31.5 L'indipendenza dei paesi del Maghreb
All'inizio degli anni '50, nei paesi del Maghreb (ossia la parte occidentale del Nord Africa, comprendente Marocco, Algeria e Tunisia), il nazionalismo arabo continuava a scontrarsi con la dominazione coloniale francese. In Marocco e in Tunisia, la guida del movimento indipendentista fu assunta da forze di ispirazione "occidentalizzante": l'Istiqlal (Partito dell'indipendenza), appoggiato dallo stesso sultano Ben Yussef, in Marocco, e il Neo-Destur, guidato da Habib Burghiba, in Tunisia. Dopo aver cercato di reprimere l'agitazione indipendentista alternando la repressione militare con le proposte di parziale autogoverno, i francesi furono costretti a concedere, nel 1956, la piena indipendenza a entrambi i paesi, che avrebbero in seguito mantenuto una posizione moderata e filo-occidentale in politica estera.
Ben più drammatica e cruenta fu la lotta di liberazione in Algeria, dove la presenza di oltre un milione di francesi, tenacemente arroccati nella difesa dei propri privilegi, rendeva particolarmente rigida la posizione delle autorità e della stessa opinione pubblica della Francia. Con l'inizio degli anni '50, e soprattutto dopo il successo della rivoluzione nasseriana in Egitto, il movimento nazionalista algerino si radicalizzò: uscirono di scena i capi tradizionali e i leader moderati, disposti ad accettare soluzioni di compromesso, e si affermò il Fronte di liberazione nazionale (Fln), guidato da Mohammed Ben Bella: un'organizzazione clandestina radicata soprattutto nelle città e votata alla causa della piena indipendenza. Cominciava così la fase decisiva di uno scontro che avrebbe provocato gravi fratture e crisi politiche nella stessa Francia e avrebbe d'altro canto assunto il valore di un modello per i movimenti rivoluzionari del Terzo Mondo. Lo scontro culminò, nel '57, con la battaglia di Algeri, uno dei più drammatici episodi di guerriglia urbana del nostro tempo, che durò quasi nove mesi e vide l'intera città araba stringersi attorno ai combattenti del Fln. I francesi riuscirono a piegare l'insurrezione con un massiccio invio di reparti speciali. La repressione fu condotta con metodi particolarmente brutali (liquidazione fisica dei prigionieri, uso sistematico della tortura) e suscitò sdegno e proteste in una parte non trascurabile (anche se minoritaria) dell'opinione pubblica e del mondo politico francese.
Nel maggio 1958, temendo un cedimento da parte del governo di Parigi, i coloni più oltranzisti, con l'appoggio di elementi dell'esercito, costituirono ad Algeri un Comitato di salute pubblica. Questa iniziativa, che sembrava preludere a un colpo di Stato militare in Francia, mise definitivamente in crisi la Quarta Repubblica e spianò la strada al ritorno al potere di Charles De Gaulle (
30.13). Il generale, inizialmente favorevole al mantenimento di una presenza nella colonia, capì ben presto che la causa dell'"Algeria francese" era ormai perduta e agì con coraggio e determinazione per far uscire il paese da una guerra sempre più impopolare e costosa. Stabilì i primi contatti con l'Fln, stroncò, nell'aprile '61, un tentato colpo di Stato militare ad Algeri e reagì con durezza alla campagna terroristica condotta in Francia dagli oltranzisti di destra dell'Oas (Organisation armée secrète).
Nel marzo 1962, dopo un anno di trattative, il governo francese e il governo rivoluzionario provvisorio (espressione politica del Fln) si accordarono a Evian su un progetto di indipendenza da sottoporre tramite referendum al giudizio della popolazione algerina. A questo punto i coloni francesi abbandonarono in massa il paese, dando per scontato l'esito del referendum, che si tenne in luglio e diede un risultato largamente favorevole all'indipendenza. Prima sotto la guida di Ben Bella, poi (dal '65 al '79) sotto quella del più "moderato" Huari Bumedien, l'Algeria si diede un ordinamento interno fortemente autoritario e centralizzato, con un'economia in buona parte statizzata, e assunse una posizione di punta nello schieramento dei paesi arabi. Non rinunciò, però, alla collaborazione economica con la Francia e con gli altri Stati occidentali e riuscì, grazie anche all'abbondanza di materie prime, a realizzare un processo di sviluppo relativamente rapido e intenso.
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