
    6. La Cina e le "guerre dell'oppio"
    7. Il Giappone feudale
    8. La "restaurazione Meiji" e la nascita del Giappone moderno
    9. Sommario
  13. L'Europa nell'età di Bismarck
    1. La svolta del 1870
    2. La Germania bismarckiana
    3. Bismarck e l'equilibrio europeo
    4. La Terza Repubblica in Francia
    5. L'Inghilterra di Gladstone e Disraeli
    6. Sommario
  14. La seconda rivoluzione industriale
    1. Il capitalismo a una svolta
    2. Le concentrazioni e il capitalismo finanziario
    3. Protezionismo e imperialismo
    4. La crisi agraria e le sue conseguenze
    5. La seconda rivoluzione industriale: scienza e tecnologia
    6. Le nuove industrie
    7. Motori a scoppio ed elettricità
    8. Le nuove frontiere della medicina
    9. Il boom demografico
    10. Sommario
  15. Imperialismo e colonialismo
    1. Che cos'è l'imperialismo
    2. I caratteri del colonialismo
    3. Colonizzatori e colonizzati
    4. L'Africa prima della conquista
    5. L'espansione in Nord Africa
    6. La spartizione dell'Africa nera
    7. Il Sud Africa e la guerra anglo-boera
    8. L'espansione in Asia e in Oceania
    9. La crescita del Giappone e la crisi della Cina
    10. Gli Stati Uniti potenza mondiale
    11. Sommario
  16. L'Italia nell'età della Sinistra
    1. La Sinistra al potere
    2. Depretis e il trasformismo
    3. I primi passi del movimento operaio
    4. I cattolici intransigenti e l'Opera dei congressi
    5. La politica economica, l'agricoltura e l'Inchiesta Jacini
    6. Il problema dello sviluppo industriale e il protezionismo
    7. La politica estera: la Triplice alleanza e l'espansione coloniale
    8. La democrazia autoritaria di Francesco Crispi
    9. Giolitti, i Fasci siciliani e la Banca romana
    10. La nascita del Partito socialista
    11. Il ritorno di Crispi e la sconfitta di Adua
    12. Sommario
  17. Verso la società di massa
    1. Che cos'è la società di massa
    2. Sviluppo industriale e razionalizzazione produttiva
    3. Le nuove stratificazioni sociali
    4. Istruzione e informazione
    5. Gli eserciti di massa
    6. Suffragio universale, partiti di massa, sindacati
    7. La questione femminile
    8. Riforme e legislazione sociale
    9. I partiti socialisti e la Seconda Internazionale
    10. Ortodossia ed eresie del marxismo
    11. I cattolici e la "Rerum novarum"
    12. Il nuovo nazionalismo
    13. La crisi del positivismo
    14. Scienze della natura e scienze dell'uomo
    15. Sommario
  18. L'Europa tra due secoli
    1. Le nuove alleanze
    2. La "belle époque" e le sue contraddizioni
    3. La Francia tra democrazia e reazione
    4. Imperialismo e riforme in Gran Bretagna
    5. La Germania guglielmina
    6. I conflitti di nazionalità in Austria-Ungheria
    7. La Russia fra industrializzazione e autocrazia
    8. La rivoluzione russa del 1905
    9. Verso la prima guerra mondiale
    10. Sommario
  19. Imperialismo e rivoluzione nei continenti extraeuropei
    1. Il ridimensionamento dell'Europa
    2. La guerra russo-giapponese
    3. La Repubblica in Cina
    4. Imperialismo e riforme negli Stati Uniti
    5. L'America Latina e la rivoluzione messicana
    6. Sommario
  20. L'Italia giolittiana
    1. La crisi di fine secolo
    2. La svolta liberale
    3. Decollo industriale e progresso civile
    4. La questione meridionale
    5. I governi Giolitti e le riforme
    6. Il giolittismo e i suoi critici
    7. La politica estera, il nazionalismo, la guerra di Libia
    8. Riformisti e rivoluzionari
    9. Democratici cristiani e clerico-moderati
    10. La crisi del sistema giolittiano
    11. Sommario
  21. La prima guerra mondiale
    1. Dall'attentato di Sarajevo alla guerra europea
    2. Dalla guerra di movimento alla guerra di usura
    3. L'Italia dalla neutralità all'intervento
    4. La grande strage (1915-16)
    5. La guerra nelle trincee
    6. La nuova tecnologia militare
    7. La mobilitazione totale e il "fronte interno"
    8. L'opposizione socialista
    9. La svolta del 1917
    10. L'Italia e il disastro di Caporetto
    11. Rivoluzione o guerra democratica?
    12. L'ultimo anno di guerra
    13. I trattati di pace e la nuova carta d'Europa
    14. La Società delle nazioni
    15. Sommario
  22. La rivoluzione russa
    1. Da febbraio a ottobre
    2. La rivoluzione d'ottobre
    3. Dittatura e guerra civile
    4. La Terza Internazionale
    5. Il comunismo di guerra
    6. La nuova politica economica
    7. L'Unione Sovietica e la sua costituzione
    8. La nuova società
    9. Da Lenin a Stalin: il socialismo in un solo paese
    10. Sommario
  23. L'eredità della Grande Guerra
    1. Le trasformazioni sociali
    2. Le conseguenze economiche
    3. Il biennio rosso
    4. La rivoluzione in Germania
    5. La rivoluzione in Austria e in Ungheria
    6. Rivoluzione e modernizzazione in Turchia
    7. La stabilizzazione moderata in Francia e in Gran Bretagna
    8. La Repubblica di Weimar
    9. La crisi della Ruhr
    10. La ricerca della distensione in Europa
    11. Sommario
  24. Il dopoguerra in Italia e l'avvento del fascismo
    1. I problemi del dopoguerra
    2. Cattolici, socialisti e fascisti
    3. La "vittoria mutilata" e l'impresa fiumana
    4. Le agitazioni sociali e le elezioni del '19
    5. Giolitti, l'occupazione delle fabbriche e la nascita del Pci
    6. Il fascismo agrario e le elezioni del '21
    7. L'agonia dello Stato liberale
    8. La marcia su Roma
    9. Verso lo Stato autoritario
    10. Il delitto Matteotti e l'Aventino
    11. La dittatura a viso aperto
    12. I regimi autoritari nell'Europa degli anni '20
    13. Sommario
  25. La grande crisi: economia e società negli anni '30
    1. Crisi e trasformazione
    2. Gli anni dell'euforia: gli Stati Uniti prima della crisi
    3. Il "grande crollo" del 1929
    4. La crisi in Europa
    5. Roosevelt e il "New Deal"
    6. Il nuovo ruolo dello Stato
    7. I nuovi consumi
    8. Le comunicazioni di massa
    9. La scienza e la guerra
    10. La cultura della crisi
    11. Sommario
  26. L'Europa negli anni '30: totalitarismi e democrazie
    1. L'eclissi della democrazia
    2. La crisi della Repubblica di Weimar e l'avvento del nazismo
    3. Il consolidamento del potere di Hitler
    4. Il Terzo Reich
    5. Repressione e consenso nel regime nazista
    6. Il contagio autoritario
    7. L'Unione Sovietica e l'industrializzazione forzata
    8. Lo stalinismo
    9. La crisi della sicurezza collettiva e i fronti popolari
    10. La guerra di Spagna
    11. L'Europa verso la catastrofe
    12. Sommario
  27. L'Italia fascista
    1. Il totalitarismo imperfetto
    2. Il regime e il paese
    3. Cultura, scuola, comunicazioni di massa
    4. Il fascismo e l'economia. La "battaglia del grano" e "quota novanta"
    5. Il fascismo e la grande crisi: lo "Stato imprenditore"
    6. L'imperialismo fascista e l'impresa etiopica
    7. L'Italia antifascista
    8. Apogeo e declino del regime fascista
    9. Sommario
  28. Il tramonto del colonialismo. L'Asia e l'America Latina
    1. Il declino degli imperi coloniali
    2. Il nodo del Medio Oriente
    3. L'Impero britannico e l'India
    4. Nazionalisti e comunisti in Cina
    5. Imperialismo e autoritarismo in Giappone
    6. Dittature militari e regimi populisti in America Latina
    7. Sommario
  29. La seconda guerra mondiale
    1. Le origini e le responsabilità
    2. La distruzione della Polonia e l'offensiva al Nord
    3. L'attacco a occidente e la caduta della Francia
    4. L'intervento dell'Italia
    5. La battaglia d'Inghilterra
    6. Il fallimento della guerra italiana: i Balcani e il Nord Africa
    7. L'attacco all'Unione Sovietica
    8. L'aggressione giapponese e il coinvolgimento degli Stati Uniti
    9. Il "nuovo ordine". Resistenza e collaborazionismo
    10. 1942-43: la svolta della guerra
    11. La "grande alleanza" e la campagna d'Italia. La caduta del fascismo e l'8 settembre
    12. Resistenza e lotta politica in Italia
    13. Le vittorie sovietiche e lo sbarco in Normandia
    14. La fine del Terzo Reich
    15. La sconfitta del Giappone e la bomba atomica
    16. Sommario
  30. Il mondo diviso
    1. Le conseguenze della seconda guerra mondiale
    2. Le Nazioni Unite
    3. La fine della "grande alleanza"
    4. Il nuovo ordine economico
    5. La "guerra fredda"
    6. L'Unione Sovietica e le "democrazie popolari"
    7. Il dopoguerra negli Stati Uniti, in Europa occidentale e in Giappone
    8. La rivoluzione comunista in Cina
    9. La guerra di Corea
    10. Dalla guerra fredda alla coesistenza pacifica
    11. La destalinizzazione e la crisi ungherese
    12. L'Europa occidentale e il Mercato comune
    13. La Francia dalla Quarta Repubblica al regime gaullista
    14. Sommario
  31. La decolonizzazione e il Terzo Mondo
    1. I caratteri generali della decolonizzazione
    2. L'emancipazione dell'Asia
    3. Il Medio Oriente e la nascita di Israele
    4. La rivoluzione nasseriana in Egitto e la crisi di Suez
    5. L'indipendenza dei paesi del Maghreb
    6. L'emancipazione dell'Africa nera
    7. Dipendenza economica e instabilità politica in America Latina
    8. Il Terzo Mondo e il "non allineamento"
    9. Il sottosviluppo
    10. Sommario
  32. L'Italia dopo il fascismo
    1. Un paese sconfitto
    2. Le forze in campo
    3. Dalla liberazione alla Repubblica
    4. La crisi dell'unità antifascista
    5. La Costituzione repubblicana
    6. Le elezioni del '48 e la sconfitta delle sinistre
    7. La ricostruzione economica
    8. Le scelte internazionali
    9. Gli anni del centrismo
    10. Alla ricerca di nuovi equilibri
    11. Sommario
  33. Distensione e confronto
    1. Mito e realtà degli anni '60
    2. Kennedy e Kruscev: la crisi dei missili e la distensione
    3. La Cina di Mao: il contrasto con l'Urss e la "rivoluzione culturale"
    4. La guerra del Vietnam
    5. L'Urss e l'Europa orientale: la crisi cecoslovacca
    6. L'Europa occidentale negli anni del benessere
    7. Sommario
  34. La società del benessere
    1. Il boom dell'economia
    2. Le nuove frontiere della scienza
    3. Il trionfo dei "mass media"
    4. L'esplosione demografica
    5. La civiltà dei consumi
    6. La critica alla civiltà dei consumi
    7. Contestazione giovanile e rivolta studentesca
    8. Il nuovo femminismo
    9. La Chiesa cattolica e il Concilio Vaticano II
    10. La crisi petrolifera e i limiti dello sviluppo
    11. Rivoluzione elettronica e società postindustriale
    12. Sommario
  35. Problemi e conflitti del mondo contemporaneo
    1. Il tempo del "riflusso"
    2. Il rapporto Nord-Sud: la geografia della fame
    3. Le contraddizioni dell'America Latina
    4. La polveriera del Medio Oriente
    5. I conflitti nell'Asia comunista
    6. La Cina dopo Mao
    7. Il miracolo giapponese
    8. La difficile unità dell'Europa occidentale
    9. Gli Stati Uniti da Nixon a Bush
    10. L'Urss da Breznev a Gorbacëv
    11. La crisi dell'Europa comunista e la riunificazione tedesca
    12. La guerra del Golfo
    13. I problemi del postcomunismo: la fine dell'Urss e i nuovi equilibri mondiali
    14. Sommario
  36. L'Italia dal miracolo economico ai giorni nostri
    1. Il miracolo economico
    2. Le trasformazioni sociali
    3. Il centro-sinistra
    4. Il '68 e l'autunno caldo
    5. La crisi dei centrosinistra
    6. Il terrorismo e la solidarietà nazionale
    7. Politica, economia e società negli anni '80
    8. I problemi dell'Italia di oggi
    9. Sommario
  37. Cronologia

30.6 L'Unione Sovietica e le "democrazie popolari"
La vittoria in guerra non portò in Urss ad alcun allentamento del dispotismo interno. Al contrario, lo stalinismo rispose alle necessità della ricostruzione e alle sfide poste dal confronto con l'Occidente accentuando i suoi connotati autocratici e repressivi. Il prestigio carismatico e la popolarità di Stalin, oggetto di autentica venerazione da parte dei suoi compatrioti, non diminuirono la sua ossessiva paura di complotti e tradimenti, né la sua determinazione a combattere ogni forma di deviazionismo, avvalendosi della capillare attività della polizia segreta, guidata da Lavrentij Beria. I quadri del partito e delle forze armate furono drasticamente epurati. I condizionamenti sulla vita intellettuale e artistica si fecero ancora più soffocanti. L'intera vita nazionale fu subordinata alle esigenze di una ricostruzione attuata senza aiuti esterni, in un clima di aspro conflitto con l'Occidente.
In realtà gli apporti di capitale straniero vennero ugualmente, sotto forma di riparazioni imposte ai paesi ex nemici controllati dall'Armata rossa. Il prelievo di risorse finanziarie, di derrate agricole, di macchinari, impianti e mezzi di locomozione fu ingente: non solo dalla Germania dell'Est, ma anche da Ungheria, Romania e Cecoslovacchia. La ricostruzione economica sovietica fu comunque molto rapida. Nel 1950 la produzione industriale aveva superato di ben il 70% il livello del '40. Ancora una volta la priorità andò all'industria pesante, a scapito dell'agricoltura e del settore dei beni di consumo. La novità stava nel progressivo spostamento dell'asse industriale verso est, cioè verso gli Urali e le regioni asiatiche dove, per le esigenze belliche, era già stata trasferita gran parte delle industrie e della relativa manodopera. Già nel '50 gli Urali e la Siberia fornivano oltre la metà del carbone e dell'acciaio dell'Urss.
Sacrificando il tenore di vita della sua popolazione, l'Unione Sovietica era comunque diventata una grande potenza industriale nonché uno dei massimi produttori mondiali di materie prime e di energia. Ed era diventata anche una grande potenza militare. Lo sviluppo tecnologico, orientato selettivamente verso gli impieghi bellici, non rimase senza risultati: nel 1949 l'Urss fece esplodere la sua prima bomba atomica, ponendo così fine al monopolio nucleare americano.
Sul terreno della politica estera, il maggior successo dell'Unione Sovietica in questo periodo fu la trasformazione dei paesi dell'Europa orientale occupati dall'Armata rossa durante la guerra in altrettante democrazie popolari: una formula che mascherava l'imposizione a quei paesi di un sistema politico e sociale in tutto e per tutto simile a quello vigente in Urss e la loro riduzione al ruolo di satelliti della potenza egemone. L'operazione, che si compì nel giro di pochi anni, rispondeva, come già si è visto, soprattutto all'esigenza dell'Unione Sovietica di assicurarsi una cintura protettiva intorno ai suoi confini europei.
Le vicende della Polonia ebbero in questo senso un valore emblematico. Gli inglesi - che erano entrati in guerra, nel '39, proprio per la Polonia - consideravano la difesa dell'indipendenza polacca come un punto d'onore. Ma per Stalin la Polonia rappresentava innanzitutto un problema di sicurezza, giacché era stata, per due volte in trent'anni, la via maestra attraverso cui eserciti invasori erano entrati in Russia. Era quindi indispensabile che a Varsavia si costituisse un governo "amichevolmente disposto" nei confronti dell'Urss. Su questo Stalin fu irremovibile ed ebbe infine partita vinta. Nel giugno 1945, a seguito di accordi interalleati, si insediò a Varsavia un governo presieduto dal socialista Morawski, ma in realtà controllato dai comunisti. Questi si impadronirono gradualmente dei principali centri di potere e, nell'imminenza delle elezioni del gennaio '47, ruppero la coalizione con i partiti borghesi. Le elezioni si svolsero sotto il controllo dei comunisti e si risolsero in una loro schiacciante vittoria, dando il via a una sistematica campagna di liquidazione delle altre forze politiche.
Non molto diverso fu il corso degli eventi in Romania e in Bulgaria. Particolarmente tenaci furono le resistenze opposte dalle forze non comuniste in Ungheria, soprattutto dal Partito dei contadini che aveva ottenuto il 60% dei voti nelle elezioni del novembre '45. Fin dal '46, tuttavia, i comunisti, che per imposizione sovietica controllavano il ministero degli Interni, iniziarono una campagna di arresti e intimidazioni contro i loro avversari e riuscirono a modificare in parte il rapporto di forze nelle elezioni dell'agosto '47. Da allora il processo di sovietizzazione del paese si accelerò, per culminare nelle elezioni a lista unica del maggio '49.
Ancora più drammatico, e più direttamente legato al crescere della tensione fra i due blocchi, fu il destino della Cecoslovacchia, paese economicamente e socialmente sviluppato, di solida tradizione democratica, che in politica estera seguiva una linea non ostile all'Urss e in cui i comunisti avevano ottenuto il 38% dei suffragi nelle libere elezioni del maggio '46. Il governo formatosi a seguito delle elezioni era guidato dal leader comunista Klement Gottwald e si fondava sull'alleanza fra i partiti di sinistra. La coalizione si ruppe però all'inizio del '48, quando si trattò di decidere circa l'accettazione degli aiuti del piano Marshall, sostenuta dai socialisti e dalle forze borghesi e osteggiata dai comunisti. Per imporre il loro punto di vista i comunisti lanciarono una violenta campagna contro le altre forze politiche, provocando le dimissioni di dodici ministri (febbraio '48) e costringendo, sotto la minaccia della guerra civile, il presidente della Repubblica Edvard Beneš ad affidare il potere a un nuovo governo da loro completamente controllato. In marzo, il ministro degli Esteri socialista Jan Masaryk, l'unica personalità non comunista del nuovo ministero, morì cadendo dalla finestra in circostanze mai chiarite. Nel maggio 1948, le elezioni si tennero col sistema della lista unica e il presidente Beneš si dimise per non dover firmare la nuova costituzione che trasformava definitivamente il paese in una "democrazia popolare".
La presa del potere da parte dei comunisti si compì invece senza eccessivi problemi in Albania e soprattutto in Jugoslavia: qui i comunisti, sotto la guida di Tito, si imposero da soli al governo del paese, con l'autorità e il prestigio guadagnati durante la Resistenza, che aveva permesso di liberare il territorio nazionale a prescindere dall'aiuto dell'Armata rossa. Ciò conferì alla linea dei comunisti jugoslavi un carattere gelosamente nazionale e una certa autonomia dalle direttive di Stalin.
L'imposizione, più o meno forzata, del modello collettivistico sovietico ebbe conseguenze profonde sugli assetti socio-economici dell'Europa orientale. In molte di quelle che erano fra le regioni più arretrate del continente si ebbe un inizio di modernizzazione e di relativo decollo economico. I latifondisti furono spazzati via fin dalle prime riforme agrarie, cui fece rapidamente seguito la collettivizzazione dell'agricoltura. Il ceto contadino si ridusse sensibilmente, in parallelo all'espansione di quello operaio. Fra il '46 e il '48, furono nazionalizzate le miniere, le industrie siderurgiche e meccaniche, le banche e l'intero settore commerciale. Furono lanciati i primi piani di sviluppo, basati sul modello sovietico, che assegnava la priorità all'industria pesante, relegando l'agricoltura in una posizione subalterna. Soprattutto nei primi anni, la crescita produttiva fu notevole, con incrementi medi superiori al 10% annuo.
Questo sviluppo fu però condizionato, e in qualche modo distorto, dalla subordinazione delle economie dei paesi "satelliti" a quella dello "Stato-guida". Gli obiettivi di produzione furono scelti in modo da risultare complementari a quelli dell'Urss. I tassi di cambio all'interno dell'"area del rublo", nonché la quantità e i prezzi dei beni scambiati furono rigidamente regolati, attraverso il Consiglio di mutua assistenza economica (Comecon), fondato a Varsavia nel gennaio '49 con l'adesione di tutti i paesi del blocco orientale. Inoltre, le caratteristiche del modello di sviluppo imposto ai paesi dell'Europa dell'Est comportavano una forte compressione dei consumi e del tenore di vita della popolazione. Tutto questo non avrebbe certo giovato alla popolarità dei regimi comunisti e avrebbe contribuito non poco a far nascere agitazioni sociali e moti di rivolta antisovietica (che paradossalmente avrebbero avuto per protagonista proprio il ceto operaio cresciuto con la collettivizzazione). Per conservare e tenere unito il suo "impero", l'Urss avrebbe quindi dovuto esercitare un controllo molto stretto sui paesi "satelliti", sia sul terreno dei rapporti diplomatici e militari, sia (attraverso il Cominform) su quello delle relazioni fra i partiti comunisti.
L'unico fra i regimi dell'Est europeo che cercò, con successo, di sottrarsi all'egemonia sovietica fu quello jugoslavo. La rottura si consumò nel 1948: l'Urss sospese dapprima ogni collaborazione economica, quindi, in giugno, condannò ufficialmente i comunisti jugoslavi, accusandoli di "deviazionismo" e di collusione con l'imperialismo ed escludendoli dal Cominform. Completamente isolata dal mondo comunista (che si schierò compatto con Stalin), ma sostenuta dall'appoggio compatto della popolazione, la dirigenza jugoslava resistette alle pressioni sovietiche e cominciò a sperimentare una linea autonoma in politica estera, basata sull'equidistanza fra i due blocchi, e un nuovo originale corso in politica interna, volto alla ricerca di un equilibrio fra statalizzazione ed economia di mercato. Il "modello jugoslavo" (che avrebbe preso forma definitiva negli anni '60, con una serie di ampie riforme economiche) si basava sull'autogestione delle imprese da parte delle direzioni aziendali e dei consigli di fabbrica e sulla loro reciproca concorrenza in un sistema di prezzi liberi. Esso ha rappresentato a lungo, nonostante le molte difficoltà incontrate, il più radicale esperimento di revisione del modello collettivistico emerso nei paesi dell'Europa dell'Est.
Nell'immediato, lo scisma jugoslavo provocò per reazione una stretta repressiva estesa a tutto il mondo comunista. Per evitare che l'eresia di Tito trovasse nuove adesioni, furono attuate, tra la fine degli anni '40 e l'inizio degli anni '50, massicce "purghe" nei confronti dei dirigenti comunisti dell'Est europeo sospettati di velleità autonomistiche. I processi di quegli anni furono una drammatica replica del copione già sperimentato in Unione Sovietica con le "grandi purghe" del periodo prebellico: arresti arbitrari, inverosimili accuse di tradimento o di altri crimini, corroborate da confessioni estorte con la tortura, condanne pesantissime, anche alla pena capitale.
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