34.4 L'esplosione demografica
Nella seconda metà del secolo XX, la popolazione mondiale è cresciuta a un tasso medio annuo dell'1,8%: un ritmo più che doppio di quello mantenuto nel cinquantennio precedente (0,8%), che era a sua volta il doppio di quello dell'età preindustriale (0,4%). In vent'anni, fra il 1950 e il 1970, gli abitanti della terra sono aumentati del 50%, passando da 2 miliardi e mezzo a 3 miliardi e 700 milioni. Nello stesso periodo, la vita media dell'uomo è salita da 65 a oltre 70 anni nelle zone più sviluppate e da 40 a 50 (e a quasi 60 nell'85) nei paesi più poveri. Le cause di questo incremento spettacolare già le conosciamo. Ed erano in parte operanti, come si è visto (
14.9), a partire dalla seconda metà dell'800: i progressi della medicina e della chirurgia, l'uso di nuovi farmaci e la pratica delle vaccinazioni di massa, la diffusione di alcuni essenziali princìpi igienici, la maggior quantità di cibo disponibile (almeno nei paesi sviluppati) e la miglior qualità dell'alimentazione.
Il boom della popolazione mondiale non si è distribuito in modo omogeneo fra le diverse aree del pianeta. Anzi, si è andata accentuando la forbice, già delineatasi nei primi decenni del secolo, fra le tendenze demografiche dei paesi industrializzati e quelle dei paesi in via di sviluppo. Nei paesi del Terzo Mondo, il regime demografico tipico delle società arretrate - alti tassi di natalità e alti tassi di mortalità - è stato modificato solo per quanto riguarda la mortalità (soprattutto infantile) che è rapidamente caduta in seguito alla diffusione delle pratiche mediche e igieniche; mentre la permanenza delle culture tradizionali e i ritardi nel processo di modernizzazione hanno impedito che si affermasse l'abitudine al controllo delle nascite e hanno fatto sì che i tassi di natalità restassero molto elevati. Come risultato di tutto ciò, la popolazione di questi paesi è cresciuta a un tasso medio del 2,5% annuo (con punte del 4%): il che equivale a dire che raddoppia ogni ventotto anni.
Invece i paesi industrializzati hanno conosciuto una fase di relativo slancio demografico (con tassi medi dell'1,3%) solo nel decennio successivo alla guerra: il periodo del cosiddetto baby boom. Dopo la metà degli anni '50, ha ripreso il sopravvento la tendenza al calo della natalità: in alcuni paesi (Germania, Austria, Danimarca e ora anche Italia) si è giunti alla crescita zero o addirittura a un decremento della popolazione, compensato solo dal flusso migratorio proveniente dai paesi più poveri. Il calo della natalità - che ha come cause immediate la minor durata dei matrimoni (ci si sposa più tardi e si divorzia più spesso) e soprattutto l'abitudine al controllo delle nascite - è un fenomeno che si accompagna sempre ai processi di modernizzazione e si collega alla mentalità e ai modi di vita delle società urbanizzate e industrializzate: l'incremento del lavoro femminile, i costi crescenti per l'educazione e il mantenimento dei figli, la ristrettezza degli spazi abitativi, la maggior preoccupazione per il benessere materiale e la minor influenza delle religioni tradizionali (in particolare di quella cattolica, fermamente contraria al divorzio e alla contraccezione).
La tendenza alla pianificazione familiare, e in genere alla limitazione delle nascite, è stata favorita dalla diffusione delle pratiche anticoncezionali, in particolare dei contraccettivi orali (la cosiddetta pillola, ossia il farmaco introdotto all'inizio degli anni '60, che inibisce l'ovulazione nella donna). L'uso generalizzato delle pratiche anticoncezionali ha significato per la prima volta la possibilità di un controllo pressoché totale sulla fertilità ed ha avuto conseguenze rivoluzionarie non solo sulle tendenze demografiche, ma anche sulla mentalità e sul costume. La rapida liberalizzazione dei comportamenti sessuali che le società sviluppate hanno conosciuto negli ultimi decenni, a partire soprattutto dalla fine degli anni '60, si deve non solo alle caratteristiche generali di quelle società (maggior mobilità, maggiori possibilità di contatti, maggior circolazione delle informazioni e delle idee), ma anche alla drastica riduzione del rischio di gravidanze indesiderate.
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