33. Distensione e confronto
33.1 Mito e realtà degli anni '60
Nei paesi occidentali, gli anni '60 sono spesso ricordati come un decennio felice, come un periodo di grande sviluppo economico e civile e di ancor più grandi speranze. Quest'immagine un po' convenzionale - che, come sempre accade in questi casi, trae forza dal confronto col periodo successivo, segnato dalla crisi e da un diffuso pessimismo - è legata soprattutto alla notevole prosperità di cui l'Occidente industrializzato godette in quegli anni: anni che - come vedremo nel prossimo capitolo - segnarono il trionfo della 'civiltà del benessere'.
Sul piano degli equilibri internazionali - e anche su quello degli equilibri interni alle società industrializzate - il periodo che va dalla fine degli anni '50 ai primi anni '70 offre però un quadro abbastanza agitato e per molti versi contraddittorio. Lo sviluppo economico non spense i conflitti sociali, anzi in qualche caso li acuì. La consistenza fra i due blocchi politico-militari in cui era diviso il mondo si confermò e si consolidò, ma ciò avvenne attraverso momenti di duro scontro diplomatico e di confronto anche drammatico. La coesistenza si basava inoltre, più che sulla fiducia reciproca, sul sostanziale equilibrio fra gli armamenti nucleari in possesso dei due blocchi e sulla consapevolezza dell'una e dell'altra parte di non poter prevalere sull'avversario se non mettendo a repentaglio la sopravvivenza propria e dell'intera umanità. Dunque, un equilibrio del terrore che, se ha evitato lo scoppio di un nuovo conflitto generale e ha assicurato all'Europa molti decenni di pace, non ha impedito né il manifestarsi di tensioni all'interno dei due blocchi, né lo scatenarsi di conflitti locali nelle numerose aree calde del mondo contemporaneo: in particolare il Medio Oriente (
35.4) e il Sud-Est asiatico.
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