1. La Restaurazione e il Romanticismo
    1. La Restaurazione e i suoi limiti
    2. Il congresso di Vienna e il nuovo assetto europeo
    3. La Santa alleanza
    4. La Restaurazione in Europa
    5. La Restaurazione in Italia
    6. Gli aspetti sociali della Restaurazione
    7. La cultura del Romanticismo
    8. Romanticismo e politica
    9. Sommario
  2. Le rivoluzioni europee degli anni '20
    1. Liberalismo, democrazia, principio nazionale
    2. Le società segrete
    3. La rivoluzione in Spagna e in Italia meridionale
    4. I moti del '21 in Piemonte
    5. Interventi militari e repressioni
    6. Il moto decabrista in Russia
    7. L'indipendenza greca
    8. Sommario
  3. America Latina e Stati Uniti
    1. Le due rivoluzioni americane
    2. L'indipendenza dell'America Latina
    3. L'America Latina dopo l'indipendenza
    4. Lo sviluppo degli Stati Uniti: la frontiera e la democrazia
    5. L'espansione territoriale degli Stati Uniti
    6. Sommario
  4. Il 1830 e il nuovo assetto europeo
    1. La seconda ondata rivoluzionaria
    2. La rivoluzione di luglio in Francia
    3. La rivoluzione di luglio e l'Europa
    4. La monarchia borghese di Luigi Filippo
    5. L'Inghilterra nell'età delle riforme
    6. Le monarchie autoritarie
    7. Gli equilibri internazionali fra il 1830 e il 1848
    8. Sommario
  5. Industrializzazione, classe operaia, socialismo
    1. L'economia europea nel primo '800: la continuità col passato
    2. I fattori dinamici
    3. L'industrializzazione dell'Europa continentale
    4. La formazione della classe operaia
    5. I nuovi sviluppi del liberalismo
    6. Cattolicesimo liberale e cattolicesimo sociale
    7. Il pensiero socialista
    8. Marx, Engels e il "Manifesto dei comunisti"
    9. Sommario
  6. Il Risorgimento italiano
    1. Risorgimento e storia d'Italia
    2. I moti del 1831
    3. Mazzini e la Giovine Italia
    4. Le iniziative mazziniane
    5. L'evoluzione degli Stati italiani
    6. Le nuove correnti politiche: moderatismo, neoguelfismo, federalismo
    7. Il biennio delle riforme (1846-47)
    8. Sommario
  7. Le rivoluzioni del 1848
    1. Una rivoluzione europea
    2. La rivoluzione di febbraio in Francia
    3. La parabola della Seconda Repubblica
    4. La rivoluzione nell'Impero asburgico
    5. La rivoluzione in Germania e l'Assemblea di Francoforte
    6. La rivoluzione in Italia
    7. La prima guerra di indipendenza
    8. Lotte democratiche e restaurazione conservatrice
    9. La Francia dalla Seconda Repubblica al Secondo Impero
    10. Sommario
  8. Società borghese e movimento operaio
    1. La borghesia europea
    2. Ottimismo borghese e cultura positiva
    3. Lo sviluppo economico
    4. La rivoluzione dei trasporti e dei mezzi di comunicazione
    5. La città moderna
    6. Il mondo delle campagne
    7. Il proletariato urbano
    8. Il movimento operaio dopo il '48
    9. Marx e "Il Capitale"
    10. L'Internazionale dei lavoratori
    11. Bakunin, Marx e la crisi dell'Internazionale
    12. Il mondo cattolico di fronte alla società borghese
    13. Sommario
  9. La lotta per l'egemonia continentale e l'unità tedesca
    1. La crisi dell'equilibrio europeo
    2. L'Inghilterra liberale
    3. La Russia di Alessandro II
    4. L'Impero asburgico
    5. La Francia del Secondo Impero
    6. Le guerre di Napoleone III
    7. L'ascesa della Prussia
    8. Bismarck e la guerra austro-prussiana
    9. La guerra franco-prussiana e l'unificazione tedesca
    10. La Comune di Parigi
    11. Sommario
  10. L'unità d'Italia
    1. La seconda restaurazione
    2. L'esperienza liberale in Piemonte
    3. Cavour
    4. Il Piemonte di Cavour: l'evoluzione politica e lo sviluppo economico
    5. La ripresa dell'azione mazziniana
    6. Il fallimento dell'alternativa repubblicana
    7. La diplomazia di Cavour e l'alleanza con la Francia
    8. La seconda guerra di indipendenza
    9. Garibaldi e la spedizione dei Mille
    10. L'intervento piemontese e i plebisciti
    11. Unità italiana e unità tedesca
    12. Sommario
  11. L'Italia unita: Stato e società nell'età della Destra
    1. L'Italia nel 1861
    2. La classe dirigente: Destra e Sinistra
    3. Lo Stato accentrato, il Mezzogiorno, il brigantaggio
    4. La politica economica: i costi dell'unificazione
    5. La questione romana e la terza guerra di indipendenza
    6. Roma capitale
    7. Declino e caduta della Destra storica
    8. Sommario
  12. I nuovi mondi: Stati Uniti e Giappone
    1. L'Europa centro del mondo
    2. Sviluppo economico e fratture sociali negli Stati Uniti
    3. La guerra di secessione e le sue conseguenze
    4. Stati Uniti e America Latina. L'avventura messicana di Napoleone III
    5. L'espansione europea in Asia: l'India sotto la dominazione inglese
    6. La Cina e le "guerre dell'oppio"
    7. Il Giappone feudale
    8. La "restaurazione Meiji" e la nascita del Giappone moderno
    9. Sommario
  13. L'Europa nell'età di Bismarck
    1. La svolta del 1870
    2. La Germania bismarckiana
    3. Bismarck e l'equilibrio europeo
    4. La Terza Repubblica in Francia
    5. L'Inghilterra di Gladstone e Disraeli
    6. Sommario
  14. La seconda rivoluzione industriale
    1. Il capitalismo a una svolta
    2. Le concentrazioni e il capitalismo finanziario
    3. Protezionismo e imperialismo
    4. La crisi agraria e le sue conseguenze
    5. La seconda rivoluzione industriale: scienza e tecnologia
    6. Le nuove industrie
    7. Motori a scoppio ed elettricità
    8. Le nuove frontiere della medicina
    9. Il boom demografico
    10. Sommario
  15. Imperialismo e colonialismo
    1. Che cos'è l'imperialismo
    2. I caratteri del colonialismo
    3. Colonizzatori e colonizzati
    4. L'Africa prima della conquista
    5. L'espansione in Nord Africa
    6. La spartizione dell'Africa nera
    7. Il Sud Africa e la guerra anglo-boera
    8. L'espansione in Asia e in Oceania
    9. La crescita del Giappone e la crisi della Cina
    10. Gli Stati Uniti potenza mondiale
    11. Sommario
  16. L'Italia nell'età della Sinistra
    1. La Sinistra al potere
    2. Depretis e il trasformismo
    3. I primi passi del movimento operaio
    4. I cattolici intransigenti e l'Opera dei congressi
    5. La politica economica, l'agricoltura e l'Inchiesta Jacini
    6. Il problema dello sviluppo industriale e il protezionismo
    7. La politica estera: la Triplice alleanza e l'espansione coloniale
    8. La democrazia autoritaria di Francesco Crispi
    9. Giolitti, i Fasci siciliani e la Banca romana
    10. La nascita del Partito socialista
    11. Il ritorno di Crispi e la sconfitta di Adua
    12. Sommario
  17. Verso la società di massa
    1. Che cos'è la società di massa
    2. Sviluppo industriale e razionalizzazione produttiva
    3. Le nuove stratificazioni sociali
    4. Istruzione e informazione
    5. Gli eserciti di massa
    6. Suffragio universale, partiti di massa, sindacati
    7. La questione femminile
    8. Riforme e legislazione sociale
    9. I partiti socialisti e la Seconda Internazionale
    10. Ortodossia ed eresie del marxismo
    11. I cattolici e la "Rerum novarum"
    12. Il nuovo nazionalismo
    13. La crisi del positivismo
    14. Scienze della natura e scienze dell'uomo
    15. Sommario
  18. L'Europa tra due secoli
    1. Le nuove alleanze
    2. La "belle époque" e le sue contraddizioni
    3. La Francia tra democrazia e reazione
    4. Imperialismo e riforme in Gran Bretagna
    5. La Germania guglielmina
    6. I conflitti di nazionalità in Austria-Ungheria
    7. La Russia fra industrializzazione e autocrazia
    8. La rivoluzione russa del 1905
    9. Verso la prima guerra mondiale
    10. Sommario
  19. Imperialismo e rivoluzione nei continenti extraeuropei
    1. Il ridimensionamento dell'Europa
    2. La guerra russo-giapponese
    3. La Repubblica in Cina
    4. Imperialismo e riforme negli Stati Uniti
    5. L'America Latina e la rivoluzione messicana
    6. Sommario
  20. L'Italia giolittiana
    1. La crisi di fine secolo
    2. La svolta liberale
    3. Decollo industriale e progresso civile
    4. La questione meridionale
    5. I governi Giolitti e le riforme
    6. Il giolittismo e i suoi critici
    7. La politica estera, il nazionalismo, la guerra di Libia
    8. Riformisti e rivoluzionari
    9. Democratici cristiani e clerico-moderati
    10. La crisi del sistema giolittiano
    11. Sommario
  21. La prima guerra mondiale
    1. Dall'attentato di Sarajevo alla guerra europea
    2. Dalla guerra di movimento alla guerra di usura
    3. L'Italia dalla neutralità all'intervento
    4. La grande strage (1915-16)
    5. La guerra nelle trincee
    6. La nuova tecnologia militare
    7. La mobilitazione totale e il "fronte interno"
    8. L'opposizione socialista
    9. La svolta del 1917
    10. L'Italia e il disastro di Caporetto
    11. Rivoluzione o guerra democratica?
    12. L'ultimo anno di guerra
    13. I trattati di pace e la nuova carta d'Europa
    14. La Società delle nazioni
    15. Sommario
  22. La rivoluzione russa
    1. Da febbraio a ottobre
    2. La rivoluzione d'ottobre
    3. Dittatura e guerra civile
    4. La Terza Internazionale
    5. Il comunismo di guerra
    6. La nuova politica economica
    7. L'Unione Sovietica e la sua costituzione
    8. La nuova società
    9. Da Lenin a Stalin: il socialismo in un solo paese
    10. Sommario
  23. L'eredità della Grande Guerra
    1. Le trasformazioni sociali
    2. Le conseguenze economiche
    3. Il biennio rosso
    4. La rivoluzione in Germania
    5. La rivoluzione in Austria e in Ungheria
    6. Rivoluzione e modernizzazione in Turchia
    7. La stabilizzazione moderata in Francia e in Gran Bretagna
    8. La Repubblica di Weimar
    9. La crisi della Ruhr
    10. La ricerca della distensione in Europa
    11. Sommario
  24. Il dopoguerra in Italia e l'avvento del fascismo
    1. I problemi del dopoguerra
    2. Cattolici, socialisti e fascisti
    3. La "vittoria mutilata" e l'impresa fiumana
    4. Le agitazioni sociali e le elezioni del '19
    5. Giolitti, l'occupazione delle fabbriche e la nascita del Pci
    6. Il fascismo agrario e le elezioni del '21
    7. L'agonia dello Stato liberale
    8. La marcia su Roma
    9. Verso lo Stato autoritario
    10. Il delitto Matteotti e l'Aventino
    11. La dittatura a viso aperto
    12. I regimi autoritari nell'Europa degli anni '20
    13. Sommario
  25. La grande crisi: economia e società negli anni '30
    1. Crisi e trasformazione
    2. Gli anni dell'euforia: gli Stati Uniti prima della crisi
    3. Il "grande crollo" del 1929
    4. La crisi in Europa
    5. Roosevelt e il "New Deal"
    6. Il nuovo ruolo dello Stato
    7. I nuovi consumi
    8. Le comunicazioni di massa
    9. La scienza e la guerra
    10. La cultura della crisi
    11. Sommario
  26. L'Europa negli anni '30: totalitarismi e democrazie
    1. L'eclissi della democrazia
    2. La crisi della Repubblica di Weimar e l'avvento del nazismo
    3. Il consolidamento del potere di Hitler
    4. Il Terzo Reich
    5. Repressione e consenso nel regime nazista
    6. Il contagio autoritario
    7. L'Unione Sovietica e l'industrializzazione forzata
    8. Lo stalinismo
    9. La crisi della sicurezza collettiva e i fronti popolari
    10. La guerra di Spagna
    11. L'Europa verso la catastrofe
    12. Sommario
  27. L'Italia fascista
    1. Il totalitarismo imperfetto
    2. Il regime e il paese
    3. Cultura, scuola, comunicazioni di massa
    4. Il fascismo e l'economia. La "battaglia del grano" e "quota novanta"
    5. Il fascismo e la grande crisi: lo "Stato imprenditore"
    6. L'imperialismo fascista e l'impresa etiopica
    7. L'Italia antifascista
    8. Apogeo e declino del regime fascista
    9. Sommario
  28. Il tramonto del colonialismo. L'Asia e l'America Latina
    1. Il declino degli imperi coloniali
    2. Il nodo del Medio Oriente
    3. L'Impero britannico e l'India
    4. Nazionalisti e comunisti in Cina
    5. Imperialismo e autoritarismo in Giappone
    6. Dittature militari e regimi populisti in America Latina
    7. Sommario
  29. La seconda guerra mondiale
    1. Le origini e le responsabilità
    2. La distruzione della Polonia e l'offensiva al Nord
    3. L'attacco a occidente e la caduta della Francia
    4. L'intervento dell'Italia
    5. La battaglia d'Inghilterra
    6. Il fallimento della guerra italiana: i Balcani e il Nord Africa
    7. L'attacco all'Unione Sovietica
    8. L'aggressione giapponese e il coinvolgimento degli Stati Uniti
    9. Il "nuovo ordine". Resistenza e collaborazionismo
    10. 1942-43: la svolta della guerra
    11. La "grande alleanza" e la campagna d'Italia. La caduta del fascismo e l'8 settembre
    12. Resistenza e lotta politica in Italia
    13. Le vittorie sovietiche e lo sbarco in Normandia
    14. La fine del Terzo Reich
    15. La sconfitta del Giappone e la bomba atomica
    16. Sommario
  30. Il mondo diviso
    1. Le conseguenze della seconda guerra mondiale
    2. Le Nazioni Unite
    3. La fine della "grande alleanza"
    4. Il nuovo ordine economico
    5. La "guerra fredda"
    6. L'Unione Sovietica e le "democrazie popolari"
    7. Il dopoguerra negli Stati Uniti, in Europa occidentale e in Giappone
    8. La rivoluzione comunista in Cina
    9. La guerra di Corea
    10. Dalla guerra fredda alla coesistenza pacifica
    11. La destalinizzazione e la crisi ungherese
    12. L'Europa occidentale e il Mercato comune
    13. La Francia dalla Quarta Repubblica al regime gaullista
    14. Sommario
  31. La decolonizzazione e il Terzo Mondo
    1. I caratteri generali della decolonizzazione
    2. L'emancipazione dell'Asia
    3. Il Medio Oriente e la nascita di Israele
    4. La rivoluzione nasseriana in Egitto e la crisi di Suez
    5. L'indipendenza dei paesi del Maghreb
    6. L'emancipazione dell'Africa nera
    7. Dipendenza economica e instabilità politica in America Latina
    8. Il Terzo Mondo e il "non allineamento"
    9. Il sottosviluppo
    10. Sommario
  32. L'Italia dopo il fascismo
    1. Un paese sconfitto
    2. Le forze in campo
    3. Dalla liberazione alla Repubblica
    4. La crisi dell'unità antifascista
    5. La Costituzione repubblicana
    6. Le elezioni del '48 e la sconfitta delle sinistre
    7. La ricostruzione economica
    8. Le scelte internazionali
    9. Gli anni del centrismo
    10. Alla ricerca di nuovi equilibri
    11. Sommario
  33. Distensione e confronto
    1. Mito e realtà degli anni '60
    2. Kennedy e Kruscev: la crisi dei missili e la distensione
    3. La Cina di Mao: il contrasto con l'Urss e la "rivoluzione culturale"
    4. La guerra del Vietnam
    5. L'Urss e l'Europa orientale: la crisi cecoslovacca
    6. L'Europa occidentale negli anni del benessere
    7. Sommario
  34. La società del benessere
    1. Il boom dell'economia
    2. Le nuove frontiere della scienza
    3. Il trionfo dei "mass media"
    4. L'esplosione demografica
    5. La civiltà dei consumi
    6. La critica alla civiltà dei consumi
    7. Contestazione giovanile e rivolta studentesca
    8. Il nuovo femminismo
    9. La Chiesa cattolica e il Concilio Vaticano II
    10. La crisi petrolifera e i limiti dello sviluppo
    11. Rivoluzione elettronica e società postindustriale
    12. Sommario
  35. Problemi e conflitti del mondo contemporaneo
    1. Il tempo del "riflusso"
    2. Il rapporto Nord-Sud: la geografia della fame
    3. Le contraddizioni dell'America Latina
    4. La polveriera del Medio Oriente
    5. I conflitti nell'Asia comunista
    6. La Cina dopo Mao
    7. Il miracolo giapponese
    8. La difficile unità dell'Europa occidentale
    9. Gli Stati Uniti da Nixon a Bush
    10. L'Urss da Breznev a Gorbacëv
    11. La crisi dell'Europa comunista e la riunificazione tedesca
    12. La guerra del Golfo
    13. I problemi del postcomunismo: la fine dell'Urss e i nuovi equilibri mondiali
    14. Sommario
  36. L'Italia dal miracolo economico ai giorni nostri
    1. Il miracolo economico
    2. Le trasformazioni sociali
    3. Il centro-sinistra
    4. Il '68 e l'autunno caldo
    5. La crisi dei centrosinistra
    6. Il terrorismo e la solidarietà nazionale
    7. Politica, economia e società negli anni '80
    8. I problemi dell'Italia di oggi
    9. Sommario
  37. Cronologia

36.6 Il terrorismo e la solidarietà nazionale
L'esito delle elezioni del giugno '76 lasciava aperto il problema di una nuova formula di governo. Visto che i socialisti non erano disponibili a una riedizione del centro-sinistra e che non esistevano i margini (numerici e politici) per un ritorno al centrismo, l'unica soluzione praticabile stava in un coinvolgimento del Pci nella maggioranza. Si giunse così, in agosto, alla costituzione di un governo monocolore democristiano guidato da Giulio Andreotti, che ottenne l'astensione in Parlamento di tutti gli altri partiti esclusi il Msi e i radicali. Non era ancora il "governo di emergenza" con la partecipazione di tutti i partiti costituzionali, invocato dalle sinistre, ma era pur sempre una risposta unitaria della classe politica a una situazione resa sempre più preoccupante dalla crisi economica e soprattutto dal dilatarsi del fenomeno terrorista, ora non più solo di destra, ma anche di sinistra. Un fenomeno che, nelle sue prime manifestazioni, fu giudicato come un fatto episodico e sostanzialmente estraneo al tessuto civile del paese, ma che doveva restare invece per molti anni un elemento permanente e disgregante della vita politica italiana.
Opposti nella loro matrice ideologica, i due terrorismi, quello nero e quello rosso, erano diversi anche nel modo di operare. Il tratto distintivo del terrorismo di destra fu il ricorso ad attentati dinamitardi in luoghi pubblici, che provocavano stragi indiscriminate, col probabile scopo di diffondere il panico nel paese e di orientarlo verso soluzioni autoritarie. Dopo la strage di piazza Fontana, vi furono le bombe in piazza della Loggia a Brescia, nel maggio '74, e quelle sul treno Italicus nell'agosto dello stesso anno, l'attentato alla stazione di Bologna (con oltre 80 morti) nell'agosto '80 e una nuova esplosione su un treno, nella galleria "direttissima" tra Firenze e Bologna, nel dicembre '84. La certezza delle forze politiche e dell'opinione pubblica di sinistra nell'attribuire le stragi alla destra eversiva non fu sempre confortata dai risultati delle indagini e dei processi: a più di vent'anni da piazza Fontana, tutti i più gravi attentati rimanevano ancora impuniti. Al potere politico spettava la responsabilità di non aver saputo indirizzare l'azione dei servizi di sicurezza e di non aver posto rimedio a una loro inefficienza talvolta accompagnata da vere e proprie deviazioni.
L'immagine di uno Stato debole e minato dalla corruzione politica, la presenza di un terrorismo di destra e la psicosi di un colpo di Stato (che era allora presente in tutta la sinistra e alimentava in alcuni settori la giustificazione di una risposta violenta) furono tra i fattori che contribuirono alla nascita del terrorismo di sinistra. In realtà, il principio della lotta armata era da tempo un elemento portante di tutte le ideologie estremiste e rivoluzionarie che il movimento del '68 aveva contribuito a mitizzare e a divulgare. Ma allora per la prima volta - anche per la suggestione dei modelli della guerriglia latino-americana e del terrorismo palestinese - si formarono nuclei organizzati pronti a mettere in pratica quella che fin allora era rimasta solo una prospettiva teorica. Inoltre, la lotta armata e la clandestinità apparvero a molti come una scelta di vita totale, un'esperienza eccezionale di lotta. Per i terroristi - in gran parte giovani o giovanissimi provenienti per lo più dalla militanza nelle file del movimento studentesco, dei gruppi extraparlamentari e degli stessi partiti della sinistra storica - l'azione armata si presentava come un atto esemplare, destinato essenzialmente alla classe operaia, al fine di mobilitarla per il rovesciamento del sistema capitalistico e dello Stato borghese. Ai primi isolati attentati incendiari, seguirono, fra il '72 e il '75, sequestri di dirigenti industriali e di magistrati (il più clamoroso fu quello del giudice Sossi, avvenuto nell'aprile '74). Nel '76, con l'uccisione del procuratore generale di Genova Coco e dei due uomini della sua scorta, si giunse all'assassinio programmato. Gli autori di queste azioni appartenevano alle Brigate rosse, il primo e il più pericoloso gruppo terrorista di sinistra, attivo fino ad anni recenti. Ad esso si affiancarono, fra il '75 e il '76, i Nuclei armati proletari e Prima linea.
Negli stessi anni in cui dovette fronteggiare il salto di qualità compiuto dal terrorismo di sinistra, il governo si trovò a confrontarsi con gli effetti della crisi economica. Nel '75 il prodotto interno si ridusse del 3,6%. A partire dall'anno successivo si ebbe una limitata ripresa, ma il tasso di inflazione rimase molto elevato, oscillando fra il 17 e il 19% (tra i più alti dei paesi industrializzati). L'inflazione era dovuta in parte all'aumento del prezzo del petrolio, ma anche alla dilatazione dei consumi e alla crescita della spesa pubblica (assorbita in buona parte dalle spese correnti); e i suoi effetti furono amplificati dal nuovo meccanismo di scala mobile introdotto nel gennaio '75 da un accordo fra sindacati e Confindustria, meccanismo che assicurava ai salari (soprattutto a quelli più bassi) un più rapido adeguamento al costo della vita.
Se la questione della spesa pubblica e quella del costo del lavoro erano destinate a restare, anche negli anni successivi, i principali nodi insoluti dell'economia italiana, il problema socialmente più drammatico era quello della disoccupazione, soprattutto giovanile. Lo sviluppo della scolarizzazione accresceva le aspirazioni dei giovani, che però faticavano a trovare sbocchi adeguati al titolo di studio. Il malessere giovanile si espresse in forme drammatiche nei primi mesi del 1977, quando un nuovo movimento di studenti universitari e medi diede luogo a occupazioni di università e a violenti scontri di piazza, che videro per la prima volta l'uso frequente di armi da fuoco da parte dei dimostranti. Protagonisti degli scontri furono i gruppi di Autonomia operaia, che raccoglievano in forme ulteriormente estremizzate l'eredità dell'operaismo sessantottesco. Sembrò a molti che ci si trovasse di fronte a una riedizione dell'esperienza del '68. Ma di quell'esperienza si era ormai perso l'originario ottimismo rivoluzionario. Il movimento del '77 era in realtà il coagulo provvisorio di una serie di gruppi e movimenti, accomunati solo dallo spontaneismo e da una radicalizzazione esasperata. Bersaglio principale della contestazione fu la sinistra tradizionale, soprattutto il Pci e i sindacati: clamorosa fu l'aggressione di un gruppo di autonomi a un comizio del segretario della Cgil Lama, avvenuta in febbraio all'università di Roma.
L'inevitabile delusione seguita all'ondata del '77 si risolse, per la maggioranza dei giovani che vi erano stati coinvolti, in un ripiegamento nella dimensione del privato; ma per altri significò il passaggio alla militanza terroristica. A partire da questo momento si registrò infatti una brusca impennata del terrorismo di sinistra: nel solo '77 vi furono 287 attentati, molti dei quali con spargimento di sangue, rivendicati da 77 sigle diverse. Nel '79 gli attentati salirono a 805 e le sigle a 217. Gli anni fra il '77 e l'80, quelli in cui il terrorismo sembrava non più arginabile, furono fra i più duri della storia della Repubblica.
Nel 1978 le Brigate rosse, consapevoli di disporre di una più diffusa rete di consensi, misero in atto il loro progetto più ambizioso. Il 16 marzo - il giorno stesso della presentazione in Parlamento di un nuovo governo Andreotti, monocolore democristiano appoggiato da una maggioranza allargata anche al Pci - un commando brigatista rapì Aldo Moro, presidente della Dc e principale artefice della nuova politica di "solidarietà nazionale", uccidendo i cinque uomini della sua scorta. A quella giornata, vissuta dal paese con sorpresa e sgomento, seguirono 55 giorni di attesa e di polemiche di fronte alla sofferta decisione del governo di non trattare il rilascio di Moro con i terroristi, decisione appoggiata dal Pci e contrastata, per motivi umanitari, dal Psi e da altri gruppi minori della sinistra. Il 9 maggio Moro fu ucciso e il suo cadavere abbandonato in una strada del centro di Roma. Questo delitto evidenziò come nessun altro la gravità del fenomeno terroristico, ma contemporaneamente avviò una progressiva presa di distanze dall'area eversiva da parte di quanti avevano coltivato fin allora ambigue solidarietà. Un fatto che, unito al potenziamento delle forze dell'ordine, avrebbe portato, a partire dall'80, alle prime sconfitte del terrorismo di sinistra.
Nel non facile clima politico creatosi dopo l'assassinio di Moro, il nuovo governo di solidarietà nazionale cercò di avviare il risanamento dell'economia, aiutato in questo dall'atteggiamento dei comunisti, che si fecero sostenitori di una linea di austerità, e da una relativa moderazione delle richieste sindacali. Nel '78 l'inflazione scese di qualche punto (toccando col 13,9% il livello più basso del periodo '73-'84). La situazione finanziaria diede segni di miglioramento, grazie all'adozione di nuove imposte indirette e grazie anche agli effetti della riforma fiscale varata nel '74, che aveva reso più razionale ed efficiente il sistema della tassazione diretta. Ma, sul fronte delle riforme (che avrebbero dovuto compensare e giustificare la politica di austerità), la difficoltà di conciliare tutti gli interessi rappresentati nella coalizione portò a risultati discutibili. La legge del '78 sull'equo canone, che aveva lo scopo di regolare e calmierare il livello degli affitti, avrebbe prodotto risultati disastrosi sul mercato degli alloggi, soprattutto nelle grandi città. La riforma sanitaria varata nello stesso anno - che sanciva la gratuità delle cure per tutti e riordinava la medicina pubblica, affidandone la gestione ad appositi organismi (le Usi, Unità sanitarie locali) dipendenti dalle regioni - si sarebbe rivelata, nell'applicazione concreta, fonte di inefficienza e di sprechi.
Nel complesso, la politica di solidarietà nazionale non produsse risultati adeguati all'ampiezza delle forze impegnate e alle attese dell'opinione pubblica di sinistra. L'ingresso dei comunisti nella maggioranza non fu sufficiente, come molti avevano sperato, a mettere in moto un processo di trasformazione sociale e a risanare la vita pubblica. In questi anni si mantenne e si rafforzò la pratica della lottizzazione (ossia la spartizione delle cariche pubbliche in base a criteri di appartenenza partitica). Continuarono a verificarsi, soprattutto negli enti locali e nelle imprese a partecipazione statale, episodi di cattiva gestione o di vera e propria corruzione politica. Gli scandali giunsero a toccare la presidenza della Repubblica, costringendo alle dimissioni, nel giugno '78, il capo dello Stato, il demo-cristiano Giovanni Leone (eletto nel '71 da una maggioranza di centro-destra), accusato di connivenze con gruppi affaristici. Al suo posto fu eletto, col voto di tutti i partiti dell'"arco costituzionale", il socialista Sandro Pertini, ottantaduenne, figura di indiscusso prestigio morale, che seppe conquistarsi in breve tempo una vastissima popolarità.
Si andava frattanto esaurendo l'esperienza della solidarietà nazionale. Il nuovo corso impresso da Craxi alla politica socialista - centrato sul recupero della tradizione riformista in aperta polemica col Pci e insofferente dei vincoli imposti dalla grande coalizione - rendeva sempre più difficile la collaborazione all'interno della maggioranza e ricreava le condizioni per una ripresa dell'alleanza fra il Psi e i partiti di centro (interrotta nel '75 per volontà degli stessi socialisti). D'altro canto i comunisti chiedevano l'ingresso a pieno titolo nell'esecutivo, minacciando in caso contrario il passaggio all'opposizione. Nel gennaio '79, il Pci, in contrasto con gli altri partiti anche su problemi di politica estera ed economica - in particolare sull'adesione al Sistema monetario europeo - abbandonò la maggioranza. La crisi che seguì portò, pochi mesi dopo, a nuove elezioni anticipate.
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